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G. Pascoli, Colascionata 1a A Severino
ridiverde
«Cronaca Bizantina», Roma, II, 1 dicembre 1882,
n. 12
Casa Carducci, 2. i. 10
Si tratta della prima redazione di Romagna
ricavata dallautografo custodito nella dimora natale
del poeta a San Mauro (Museo Casa Pascoli). Ridiverde era
il nome che Pascoli dava scherzosamente a Ferrari che, a sua
volta, lo chiamava Gianni Schicchi. Alla rivista di Sommaruga
il poeta aveva già consegnato nel 1882: Primavera
(16 giugno) e Dagli stagni gialli (1 agosto), questultima
esclusa da Maria dalla raccolta delle Poesie varie.SS
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Severino Ferrari, Bordatini. Versi
Ancona, A. Gustavo Morelli editore, 1885
Casa Carducci, Busta 69. 21
Dedicati a Pascoli, come recitano i versi a
p. 9: «Giovanni, come sai, questi bordati / da vaghe
antiche tele ho ritessuti, / e con drappi moderni ho variati.
/ Tessere in stil moderno antiche cose, / in stile antico
nuovi sensi arguti, / tentai con fila morbide e manose [
].
La raccolta, che riunisce quattordici componimenti (madrigali,
ottave siciliane, ballate e rispetti) era stata sottoposta,
prima di essere licenziata, non diversamente dal poemetto
goliardico Il mago (1884), allopera di revisione,
alla «lima doro» di Gianni Schicchi (G.
Pascoli), allora docente a Massa.SS
Severino Ferrari, Il secondo libro
dei Bordatini
Firenze, Tipografia editrice C. Ademollo e C., 1886
Casa Carducci, 2. c. 159
Seconda sezione della plaquette con epigrafe
la prima quartina dellEpistola (a Ridiverde) di
Pascoli (in G. Pascoli, Poesie varie, raccolte da Maria,
Bologna, Zanichelli, 1912). A questi è dedicato il
componimento XIII «Due carrettieri, a notte alta, vegliando».SS
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G. Pascoli, Matera, 5 ottobre 1883
a [Giosue Carducci, Bologna]
Lettera autografa
Casa Carducci, Epistolari, cart. LXXXVI, 4, n. 23.962
«Proprio, veda, io, che son da bosco
e da riviera, non farei differenza alcuna dalla Toscana alla
Basilicata, dalla Romagna alla Sardegna. Tutto il mondo è
paese; e poi sè giovani noi. Ma è il caro
dei viveri e dei fitti che ci ammazza. Lo stipendio non ci
basta. Non sha altre risorse. E io ho due care sorelline
alle quali è bene che provveda qualche cosa ogni mese».
Al Liceo «Duni» Pascoli stringe amicizia con il
filologo romanzo Antonio Restori (1860-1928), poi collega
allUniversità di Messina, e ritrova il compagno
di studi Giuseppe Botti (1853-1903), costretto dai disagi
economici a rinunciare in quegli anni alla carriera di egittologo
per insegnare nei licei: «un povero Botti che parla
con una specie di monotonia triste e fredda e con una sorta
dorgoglio distratto, parla darabi, di ieroglifici,
di bey e di harem. (Pronunci, di grazia, carèm, quasi
come carême, francese)».SS
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Giosue Carducci, Bologna, 23 agosto
1884 a Severino Ferrari, Caffè dei Servi, Bologna
Cartolina postale autografa
Casa Carducci, Mss., Album 97
Durante le vacanze estive, dopo aver fatto
visita alle sorelle a Sogliano, Pascoli si trova a Bologna
con Carducci.
«Ceux-là sorganisent. È venuto Giovannino
P.; e subito ha dimandato: sono cominciati i banchetti? Il
buono e innocente Templarius ab ansere è pronto. Giovannino
organizza. Il maghetto organizza, tutti aspettano Lei per
disorganizzare». Le riunioni, cui Carducci non mancava
mai, avevano luogo nella bottiglieria Rovinazzi o in quella
di Cillario.Fra i convitati più assidui Pascoli (che
dei banchetti era un attivo promotore con il fratello
Raffaele, «Falino»), Ferrari e Brilli, qui «maghetto»
secondo il consueto soprannome a lui affibbiato dagli amici.
Templarius ab ansere è larcheologo imolese Innocenzo
DallOsso (1855-1928), allievo di Edoardo Brizio, detto
anche Innocenzo «DallOca» (da cui il latino
ab ansere), erede di una partecipazione nella ditta produttrice
di tortellini «Tampieri-DallOsso».
La cartolina è firmata da Pascoli che porge i suoi
saluti a «Visidori», Isidoro, fratello maggiore
di Severino e alla madre Giuseppina.SS
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Giosue Carducci, Versi per Ugo Brilli,
[1886]
Autografo
Casa Carducci, Fondo Cillario, cart. LXXXIV, n. 11.260
Versi scritti da Giulio Ganaccarini, che allora
svolgeva le mansioni di segretario di Carducci, prima di diventarne
il genero (nel 1887 avrebbe sposato la secondogenita Laura)
e allegati alla lettera (del 18 giugno 1886) allamico
conterraneo Severino che laveva introdotto nella casa
del maestro. La ballata, per Ugo Brilli, «Uguccione»,
improvvisata da Carducci al Caffè dei Servi, chiama
in causa Ferrari e Pascoli nella quarta strofa.SS
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Giovanni Pascoli, Rime
autografe scherzose indirizzate ad Albano Sorbelli. 8 dicembre
1908
BCABo, Collezione autografi, CXXV, 25568
Si tratta del messaggio di adesione allannuale banchetto
dei frignanesi, da tenersi al Ristorante e birreria Belletti
a Porta dAzeglio, indirizzato ad Albano Sorbelli (1875-1944);
il direttore della biblioteca dellArchiginnasio, originario
di Fanano, era naturalmente fra le personalità più
attive nella celebrazione di questa ricorrenza, che riuniva
periodicamente i friniati dispersi dallemigrazione.GN |
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