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Incunaboli e mercato antiquario
fra collezionismo pubblico e privato |
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Gli oltre duemila esemplari di edizioni stampate nel Quattrocento,
che formano la straordinaria raccolta di incunaboli conservati
dalla Biblioteca dell'Archiginnasio, furono acquisiti sia grazie
all'incameramento delle biblioteche conventuali cittadine, sia
grazie a lasciti e donazioni di raccolte private, sia anche attraverso
acquisti sul mercato.
La mostra documenta quest'ultimo aspetto, con esempi di volumi
acquistati, cataloghi di librerie antiquarie o di vendite all'asta,
e corrispondenza intercorsa fra librai ansiosi di vendere le loro
rarità e bibliotecari desiderosi di incrementare la raccolta
che pone l'Archiginnasio fra le prime biblioteche italiane per
numero d'incunaboli posseduti. Periodo d'oro degli acquisti effettuati
presso le librerie antiquarie più prestigiose d'Italia
e d'Europa - fra gli altri Olschki,
Rosenthal, De
Marinis, Umberto Saba - fu quello
compreso fra gli ultimi due decenni dell'Ottocento e i primi quarant'anni
del Novecento, quando anche in Italia si sviluppò un mercato
fiorentissimo.
Il commercio di libri usati e antichi, già diffuso nel
Medioevo e nel Rinascimento, si svolgeva nelle botteghe che trattavano
indifferentemente libri nuovi, libri non più in commercio
e libri usati, compresi i manoscritti. Solo verso la fine dell'Ottocento
si ebbe in Italia la separazione fra librerie d'assortimento,
che vendevano ogni genere di libri, e librerie antiquarie e nel
corso dei primi decenni del Novecento l'antiquariato librario
raggiunse uno sviluppo straordinario, attraverso imprese commerciali
che operavano contemporaneamente sul mercato nazionale e internazionale.
In quegli anni la disgregazione dei patrimoni delle famiglie di
antica nobiltà e la soppressione degli ordini religiosi
determinarono la dispersione di biblioteche nobiliari ed ecclesiastiche,
i cui patrimoni, attraverso i librai antiquari, andarono a costituire
le biblioteche di nuovi borghesi, di studiosi e di professionisti,
sempre più presi dalla passione per il collezionismo librario.
Anche le biblioteche pubbliche di tradizione si rivolsero al mercato
antiquario per incrementare il proprio patrimonio di rarità
bibliografiche.
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Sant'Antonino, Summa Theologica. Pars II,
Venezia, Nicolaus Jenson, 1480
(Bologna, Biblioteca dell'Archiginnasio,
16.B.III.3, c. a5r)
Il volume, con decorazione miniata bolognese, proviene dalla
raccolta di Matteo Venturoli acquisita dall'Archiginnasio
nel 1847; in precedenza era appartenuto al convento della
Certosa di Bologna (in basso lo stemma dell'ordine) |
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Sant'Antonino, Summa Theologica. Pars IV,
Venezia, Nicolaus Jenson, 1480
(Bologna, Biblioteca dell'Archiginnasio,
16.B.III.5, c. a5r)
Il volume, con decorazione miniata bolognese, proviene dalla
raccolta di Matteo Venturoli acquisita dall'Archiginnasio
nel 1847; in precedenza era appartenuto al convento della
Certosa di Bologna (in basso lo stemma dell'ordine) |
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Sant'Antonino, Summa Theologica. Pars V,
Strasburgo, Johann (Reinhard) Grüninger, 1490
(Bologna, Biblioteca dell'Archiginnasio,
16.B.III.6, c. a2r)
Il volume, con decorazione miniata bolognese, proviene dalla
raccolta di Matteo Venturoli acquisita dall'Archiginnasio
nel 1847. |
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