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SOLO FERRO, CEMENTO E QUATTRO MILIONI DI MATTONI?
No, lo Stadio Comunale "Renato Dall'Ara" non è semplicemente un riuscito assemblaggio di diversi materiali, una "struttura architettonica per manifestazioni sportive": è un monumento, uno dei più importanti costruiti a Bologna nel XX secolo, ma non solo.
Nei suoi 80 anni di vita lo Stadio ne ha viste di tutti i colori, gli sono stati dedicati libri e mostre, ha vissuto momenti di straordinaria celebrità, seguiti dal declino e dall'abbandono. Poi è arrivata la lenta rinascita, fino ad occupare il posto che gli compete non solo nella storia sportiva e architettonica della città, ma più semplicemente nella storia di Bologna.


1925: Arpinati visita il luogo dove sorgerà il Littoriale. Il Comune di Bologna, dicembre 1927, pp. 1032-1033.

STORIA DI UNO STADIO

1925-1926
Nel 1925 Leandro Arpinati (1892-1945), segretario federale del Fascio di Bologna, lancia una sottoscrizione pubblica per reperire i fondi necessari alla costruzione di un grande impianto polisportivo. Due anni prima ha inaugurato la Casa del Fascio di via Manzoni, ha fondato giornali ("L'Assalto" e "Vita Nova") e l'Università fascista.
Il suo potere in città è enorme, quasi incontrollato: è giunto il momento di un'impresa che suggelli la vittoria del fascismo e ne mostri le grandi capacità anche in ambito architettonico, con un'opera degna degli antichi romani.
Ma ci vogliono molti soldi, anche se non si è mai saputo quanti. Arpinati chiede alle aziende bolognesi di ogni settore un versamento "volontario" (in realtà coatto) di almeno 1000 lire (corrispondenti a 728 euro), un milione (728.000 euro) arriva dal governo, 3 milioni (2.186.000 euro) dal PNF (Partito nazionale fascista).
Il 12 giugno 1925 il re Vittorio Emanuele III posa la prima pietra e dopo solo due anni, il 31 ottobre 1926, Mussolini lo inaugura davanti a decine di migliaia di uomini della MVSN (Milizia volontaria per la sicurezza nazionale).
Lo stadio, l'elemento più importante del complesso polisportivo denominato il Littoriale, non è ancora del tutto terminato, ma è già imponente: le caratteristiche tecniche, in particolare l'uso del calcestruzzo armato, ne fanno una delle più ardite costruzioni d'Europa. La piscina coperta, riscaldata d'inverno, e la grande piscina scoperta, hanno pochi eguali nell'Italia dell'epoca.
Il progetto del grande complesso polisportivo è dell'ing. Umberto Costanzini (1897-1968), ingegnere capo dell'Ufficio tecnico della Casa del Fascio; un ruolo importante viene svolto anche dall'architetto Giulio Ulisse Arata (1881-1962), specialmente per la parte architettonica, ma entrambi lavorarono seguendo le direttive di Arpinati, la vera mente del progetto, il "silenzioso operante", come l'aveva definito lo stesso Mussolini.
Il Municipio di Bologna non fu minimamente coinvolto nel progetto e nella realizzazione: il Littoriale doveva dimostrare le grandi e autonome capacità organizzative e costruttive del fascismo bolognese.

Umberto Costanzini, Il Comune di Bologna, giugno 1927, p. 520. Le due torri all'interno del Littoriale in un'opera di Guido Ricci, Il Comune di Bologna, luglio 1927, p. 603

1927
Il Littoriale viene inaugurato ufficialmente con la partita Italia-Spagna nel maggio 1927, ma lo stadio ospiterà dal 26 giugno anche la prima di una lunga serie di esposizioni fieristiche, le Esposizioni Riunite, che prima si svolgevano alla Montagnola o a palazzo Fantuzzi, in via San Vitale, diventando così anche un punto di riferimento per l'economia cittadina.
Arpinati intanto è diventato il primo podestà di Bologna (26 dicembre 1926), nonché presidente della FIGC (Federazione italiana gioco calcio) ed in seguito del CONI (Comitato olimpico nazionale italiano): le prestigiose cariche ricoperte gli permetteranno di organizzare a Bologna importanti avvenimenti sportivi.

1929
Il progetto di Arpinati giunse però a compimento solo nell'ottobre 1929, VII anniversario della marcia su Roma, quando fu inaugurata la torre di Maratona, progettata da Giulio Ulisse Arata. Con i suoi 42 metri di altezza, contribuiva in modo determinante all'effetto di "romana grandezza" voluto da Arpinati, innestandosi su un edificio che già ricordava il Colosseo.
In cima al pennone della torre fu installata una Vittoria alata con fascio littorio, e in corrispondenza della grande nicchia una imponente statua di bronzo di Mussolini a cavallo, opera dello scultore Giuseppe Graziosi.
Arpinati, diventato nello stesso anno sottosegretario agli interni, era ormai il numero due del regime e il completamento del Littoriale testimoniava all'Italia non solo la potenza del fascismo, ma forse ancora di più quella dello stesso Arpinati, che rischiava così di fare ombra a Mussolini.
La stella del "ras dei ras" stava per tramontare, ma nel frattempo il Littoriale aveva profondamente modificato l'immagine della città, non più rappresentata soltanto dalle due torri e da altri monumenti storici, ma sempre di più dalla "mole arpinatiana", che campeggiava su giornali, guide turistiche, pubblicazioni di ogni genere.

1933
Nell'aprile del 1933 Arpinati cadde in disgrazia per dissidi con Mussolini e con Achille Starace, segretario del PNF. Nel 1934 fu arrestato e inviato al confino.
Da un giorno all'altro Arpinati, il capo indiscusso del fascismo bolognese, smise di esistere: il suo nome non doveva essere pronunciato, i suoi uomini subirono epurazioni, la sua opera fu sistematicamente demolita, ma la Casa del Fascio e il Littoriale non potevano essere materialmente cancellati.
"Anche il Littoriale, in un certo senso, subì le conseguenze della disgrazia politica del suo costruttore. Le foto della 'mole arpinatiana' sparirono dai giornali, il suo nome dai titoli e non fu più indicato come il simbolo della nuova era politica. In pratica fu declassato a quello che avrebbe dovuto essere sin dall'inizio: un contenitore di avvenimenti sportivi, mercantili e culturali". (Nazario Sauro Onofri, Vera Ottani, Dal Littoriale allo stadio: storia per immagini dell'impianto sportivo bolognese, Bologna, Consorzio Cooperative Costruzioni, 1990, p. 19).

1943
Dopo 10 anni fu la volta di Mussolini: il 26 luglio 1943, il giorno dopo la caduta del fascismo, la folla festante distrusse i simboli del regime, tra cui la statua del Littoriale. La testa della statua fu trascinata per le vie della città, mentre il cavallo, troppo pesante, rimase al suo posto, senza il corpo di Mussolini, ma con gli stivali ancora nelle staffe. Intanto, a seguito dei bombardamenti alleati, i locali del Littoriale, dove ormai non si svolgevano più eventi sportivi o fieristici, si riempirono di sinistrati e sfollati, come tragico effetto della sconfitta del fascismo.

1945-1990
Nel 1947 il cavallo di Mussolini, un po' macabro con gli stivali ancora sui fianchi, fu tolto dalla torre di Maratona ed utilizzato dallo scultore Luciano Minguzzi per realizzare le due statue dei partigiani attualmente a porta Lame.
Lo Stadio, non più Littoriale, riprese lentamente ad ospitare manifestazioni sportive (calcio, atletica, pugilato etc) ma anche politiche, religiose e musicali. Il 26 giugno 1955, ad esempio, una folla enorme seguì l'incontro di pugilato tra Francesco Cavicchi, di Pieve di Cento, e il tedesco Heinz Neuhaus, mentre il 28 giugno 1959 Palmiro Togliatti concluse allo Stadio la Conferenza regionale del PCI.
Memorabile il concerto di Patti Smith del 9 settembre 1979, ed i concerti degli U2 (17-18 luglio 1993) e di Vasco Rossi (vari concerti a partire dal 1993).
Il momento più importante degli ultimi 60 anni dello Stadio, intitolato nel 1984 a Renato Dall'Ara (presidente del Bologna FC dal 1934 al 1964), è però lo svolgimento dei mondiali di calcio del 1990, che portano ad una profonda trasformazione della struttura per adeguarla alle nuove norme internazionali.

Il progetto dell'architetto Enzo Zacchiroli e degli ingegneri Piero Pozzati e Franco Zarri ha consentito in particolare di ampliarne la capienza passando da 33.500 posti in piedi agli attuali 41.500 posti a sedere e di sostituire la pensilina con una nuova struttura a sbalzo in acciaio.
L'intervento, piuttosto delicato considerando che lo Stadio Comunale è un bene culturale sottoposto a tutela, ha tentato di preservare la lettura autonoma del vecchio Littoriale, predisponendo una serie di telai in acciaio che circondano il muro esterno dell'edificio e che sorreggono le nuove gradinate.
Questa importante ristrutturazione permette tuttora al "Dall'Ara" di svolgere degnamente il proprio compito, mentre ormai da anni si parla di costruire un nuovo stadio.


Progetto di ampliamento, nuova copertura tribuna e adeguamento alle nuove norme di sicurezza dello Stadio Comunale di Bologna. Prospetto Ovest. Progettisti: Piero Pozzati, Enzo Zacchiroli, Franco Zarri
(Studio Zacchiroli Architetti Associati)


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