Bologna la sportiva nei progetti di Arpinati.
La violenza squadrista aveva spianato la strada al fascismo verso
la conquista del potere, ma per conservarlo e rafforzarlo la sola
violenza non sarebbe bastata.
Arpinati, che pure le squadre fasciste le aveva organizzate e guidate,
lo capì in fretta, e fu tra i primi gerarchi a porsi l'obiettivo
di aumentare e rafforzare il consenso degli italiani verso il nuovo
regime.
Nel 1921 crea i Gruppi rionali (le sezioni decentrate del partito,
piccole Case del Fascio sparse per la città) e nel 1923 inaugura
la Casa del Fascio, gettando le basi per una intensa attività
politica, culturale, sociale, assistenziale e sportiva
Arpinati intuisce l'importanza che lo sport può avere per
conquistare nuovo consenso tra le masse e al tempo stesso forgiare
l'"italiano nuovo", più forte fisicamente e più
disciplinato.
La costruzione di un grande campo polisportivo del Fascio di Bologna,
composto da un grande stadio, da piscine e campi da tennis, rappresenta
la punta di diamante dell'attività arpinatiana in ambito
sportivo. Per dare ulteriore spessore all'iniziativa, Arpinati aveva
previsto al Littoriale la creazione di un Istituto superiore di
educazione fisica, che ebbe però vita molto breve (l'edificio
che doveva ospitarlo non fu mai costruito) e dell'Istituto di Medicina
Sportiva, realizzato nel 1929.
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"Il nuovissimo risveglio sportivo si deve unicamente
a Leandro Arpinati [
] Arpinati fondando il Littoriale,
ha dato il segnale per il prestigio muscolare della nuova
razza; il Littoriale vale il Colosseo, sia per significato
come per mole ed è il primo vero monumento della nuova
epoca".
Marcello Gallian,
Arpinati politico e uomo di sport, Roma, Casa Editrice
Pinciana, 1928, p. 14
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Il
littoriale, [2. ed.], Bologna, Tip. P. Neri, 1927 (pubblicazione
distribuita in occasione della inaugurazione dello stadio, il
29 maggio 1927, con l'incontro di calcio Italia-Spagna). |
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La Coppa
Arpinati ("L'Assalto", 2 febbraio 1929, p. 2).
Ideata e istituita da Arpinati nel 1927per "incanalare
le giovani energie verso il fascismo", era assegnata al
Gruppo rionale (le sedi decentrate del partito) che cumulava
il punteggio più alto dopo una lunga serie di gare di
vari sport, dal nuoto all'atletica, dal ciclismo al calcio.
Il Gruppo vincente avrebbe avuto l'onore di marciare alla testa
dei Gruppi rionali nelle manifestazioni ufficiali. |
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"Il
Littoriale", Bologna, Tip. Paolo Neri, [1927?]. |
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Il
Comune di Bologna, "Il Comune di Bologna", aprile
1927, p. 280.
31 ottobre 1926: Mussolini inaugura il Littoriale, non ancora
completato. Sullo sfondo si notano le impalcature per la costruzione
della tettoia in cemento armato posta sopra la tribuna. La Torre
di Maratona verrà inaugurata tre anni dopo. |
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Il
Comune di Bologna, "Il Comune di Bologna", gennaio
1928.
L'immagine della città fu fortemente influenzata dalla
costruzione del Littoriale, considerato all'epoca uno dei primi
esempi di opera monumentale mussoliniana.
In questa copertina Il Littoriale, da cui sorge un enorme fascio
littorio, è in posizione centrale rispetto alle Due torri,
sulla sinistra, e al santuario di San Luca, sulla destra.
"Il Littoriale non rappresenta un ritorno romano né
una prefazione all'avvento del futurismo architettonico. Si
tratta di una perfetta opera d'arte attuale e fascista, documento
della nostra età, affermazione di una civiltà
e di uno stile per sé stante, manifestazione classica
di un regime classico."
Giorgio Pini, Considerazioni sul Littoriale, "L'Assalto",
23 aprile 1927, p. 3. |
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Il
Comune di Bologna, "Il Comune di Bologna", aprile
1932, p. 20.
Un'immagine stilizzata del Littoriale (firmata Fausto Giorno
X°) pubblicizza la VI Fiera Esposizione al Littoriale. La
prima fiera (Esposizioni riunite) era stata ospitata al Littoriale
nel giugno del 1927. |
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Il
Comune di Bologna, "Bologna. Rivista del Comune",
maggio 1935, p. 78.
Al Littoriale non si svolgevano solo avvenimenti sportivi o
commerciali (le Esposizioni riunite), ma anche concerti, spettacoli
teatrali e perfino partite a dama con pedine umane.
Vi si tenevano inoltre le sfilate e le manifestazioni ginniche
delle varie organizzazioni di massa fasciste (balilla, avanguardisti,
Piccole italiane etc), dominate dalla imponente statua in bronzo
di Mussolini a cavallo, posta in corrispondenza della torre
di Maratona. |
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Il
Comune di Bologna, "Il Comune di Bologna", ottobre
1929, p. 5.
Il 27 ottobre 1929 fu inaugurata la grande torre di Maratona,
alta 42 metri ed opera dell'architetto Giulio Ulisse Arata.
In corrispondenza della nicchia centrale, fu posta una grande
statua di Mussolini a cavallo e sul pennone una Vittoria alata
con fascio littorio, entrambe opera dello scultore Giuseppe
Graziosi.
La statua riproduceva il momento in cui Mussolini, entrato
a cavallo nel Littoriale il 31 ottobre 1926, leggeva il "proclama
alle camicie nere della valle Padana" (da "L'Assalto",
26 ottobre 1929, p. 1).
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Il
Comune di Bologna, "Il Comune di Bologna", febbraio
1932.
Il Littoriale, con la torre di Maratona e la statua di Mussolini,
divenne almeno fino alla caduta in disgrazia di Arpinati (1933),
il nuovo simbolo della città, uno dei monumenti più
significativi davanti al quale scattare una foto ricordo.
Nella copertina della rivista del Comune del 1932, il nuovo
profilo di Bologna è dato dalle vecchie torri (le Due
torri e la torre dell'Arengo) e dalla nuova torre di Maratona. |
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