Mostra Archiginnasio Quattro matti dietro una palla
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Lo stadio dal 1945 a oggi Cliccare sulle immagini per ingrandirle
 
   

Gli archi murati e trasformati in piccole abitazioni per i sinistrati lungo il portico che costeggia lo Stadio, dal lato della torre di Maratona.
Risorgere dalle macerie, [S. l., s. n.], stampa 1945 (Bologna, Tipografia Luigi Parma), p. 30 (pubblicazione data alle stampe il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della Liberazione, su iniziativa di Mario Agnoli, ultimo podestà di Bologna).
Lo Stadio (non più Littoriale) fu risparmiato dai bombardamenti, ma fu utilizzato prima dai tedeschi e poi dagli alleati come deposito militare. Molti locali furono inoltre trasformati in abitazioni di fortuna per i tanti bolognesi che avevano perduto la casa a causa dei massicci bombardamenti che colpirono la città tra il luglio del 1943 e l'aprile del 1945.

Nino Comaschi, statua al Littoriale, 1945 ca.
Archivio Fotografico-Cineteca del Comune di Bologna.
Il 26 luglio 1943, dopo la caduta del fascismo, la parte superiore della statua fu abbattuta e la testa di Mussolini trascinata per le vie della città. Ora si trova conservata presso L'Istituto storico della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana).
Il busto, abbandonato al Littoriale, fu razziato dai tedeschi e portato in Germania, probabilmente per essere utilizzato nell'industria bellica.
Il cavallo, troppo pesante, rimase al suo posto, con ancora gli stivali di Mussolini sui fianchi. Infine nel 1947 fu tolto dallo Stadio e il bronzo venne riutilizzato dallo scultore Luciano Minguzzi per realizzare le statue dei due partigiani ora esposte a porta Lame.

Il sindaco Giuseppe Dozza (secondo a sinistra) e il presidente del Bologna F.C. Renato Dall'Ara (primo a destra) allo Stadio.
Nazario Sauro Onofri, Vera Ottani, Dal Littoriale allo stadio : storia per immagini dell'impianto sportivo bolognese, [Bologna], Consorzio Cooperative Costruzioni, stampa 1990, p. 79.

ASCBo, Carteggio amministrativo, anno 1952, tit. V.3.1, ordinanza del sindaco Dozza del 12 settembre 1952, prot. Gen. 54946.
Nel 1952 Dozza e Dall'Ara furono protagonisti di un episodio che ricorda le vicende di Peppone e Don Camillo, i personaggi dei racconti di Giovanni Guareschi, ambientati negli anni del dopoguerra nelle campagne padane.
Dozza, primo sindaco comunista di Bologna, all'atto del rinnovo della convenzione con la società Bologna F.C. per la gestione dello Stadio, decise che 100 posti della tribuna d'onore dovevano essere assegnati al Comune, che li avrebbe gestiti autonomamente. Dall'Ara, l'industriale nominato presidente del Bologna F.C. in epoca fascista, si oppose fermamente.
Dozza decise allora di far occupare la tribuna dai vigili urbani durante le partite del Bologna, e di vietarne l'accesso ai dirigenti della squadra locale.
Il 4 ottobre 1952 il "Giornale dell'Emilia" informava che era stata firmata la pace tra Dozza e Dall'Ara, con un compromesso ottenuto grazie all'intervento di Ottorino Barassi, presidente della F.I.G.C.

Francesco Cavicchi.
Storie di campioni a Pieve di Cento, a cura di Fausto Cuoghi, Comune di Pieve di Cento. Assessorato allo Sport, Assessorato alla Cultura, Bologna, Fausto Cuoghi Edi House editore, 1992, p. 59.

"Carlino-Sera", 27 giugno 1955, p. 4.
Lo Stadio ospitò anche nel dopoguerra spettacoli e manifestazioni di ogni genere.
Un grande successo ebbero gli incontri di boxe del campione di Pieve di Cento Francesco Cavicchi.
Il 26 giugno 1955 Cavicchi divenne campione europeo dei pesi massimi battendo ai punti, dopo 15 riprese, il tedesco Heinz Neuhaus, davanti ad una enorme folla riunita allo Stadio.

"L'Unità", 30 giugno 1959, p. 7.
28 giugno 1959: Palmiro Togliatti, segretario del P.C.I., parla allo Stadio in occasione della manifestazione per il 10° anniversario di fondazione della F.G.C.I (Federazione giovanile comunisti italiani).
A Bologna si stava svolgendo in quei giorni la Conferenza regionale del P.C.I. (27-29 giugno), che fu di grande importanza per il rinnovamento del partito.

Enrico Pasquali, Togliatti allo Stadio Comunale, 1959.
Archivio Fotografico-Cineteca del Comune di Bologna.
Il 28 giugno 1959 i giovani comunisti sfilano davanti a Togliatti e a Berlinguer con un grande ritratto di Eugenio Curiel, giovane dirigente comunista ucciso nel 1945 dai fascisti.


L'architetto Enzo Zacchiroli, al centro della foto, mentre illustra il progetto di ristrutturazione dello Stadio.
Foto di proprietà dello studio Zacchiroli Architetti Associati di Bologna.

Per poter ospitare alcune partite del campionato del mondo di calcio del 1990, lo Stadio Dall'Ara è stato ampiamente ristrutturato, con un progetto firmato dall'architetto Enzo Zacchiroli e dagli ingegneri Piero Pozzati e Franco Zarri.
Il vecchio impianto è stato lasciato sostanzialmente intatto, costruendo nuove gradinate poggianti su una serie di telai in acciaio che seguono la struttura in cemento armato costruita nel 1925-1926.
La vecchia pensilina in cemento che copriva la tribuna centrale è invece stata abbattuta, in quanto poggiava su colonne che limitavano la visibilità del campo, ed è stata sostituita con una struttura in acciaio.
Non è stata realizzata la galleria che doveva collegare la torre di Maratona alla tribuna centrale, per non rischiare di modificare con gli scavi la complessa stratificazione dei vari materiali su cui poggia il manto erboso, considerato uno dei migliori d'Italia.


Particolare del progetto di ristrutturazione dello Stadio: la struttura in acciaio segue le linee del vecchio impianto, caratterizzato dal rivestimento in mattoni.
Progetto di ampliamento, nuova copertura tribuna e adeguamento alle nuove norme di sicurezza dello Stadio comunale di Bologna.Progettisti: prof. ing. Piero Pozzati, dott. arch. Enzo Zacchiroli, prof. ing. Franco Zarri. Copia dal progetto originale di proprietà dello studio Zacchiroli Architetti Associati.

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