Primi calci, primi successi
   

ARRIGO GRADI - QUATTRO MATTI DIETRO UNA PALLA
Ritornare con la mente al lontano 1909 può essere un piacere e contemporaneamente una tristezza. Però debbo dire francamente che riportarmi, per quanto riguarda il Bologna F.C. a 50 anni addietro, mi procura un vero piacere per i ricordi tanto cari, ed anche perché mi da l’occasione di fare un poco conoscere alle giovani generazioni, come nacque, come progredì e soprattutto come noi del 1909 intendevamo il football.
La nostra società nacque per la decisione di pochi giovani che avevano studiato all’estero e di alcuni stranieri residenti a Bologna, che avevano praticato il football. Si fece l’acquisto di un pallone, partendo la spesa fra noi, e ognuno si procurò quel minimo necessario di equipaggiamento di gioco che occorreva, e che gran parte di noi già aveva da quando giocava all’estero. Cominciammo così, con il permesso della Autorità Militare, ad andare in Piazza d’Armi, per fare un poco di moto e passare qualche ora all’aria aperta.
Naturalmente non mancarono presto i curiosi che vennero a vedere cosa facevamo e così cominciammo ad invogliare alcuni ragazzi invitandoli a calciare con noi. Dopo poco tempo avevamo un discreto numero di seguaci, e benché fossero ancora pochissimo esperti nel gioco, potemmo iniziare delle partitine di addestramento a squadre quasi complete.
Io andavo agli allenamenti con la casacca rossoblu della squadra di calcio dell’Istituto che avevo frequentato in Svizzera e fu cosi che i colori rosso-blu divennero quelli del Bologna F.C. che fu poco dopo costituito. La società nei primi tempi viveva del modestissimo introito delle quote sociali, che naturalmente venivano pagate sia dai soci giocatori che dai pochissimi soci non giocatori. Si giocava, come detto, in Piazza d’Armi in campo aperto e tutti potevano venire a vedere gratis “quei matti che corrono dietro una palla”.
Noi giocatori pagavamo di tasca nostra tutto quanto era necessario: scarpe, casacca, calzoncini, calzettoni, ecc. Segnavamo il campo di gioco solo quando si doveva giocare una partita vera e propria con altra società, e poiché l’Autorità Militare ci aveva gentilmente concesso di giocare a condizione che il terreno fosse poi lasciato completamente sgombro, le porte erano smontabili e venivano montate ogni volta che andavamo ad allenarci o che si giocava una partita, smontandole poi subito dopo. Ben presto la nostra prima squadra divenne abbastanza forte da potere partecipare al Campionato Emiliano che fu vinto molto facilmente da noi. A questo riguardo è interessante citare che le gare contro la Sempre Avanti e contro la Virtus, furono giocate nello stesso pomeriggio con un riposo di pochi minuti fra una gara e l’altra, cosi che giocammo per ben tre ore consecutive!!!
Ma allora era tale l’entusiasmo che, come già detto, non solo pagavamo per giocare, ma avremmo fatto qualsiasi sacrificio per il buon nome del Bologna F.C. e per tenere alti i colori rossoblu.
Poi venne finalmente il momento in cui potemmo prendere in affitto un campo di gioco alla Cesoia, fuori Porta San Vitale, dove le porte potevano essere fisse, il campo cintato e fu costruita una piccola tribuna in legno. Cominciammo così ad avere un pubblico pagante.
In un incontro col Casale F.C. rimasi infortunato e dovetti rimanere inattivo per molto tempo, poi venne la prima guerra mondiale e fui richiamato alle armi.
Quando fui congedato feci parte del Consiglio Direttivo del Bologna F.C. e si dovette fare rivivere la società e ricostruire la squadra. Si passò dal campo della Cesoia a quello dello Sterlino, dove fu costruita una tribuna coperta e una gradinata, ambedue in cemento armato. Potemmo mettere presto in campo una squadra ben organizzata e che comprendeva elementi molto promettenti, e poiché un buon allenatore avrebbe certamente potuto portare un miglioramento sia ai singoli giocatori che al complesso della squadra, io andai in Austria e in Cecoslovacchia per cercare un allenatore. Portai cosi a Bologna il Dott. Ermanno Felsner, che insegnò veramente a giocare con intelligenza e precisione. Fu in quell’epoca che il Bologna F.C. raggiunse fama nazionale e internazionale, fu Campione d’Italia e vinse la Coppa d’Europa.
Il ricordo di quei bei tempi del Bologna F.C. sono per me di grande soddisfazione e mi farebbe molto piacere che anche i giocatori di oggi fossero animati da altrettanto entusiasmo, da altrettanta buona volontà di giocare e migliorarsi facendo eventualmente anche qualche sacrificio per il buon nome del Bologna F.C., che proprio oggi compie 50 anni, ma talvolta è sembrato più vecchio delle sue molte e faticate primavere agonistiche. Ma ora, con l’inizio del secondo mezzo secolo, sembra rinnovarsi. Ed io, che fui il suo primo capitano, gli sono vicino più ansioso che mai.

Il testo è tratto da: Il mezzo secolo del Bologna: 1909-1959, Bologna, Poligrafici Il Resto del Carlino, 1959, pp. 131-132.


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