1. Introduzione
La ricostruzione della storia della fabbricazione della carta
a Bologna presenta numerose lacune e difficoltà nonostante
la città, sede di una prestigiosa e antica Università,
rappresenti storicamente un importante centro di produzione e
di consumo di carta. Infatti, non solo non conosciamo l'occasione
né i responsabili dell'introduzione del nuovo materiale
nella capitale del diritto dell'Europa medievale, ma gli artigiani
operanti all'interno delle cartiere rappresentano per lungo tempo
una categoria di mestieri sommersi, la cui identità è
ignota forse anche ai contemporanei.
Eppure, fin dai primi esemplari prodotti in Italia, l'origine
e le caratteristiche qualitative del foglio 'alla forma' sono
indicate dalla filigrana, costituita da un simbolo, da una sigla
o da una combinazione di lettere e figure visibili in trasparenza
sulla carta stessa. Tuttavia, il ruolo svolto dalle filigrane
e il significato da attribuire loro sfuggono ancora in larga parte
alla comprensione dello studioso, dal momento che essi non sono
univoci né stabili nel tempo.
Il passaggio tra i secoli XVII e XVIII rappresenta un momento
particolarmente fortunato per l'inizio di una indagine storica
sulla produzione e sul commercio della carta bolognese, dato che
la ricerca può essere fondata sulla conoscenza della struttura
e del ruolo dei marchi in uso in questi anni; infatti, all'inizio
del secolo XVIII le prescrizioni emanate dall'autorità
cittadina impongono al fabbricante di contrassegnare i fogli con
nuovi marchi, i quali devono indicare la tipologia del manufatto,
tramite una serie di simboli codificati, e il nome del produttore
compendiato dalle iniziali alfabetiche; poiché le fonti
archivistiche ci tramandano i nomi di alcuni 'cartari' attivi
in questo periodo nei mulini cittadini, il riscontro documentario
consente in numerosi casi di risalire dalle iniziali filigranate
impresse sui fogli all'identità del loro produttore.
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Elenco cartari