LA FABBRICAZIONE DELLA CARTA
1. Attrezzature e fasi della lavorazione
La tecnica della produzione cartaria pre-industriale si avvale di
due processi di lavorazione: la separazione e la scomposizione delle
fibre dei tessuti vegetali, e la loro ricomposizione in un nuovo
materiale.
La materia prima per la produzione della carta è rappresentata
dagli stracci di lino, canapa e cotone, che gli straccivendoli raccolgono,
dividono in bianchi e colorati, in fini e grossi e consegnano alla
cartiera. Qui essi vengono tagliati in strisce sottili e immersi
in acqua per 12-14 giorni ('macerazione'), per ammorbidirne le fibre;
queste, poste all'interno di grandi vasche ('pile'), vengono successivamente
separate le une dalle altre e scomposte mediante l'azione prolungata
di magli azionati dall'albero a camme di una ruota idraulica, fino
alla loro riduzione a polpa di cellulosa ('pesto').
Pila. A: Maglio
Diluite in soluzione acquosa all'interno di una 'tina', le fibre
vengono filtrate immergendo nella polpa in sospensione un setaccio
('modulo' o 'forma') composto da una trama di sottili fili metallici
fissati ad un telaio di legno; l'agitazione in senso orizzontale
del setaccio provoca la fuoriuscita dell'acqua e la stratificazione
omogenea sulla trama della polpa di cellulosa.
In tal modo, tramite la semplice adesione delle fibre, si ottiene
il foglio, che viene rovesciato dal setaccio ('sformatura') sulla
serie di quelli già prodotti; la 'posta' formata da un determinato
numero di fogli intercalati a feltri viene pressata per eliminare
l'umidità in eccesso. La produzione del foglio di carta richiede
l'opera simultanea di due figure: il lavorante, dopo aver immerso
il setaccio nella pasta di cellulosa, lo porge al ponitore e, con
un unico movimento, riceve dalle sue mani un secondo setaccio che
il ponitore nel frattempo ha rovesciato, deponendo il foglio sul
feltro per l'asciugatura.
2. Filigrana e contromarca
La filigrana consiste nell'impronta lasciata sulla carta da un filo
metallico cucito sulla trama del telaio impiegato per la fabbricazione
del foglio; essa può rappresentare un oggetto, un simbolo,
un personaggio mitologico, una lettera o una combinazione di questi
elementi. Oltre a rivestire la funzione di contrassegno della cartiera
e di protezione del marchio dai frequenti tentativi di contraffazione,
la filigrana indica il formato e la qualità della carta.
Fissata al centro di una delle due metà della forma, la filigrana
presenta l'asse verticale orientato nello stesso senso dei filoni.
I due telai impiegati simultaneamente dai lavoranti addetti ad una
stessa tina ('forme gemelle') vengono contrassegnati dallo stesso
simbolo, e da un disegno identico nelle intenzioni del fabbricante;
le piccole differenze osservabili tra l'una e l'altra filigrana
gemella non sono intenzionali, ma dovute all'imprecisione della
riproduzione manuale del segno. Le forme appartenenti ad una coppia
vengono intenzionalmente distinte l'una rispetto all'altra non in
base al soggetto rappresentato dalle filigrane, ma in base alla
loro posizione: i due segni gemelli infatti vengono cuciti sulle
due metà opposte di ciascuna forma, invertendo talvolta l'orientamento
del disegno quando questo presenta un'asimmetria rispetto all'asse
verticale.
Tra i secoli XV e XVI, la diffusione della stampa a caratteri mobili
determina una crescente richiesta di carta e un conseguente aumento
della concorrenza fra le cartiere.
A ulteriore difesa del marchio, si aggiunge allora alla filigrana
un segno supplementare, la 'contromarca', costituita da lettere
cucite generalmente nella metà opposta della forma, più
raramente a fianco della filigrana o giustapposte (vedi ad esempio
BCABo, fondo speciale Gozzadini,
b. 32, n. 41).
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