La decorazione degli stemmi era legata alle consigliature studentesche
elette ogni anno. I rappresentanti avevano il diritto di dipingere il
loro stemma. Gli stemmi decorano le pareti sempre secondo un ordine prestabilito:
le nationes (cioè le regioni di provenienza dei vari gruppi
di studenti) erano divise in citramontane e ultramontane, ovvero al di
qua e al di là delle Alpi.
Le nationes erano sempre disposte
secondo una certa sequenza per i legisti e secondo un'altra per gli artisti.
Raggiunsero un massimo di 50 per i legisti e di 37 per gli artisti, nel
XVII secolo.
Non sempre il rappresentante di una natio era originario di quel
medesimo luogo. Spesso suppliva uno studente di altra nazionalità.
La regolamentazione degli spazi dove apporre gli stemmi era nelle mani
della Gabella Grossa, la magistratura bolognese che gestiva l'Archiginnasio.
Nel Seicento cominciarono ad esserci gravi problemi di spazio. Si coprivano
decorazioni precedenti, con l'obbligo di riprodurle più in piccolo
il più vicino possibile (si veda ad esempio, nella Sala dello Stabat
Mater, la memoria
di Angelo Spannocchi, fiancheggiata da stemmi riprodotti in dimensioni
minori). Poi non si seguì più questa usanza.