Eventi memorabili: dopo l'Unità
1861: per l'identità degli italiani
[ANONIMO], Passaggio del Re per la galleria
di destra dell'ottagono, per la cerimonia dell'inaugurazione
[ANONIMO], Cerimonia dell'inaugurazione (15 settembre 1861)
Incisioni riprodotte in «L'esposizione italiana del 1861. Giornale
con incisioni e con gli atti ufficiali della commissione reale»,
Firenze, n. 12, 23 novembre 1861, pp. 92-93
(BCABo, 13.CC.VIII.54)
Provenienza: Dono Cav. I. Luminasi, 1842
Per promuovere i progetti politici e culturali sabaudi sulla neonata nazione
italiana, il re Vittorio Emanuele II, sul modello delle esposizioni
universali di Londra (1851) e Parigi (1855), indisse la prima Esposizione
nazionale italiana, inaugurata il 15 settembre 1861 a Firenze nei
locali dell'ex stazione Leopolda ristrutturata per l'occasione e
a tutt'oggi centro espositivo e culturale della città. All'evento,
che durò circa tre mesi, parteciparono più di 8.500
espositori provenienti da ogni parte d'Italia e d'Europa, per mostrare
agli stranieri, ma soprattutto agli Italiani, il grado di sviluppo
scientifico e artistico raggiunto nel paese.
Protagonista fu la pittura moderna italiana, rappresentata fra l'altro
dalla "macchia", che faceva il suo ingresso nel panorama
artistico nazionale dopo anni di discussioni, sperimentazioni e
ricerche condotte intorno ai tavolini del Caffè Michelangiolo
di Firenze.
L'Esposizione costituì uno degli eventi più significativi
ideati per sancire il progetto politico e culturale dell'Italia:
essa nasceva «con l'auspicio di raccogliere in un organico
panorama i prodotti dell'ingegno nazionale», tra cui si contavano,
seppure in maniera molto ridotta, i contributi di Roma e del Veneto
(che infatti furono rappresentate alla manifestazione dai rispettivi
comitati in lutto).
Molte erano le questioni politiche ancora non definite per la formazione
del Regno d'Italia: prima tra tutte l'aspirazione ad integrarlo
con il Lazio e le tre Venezie.
«Seguendo il modello di analoghe iniziative internazionali,
le delibere governative decretarono la presenza nell'Esposizione
anche delle belle arti che si erano da sempre dimostrate garanti
di una mai spenta dignità nazionale ed anzi s'erano vivacemente
proposte, in special modo nell'appena trascorsa stagione romantica,
quale suggestivo veicolo per gli ideali di riscatto patriottico»
(Carlo Sisi, 2008).
Il settore riservato alle Belle Arti privilegiava gli artisti operanti
in Toscana, ma si proponeva di rappresentare un panorama esauriente
e parzialmente retrospettivo delle varie scuole regionali tra cui
quella bolognese, con esponenti quali Malatesta, Ferrari e Guardassoni,
quest'ultimo considerato il più moderno, in virtù
anche dei suoi aggiornamenti sulla cultura pittorica francese -
lo si avvicinava a Delaroche - e inglese. Lo sottolinea in particolare
Pietro Selvatico Estense nelle sue "osservazioni" su Le
condizioni dell'odierna pittura storica e sacra in Italia
rintracciata nella Esposizione nazionale seguita in Firenze nel
1861 (Padova, 1862).
Ricordiamo che solo due anni prima, in occasione del concorso Ricasoli,
bandito nel 1859 a Firenze dal governo provvisorio seguito all'armistizio
di Villafranca, le tematiche di storia antica si trovarono per la
prima volta affiancate a quelle di storia contemporanea, rappresentate
dai quadri di argomento risorgimentale, volti all'esaltazione
dell'eroismo di cittadini, soldati e capi militari (C. Bon,
1984). «L'esigenza di stimolare gli ideali nazionalistici
solo attraverso il passato non aveva più senso in quanto
era la storia contemporanea a fare l'Italia e solo attraverso essa
la pittura poteva lanciare il suo messaggio etico e politico, al
di là delle regole teoriche delle accademie e delle varie
correnti stilistiche» (Collina, 1993, p. 11).
Bibliografia
Catalogo illustrativo delle opere di pittura, disegni, incisioni
ed altri oggetti di belle arti ammessi alla prima esposizione italiana
del 1861 in Firenze, Firenze, tipografia di G. Mariani, 1861;
Esposizione italiana agraria, industriale e artistica tenuta
in Firenze nel 1861. Catalogo officiale pubblicato per ordine
della Commissione Reale, Firenze, tip. Barbera, 1862
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