Eventi memorabili: prima dell'Unità
1848 - 1849
Achille Frulli (attivo 1829-1855) dis., Resti
ad eterna ricordanza de' posteri il glorioso combattimento nella Montagnola
il giorno VIII Agosto 1848
Litografia, Lit. Angiolini, [ca. 1850]
(Museo del Risorgimento, Bologna, 1249 Sa bol,
7) Con il proclama del 29 aprile 1848, solo sei giorni
dopo che Carlo Alberto di Savoia aveva dichiarato la guerra all’Austria,
Pio IX prende le distanze dal movimento nazionale di liberazione,
rientrando di fatto nell’alveo della “protezione”
austriaca. Dopo le sconfitte inflitte in luglio all’esercito
piemontese, l’Austria occupa Ferrara e distrugge Sermide.
"All'inizio di agosto, quando il generale Ludwig Welden invase
il territorio pontificio e si diresse verso Bologna, l'autorità
civile cittadina, ritenendone impossibile la difesa, decise di allontanare
dalla città tutte le milizie assoldate e i volontari per
evitare conflitti con gli Austriaci" (Tarozzi, 1998). In base
agli accordi, gli Austriaci dovevano aspettare fuori, ma alcuni
entrarono lo stesso, provocando i cittadini, che reagirono vivacemente.
In seguito a ciò il generale Ludwig Welden ordinò
l'occupazione di Bologna da parte dell'esercito acquartierato fuori
dalle mura come presidio del potere di Pio IX.
La cacciata di queste truppe da parte del popolo di Bologna l'8
agosto 1848 costituì una spontanea ribellione che ebbe come
protagonista per lo più il popolo: la storiografia ha messo
in luce come l'insurrezione sia stata frutto di un sentimento "autarchico"
di autodifesa del proprio territorio più che di una consapevole
rivendicazione unitaria. Ai popolani sommariamente armati si affiancavano
la Guardia civica, i carabinieri e i finanzieri, mentre molti giovani
bolognesi non erano a Bologna perché impegnati nella prima
fase della Prima Guerra di Indipendenza. Per la prima volta, tra
i combattenti si trovavano donne, in prevalenza del popolo. Tra
i pochi nobili che si impegnarono nella battaglia, va ricordato
il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli (In mezzo alla folla
è il Pepoli, 2011), ma anche sua sorella come Carolina
Pepoli Tattini: per la prima volta, tra i combattenti si trovavano
donne, in prevalenza però appartenenti ai ceti popolari (G.
Guidi, I combattenti dell’8 agosto, in Un giorno
nella storia di Bologna, 1998, pp. 15-24).
Nell'incisione gli Austriaci, asserragliati sulla Montagnola da
cui investono la folla con i cannoni dell'artiglieria, sono aggrediti
da drappelli di popolani, posti a ridosso delle case sul lato destro,
cui si mescolano alcune guardie in divisa. Gli Austriaci furono
poi cacciati fuori dalle mura attraverso porta Galliera, l'unica
rimasta aperta.
Fino al 3 settembre 1848 (ritorno del cardinale Luigi Amat) vi fu
poi un vuoto di potere, con la città in mano alle squadre
popolari e alla Guardia civica. Il 9 marzo 1849 Bologna aderì
alla Repubblica Romana, che durò dal 9 febbraio al 4 luglio
1849. A maggio iniziò l'avanzata degli eserciti stranieri:
gli Austriaci riconquistarono la città il 16 maggio e se
ne andarono definitivamente solo il 12 giugno 1859.
Ricordiamo che l’eroica azione dell’8 agosto valse a
Bologna la Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento
Nazionale, che le fu tributata da Umberto I nel settembre del 1898.
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