1457, luglio 1
Ludovico Giovanni Milà, cardinale del titolo dei
Santi Quattro Coronati, cardinale di Segorbe (Spagna), legato
di Bologna, dellEsarcato di Ravenna e della provincia
di Romagna, concede a Galeazzo Marescotti de Calvi i beni
fondiari che erano stati dei Conforti, poi erano passati
ai Ghisilieri e poi erano stati confiscati dalla Camera
di Bologna a seguito della ribellione dei Ghisilieri.
Essendo il cardinale legato già stato supplicato
dal Marescotti nellottobre del 1456, mentre era assente
da Bologna e si trovava presso la Curia Romana, di questa
donazione, a compenso dei danni sopportati per la Chiesa,
ma con la condizione che i Riformatori dello Stato di libertà
Dionigi da Castello, Giovanni Guidotti e Nicoloso Poeti
confermassero che i beni in oggetto appartenevano alla Camera
di Bologna, non avendo notizie dopo tanto tempo di questa
conferma, il cardinale stesso aveva incaricato il suo uditore
e luogotenente, il dottore Bartolomeo Castiglione, di stabilire
la proprietà dei beni. In una relazione, riportata
nel testo e datata 25 giugno 1457, egli confermò
che i beni appartenevano alla Camera di Bologna, nonostante
fossero stati rivendicati da Floriano e Giovanni, figli
minori ed eredi di Giovanni Matteo Minotti, che avevano
anche ottenuto una sentenza a loro favorevole. Il cardinale
legato assegna quindi a Galeazzo Marescotti de Calvi e a
suo padre Ludovico Marescotti de Calvi i seguenti beni:
un cassero con una torre e 12 tornature di terra arativa
posti nella guardia di Anzola (Emilia) nel luogo detto Confortino,
confinante con il fosso Martignone; una terra prativa boschiva
e paludosa di 22 tornature posta nella guardia di Anzola
nel luogo detto «El pra de la valle» o «El
pra dal ponton», confinante con il Martignone e con
la Fossesella; un cassero con due tornature di terra posta
nella guardia di Anzola confinante con la fossa; una terra
arativa con alberi di 18 tornature posta nella guardia di
Crespellano nel luogo detto «al Campo da la fontana»
confinante con la Fossesella e con la fossa del cassero;
una terra arativa di 12 tornature posta nella comunità
di Anzola nel luogo detto «la Croxe» confinante
con la Fossesella; una terra prativa e boschiva di tornature
40 posta nella guardia di Anzola; una terra aratoria di
7 tornature posta nella guardia di Anzola a nord della strada
che va a Castel Franco (la via Emilia); una terra boschiva
di 2 tornature nella guardia di Crespellano nel luogo detto
«Rastioro» confinante con i beni della pieve
di Monteveglio. La donazione avviene anche a seguito della
precedente donazione ottenuta da Galeazzo Marescotti dallo
stesso cardinale legato il 5 dicembre 1455 del castello
di Confortino posto nella guardia di Anzola, confinante
con il fosso Martignone, con una torre, le muraglie, la
fossa, la cerchia esterna e con un terreno di 2 tornature,
donazione confermata dai Riformatori nellottobre 1456.
La donazione presente comporta anche la possibilità
di ricostruire il castello del Confortino, nonostante una
rubrica dello statuto di Bologna vieti la costruzione di
nuovi castelli e nonostante unaltra rubrica disponga,
per le donazioni superiori alle 100 lire, la presenza di
uno dei giudici del podestà, di un notaio e di un
certo numero di testimoni.
Latto è rogato a Crespellano, dove il cardinale
legato aveva stabilito la sua residenza, come era solito
fare in tempo di contagio, il 1° luglio 1457, anno terzo
del pontefice Callisto III.
Il decreto di donazione viene approvato dai Sedici Riformatori
dello stato di libertà, ad eccezione del diritto
di terzi e ad eccezione del diritto di ricostruzione del
castello del Confortino, e sottoscritto dal cancelliere
Alberto Parisi. In data 27 agosto viene completamente approvato
e sottoscritto dallo stesso cancelliere.
Il decreto viene registrato nel campione dei dazi e delle
gabelle al foglio 343 da Battista del fu Castellano Castellani,
notaio dei difensori dellavere.
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