Il documento
Si tratta di una pergamena originale ripiegata più
volte, con i fori per appendere il cordoncino del sigillo
che autenticava la concessione.
Il sigillo in cera, conservato a parte e ancora corredato
dal cordoncino, è racchiuso in una apposita teca
di metallo. È quello che il cardinale Milà
apponeva sui documenti da lui emessi, come mostra il confronto
con un sigillo conservato al Kunsthistorisches Museum di
Vienna. Si tratta di una donazione di beni e diritti; per
conferire maggiore solennità allatto la lettera
iniziale fu miniata e colorata di verde.
Si tratta dunque di un documento originale, di cui sono
conosciute due copie: una in Archivio di Stato di Bologna,
Comune, Governo, Riformatori dello stato di Libertà,
Libri mandatorum, n. 397, vol. 13, 1457-59, cc. 19v-21v
e una nello stesso Archivio di Stato, Archivio Aldrovandi
Marescotti, Istrumenti Marescotti, b. 682, n. 27.
La prima è inserita nel registro che conserva linsieme
dei provvedimenti presi o dai Riformatori o dal governatore
o dal cardinale legato o suo luogotenente, mentre la seconda
è una copia semplice coeva che la famiglia fece fare
e tenne in archivio per maggiore sicurezza.
Loriginale e le due copie sono identici, tranne per
luso del notaio che scrisse la copia semplice conservata
nellArchivio Marescotti di scrivere Fosesella
anziché Fossesella. Nelle due copie mancano
le due indicazioni apposte dal notaio Alberto Parisi sullapprovazione
da parte dei Sedici Riformatori e quella apposta sul retro
dal notaio Battista Castellani sulliscrizione del
registro dei dazi e gabelle.
I protagonisti dellatto Il concedente è Ludovico Giovanni Milà,
a volte italianizzato in Milani, cardinale spagnolo (catalano),
che fu vescovo di Segorbe, in Spagna, provincia di Valencia,
insignito del titolo dei Santi Quattro Coronati, basilica
romana sul colle Celio. Fu cardinale legato di Bologna e
della Romagna fra il 1455 e il 1458, nominato da suo zio,
il pontefice Callisto III (Alfonso Borgia).
Ludovico e Galeazzo Marescotti de' Calvi furono
padre e figlio, sostenitori della famiglia Bentivoglio.
Il primo, Ludovico, fu un noto dottore in diritto civile,
insegnante dello Studio, partigiano di Antongaleazzo Bentivoglio
fino alla sua morte il 23 dicembre 1435, e poi di suo figlio
Annibale. Soprattutto il secondo, Galeazzo, acquisì
meriti politici come fervente sostenitore di Annibale Bentivoglio,
liberandolo con il fratello Tideo e alcuni compagni ai primi
di giugno 1443 in maniera avventurosa dalla prigionia nella
rocca di Varano (Varano Melegari, provincia di Parma), dove
il Bentivoglio era trattenuto da Francesco Piccinino. Galeazzo
fu anche letterato e cronista, che lasciò un dettagliato
racconto della liberazione di Annibale Bentivoglio dalla
prigionia e dei burrascosi tempi che videro poi la presa
di potere di Sante Bentivoglio.
Fu a seguito delluccisione di Annibale Bentivoglio
e il ferimento dello stesso Galeazzo Marescotti da parte
dei Canetoli e dei Ghisilieri, il 24 giugno 1445, che i
beni dei Ghisilieri furono confiscati dalla Camera cittadina.
I Sedici Riformatori dello stato di libertà
sono una magistratura (carica politica) creata nel 1394
dapprima come straordinaria, poi come ordinaria, che riuniva
i più influenti e ricchi esponenti dell aristocrazia
cittadina, in linea di massima favorevoli alla signoria
dei Bentivoglio.
Il luogotenente e consigliere del cardinale legato, dottore
in legge, che nellatto figura con la sola iniziale
del nome, B. Castiglione, è in realtà Bartolomeo
Castiglione, il cui nome compare in altri atti degli
stessi anni nei Libri mandatorum (ad esempio nel vol. 12,
1454-1456, a c. 79v e 81r, nellanno 1455).
Il notaio P. Pastoris che firma latto è Petrus
Pastoris che sottoscrive diversi provvedimenti trascritti
nei Libri mandatorum di quegli anni.
I luoghi
La donazione richiama una precedente concessione del castello
di Confortino posto nella guardia di Anzola (Emilia), comprendente
una torre, le muraglie, la fossa, la cerchia esterna e un
terreno di 2 tornature (1 tornatura bolognese corrisponde
a mq 2080,44). La donazione in oggetto invece riguarda un
cassero con una torre e 12 tornature di terra arativa posti
nella guardia di Anzola nel luogo detto Confortino,
un altro cassero con 2 tornature di terra posto anchesso
nella guardia di Anzola, e vari terreni coltivati e incolti
nelle comunità sia di Anzola sia di Crespellano,
cioè sia a sud che a nord della via Emilia.
Il Confortino è oggi costituito dal palazzo Marescotti
e da una torre colombaia molto particolare, cioè
dotata di una struttura esterna a loggiati che fascia
tutta lestensione della torre. Invece a metà
del Quattrocento esistevano due strutture fortificate con
lo stesso nome, che erano allora comprese nella comunità
di Anzola, mentre oggi il Confortino si trova nel comune
di Crespellano. In altri documenti coevi si parla del Confortino
vecchio e del Confortino nuovo: nel 1458 Ludovico e Galeazzo
Marescotti commissionarono al maestro Martino di Giorgio,
originario di Mandello, sul lago di Como, la ricostruzione
del Confortino vecchio (il castello ricevuto nel 1455) utilizzando
i materiali ricavati dalla distruzione del Confortino nuovo
(il castello ricevuto nel 1457). Laspetto attuale
del palazzo Marescotti al Confortino e della torre colombaia
è quindi quello che è risultato dalla ricostruzione
del 1458 e da eventuali altri interventi successivi.
Immagini del Palazzo del Confortino
Immagini di Palazzo Marescotti a Bologna
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