(Urbino 1535-Fossombrone 1578)
Figlio del duca di Urbino, Francesco Maria I, Giulio Feltrio nacque nel 1535. Destinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica, fu creato cardinale a 14 anni dal papa Paolo III. Nello stesso anno, 1548, fu nominato legato di Perugia e dell'Umbria e nonostante la giovane età seppe governare con fermezza, grazie alla guida di Giovanni Angelo de' Medici, vescovo di Ragusa e futuro papa Pio IV. I legami politici familiari e le notevoli capacità personali, garantirono al Della Rovere una brillante carriera politica ed ecclesiastica e il raggiungimento di posizioni di notevole prestigio e potere. Solo nel 1560 ricevette dal papa Pio IV, suo protettore, l'anello cardinalizio, avendo in precedenza trascurato di adempiere agli obblighi che la sua dignità di porporato richiedeva. Nel 1566 passò nel Collegio dei cardinali dall'ordine diaconale a quello presbiteriale. Ebbe molti incarichi importanti: protettore della S. Casa di Loreto, vescovo di Vicenza, arcivescovo di Ravenna e, solo negli ultimi anni della sua vita, arcivescovo di Urbino, nonostante che fin dalla sua precoce nomina cardinalizia fosse stato soprannominato il "cardinal d'Urbino". In tutti si distinse per la propensione a stimolare le iniziative culturali e assistenziali e per l'energia con cui combatté il protestantesimo ed applicò le direttive controriformistiche del Concilio di Trento. Da questi suoi orientamenti, oltre che dallo stabilimento di legami di parentela tra le rispettive famiglie, nasceva il forte legame con Carlo Borromeo, nonostante il diverso costume di vita e il diverso modo di intendere gli obblighi dello stato ecclesiastico: per non dire altro, il Della Rovere ebbe due figli, legittimati da Pio V e convenientemente collocati nel sistema di potere civile ed ecclesiastico dello stato pontificio. Il cardinale Della Rovere non risulta aver avuto diretti legami con Bologna e ciononostante, come risulta dall'iscrizione a lui dedicata nel 1565, al momento dell'inaugurazione del nuovo palazzo dell'Archiginnasio (1563), lo Studio bolognese venne posto sotto la sua alta protezione. Egli doveva sicuramente questo onore al cardinale Borromeo, al tempo legato di Bologna, e al pontefice che prontamente lo ratificò, cioè Pio IV, suo antico patrono e zio del Borromeo,.
Dizionario Biografico degli Italiani , XXXVII (1989), p.168-169 ( voce a cura di M. SANFILIPPO).