(Bologna, 1709-1764)
Tommaso Laghi nacquee a Bologna nel 1709, da una famiglia di origine milanese. Dopo aver acquisito una certa preparazione negli studi filosofici e matematici, si dedicò a quelli medici, sotto la guida di Giovanni Antonio Stancari e di Marc'Antonio Laurenti, entrambi a loro volta allievi di Malpighi. Entrò anche come assistente nell'ospedale di S. Maria della Vita. Nel 1731 conseguì la laurea in filosofia e medicina e tre anni dopo sostenne le tesi per ottenere una lettura, dissertando sulla respirazione. Ottenne in effetti prima una cattedra di medicina teorica (1738), poi una di anatomia (che tenne fino alla morte nel 1764) e per cinque volte (1743, 1745, 1747, 1753) fu designato a sostenere l'anatomia pubblica. Tenne anche una scuola domestica molto frequentata. Fu membro del Collegio dei dottori di medicina (dal 1746) e socio dell'Accademia delle scienze (dal 1730). Il suo nome divenne noto in tutta Europa per i suoi interventi nella discussione sulle tesi fisiologiche avanzate dal grande fisiologo svizzero Albrecht von Haller. Questi attribuiva il moto muscolare all'irritabilità, una forza insita nei muscoli e indipendente dai nervi e negava che ne fossero causa questi ultimi e gli spiriti animali scorrenti al loro interno. Haller e i suoi seguaci fondavano la loro teoria sulla convinzione che certi organi, come i tendini e le meningi, sono insensibili, in quanto non innervati. I movimenti che si osservano in queste parti, se opportunamente stimolate, non sono dunque dovuti alla sensibilità e ai nervi. Le tesi di Haller vennero molto efficacemente difese a Bologna da Leopoldo Caldani e da Felice Fontana, allora giovani e non ancora famosi. La sede principale del confronto tra halleriani e anti-halleriani, iniziato nel 1755, fu l'Accademia delle scienze. Qui Laghi presentò i suoi esperimenti sul tendine d'Achille e sulla dura madre, che ne comprovavano l'innervazione. Le sue posizioni, rese note attraverso il volume dei Commentarii dell'Accademia che riportava il dibattito bolognese (IV, 1757), furono considerate tra i contributi anti-halleriani di maggior peso a livello europeo. La sua opposizione derivava dalla sua appartenenza alla tradizione iatromeccanica malpighiana, messa in crisi dal nuovo modello fisiologico proposto da Haller. Laghi era un convinto sperimentalista, contrario a ogni sistema e autorità precostituiti. Era un ammiratore di Newton e insieme con altri colleghi dell'Accademia si dedicava anche allo studio di fenomeni fisici e chimici, oltre che fisiologici. I risultati delle ricerche di Laghi (sulle ceneri rosse di certi legni, sulle cause della morte degli animali nel vuoto, sulla cicatricola dell'uovo e sulle 'ampolle bolognesi", su un metodo per perfezionare le iniezioni anatomiche, su un'epidemia di parotite), sono tutti pubblicati nei Commentarii dell'Accademia, dal tomo II al V. L'epistola De insensibilitate, atque irritabilitate halleriana, oltre che in questa sede uscì anche nel primo volume di una famosa raccolta di testi sulla disputa: Sull'insensività e irritabilità halleriana. Opuscoli di vari autori raccolti da G.B. Fabri (Bologna, 1757-1759, 3 voll.). Nello stesso volume si trova anche una seconda lettera allo stesso interlocutore, Cesareo Pozzi, importante perché in essa il Laghi ipotizza che gli spiriti animali, che scorrono nei nervi siano costituiti di "materia elettrica", e perciò capaci di stimolare il muscolo, una congettura per cui Laghi è stato indicato come il "diretto precursore di Galvani".
G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna,
1781-1794, 9 voll., V, p. 3-5.
S. MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni
della famosa Università di Bologna e del celebre Istituto delle
scienze, Bologna, 1848, p. 175.
M. MEDICI, Elogio di Tommaso Laghi, "Memorie dell'Accademia
delle scienze dell'Istituto di Bologna", 11 (1861), p. 355-383.
M. CAVAZZA, La ricezione della teoria halleriana dell'irritabilità
nell'Accademia delle scienze di Bologna , "Nuncius. Annali di
storia della scienza", 12 (1997), p. 359-377.
W. BERNARDI, I fluidi della vita. Alle origini della controversia
sull'elettricità animale , Firenze, 1992.