(Napoli, 1663-Roma, 1753).
Nato a Napoli nel 1650 in una delle famiglie più illustri del Regno, Tommaso Ruffo si distinse per le sue doti intellettuali fin dal tempo dei suoi studi al Collegio Clementino di Roma. Nel 1693 Innocenzo III lo inviò come vicelegato in Romagna, dove rimase due anni, conquistando la stima della popolazione e del papa, che lo nominò in seguito inquisitore a Malta e nunzio in Toscana. Fu poi con Innocenzo XII e Clemente XI maestro di Camera, uffizio che preferì ad altri più prestigiosi e ricoprì con grande zelo, divenendo un grande esperto dei cerimoniali pontifici. Nel 1706 fu fatto cardinale e nel 1709 legato in Romagna, carica che lasciò l'anno successivo per assumere lo stesso incarico a Ferrara. E' questa la città in cui lasciò l'impronta maggiore, prima da legato, risanandone le finanze e alleggerendo il peso dei tributi, poi da arcivescovo, completando ed arricchendo la cattedrale e costruendo nuovi palazzi per il seminario e l'arcivescovado. Nel 1721 Innocenzo III l'incaricò della legazione di Bologna, incarico che tenne per due trienni, migliorando anche qui le finanze pubbliche e togliendo la tassa sul macinato. Dalla fine del 1727 al 1730 fu di nuovo legato a Ferrara, dove proseguì la sua politica risanatrice e ampliò ancora la sua collezione di quadri. Nel 1726 era diventato vescovo di Palestrina e nel 1740 passò alla diocesi di Ostia e Velletri, sempre dando prova di attivismo riformatore e di munificenza. Come vice.cancelliere della S. Chiesa, segretario del S. Offizio e decano del Sacro Collegio, ebbe una parte importante nell'elezione di Pio VI Braschi. Morì a Roma nel 1753 e fu sepolto nella basilica di S. Lorenzo in Damaso in una tomba fatta da lui stesso apprestare.
G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia,
1840-1861, 103 voll., IXL, pp. 215-16.
CH. WEBER, Legati e governatori dello Stato pontificio (1550-1809),
Roma, 1994,