(Bologna, 1641-1710)
Giovanni Girolamo Sbaraglia nacque a Bologna nel 1641 in una famiglia borghese. Dopo aver studiato sotto la guida di Fulvio Magnani e Agostino Cucchi, due fedeli esponenti della tradizione galenica e decisi oppositori di innovatori come Mariani, Massari e il giovane Malpighi, nel febbraio 1663 conseguì la laurea in filosofia e medicina Nel marzo dello stesso anno fu aggregato ai collegi di entrambe le facoltà e in ottobre gli fu assegnata una lettura di filosofia. Negli anni successivi ebbe una cattedra di medicina teorica che terrà per tutta la vita, diventando emerito nel 1703. Inoltre fu uno dei lettori periodicamente designati a sostenere l'annuale anatomia pubblica. In quella del 1673 mise in discussione alcune scoperte anatomiche di Malpighi, per esempio l'esistenza di papille tattili in parti sensibili come il pene, rigettando in pieno la sua spiegazione meccanicista del senso del tatto. L'avversione di Sbaraglia per Malpighi nasceva anche da ragioni personali: infatti nel 1659 un suo fratello (a sua volta lettore e deciso fautore della medicina antica) era stato ucciso, a quanto pare per questioni familiari e d'interesse, da un fratello di Malpighi. Anche per questo egli farà della lotta alle concezioni teoriche e ai metodi di ricerca del suo avversario la missione della sua vita, guidando l'opposizione antimalpighiana nell'università e dedicando tutti i suoi scritti alla confutazione della medicina 'razionale' e alla difesa della medicina 'empirica'. Nell'epistola De recentiorum medicorum studia, uscita anonima a Bologna nel 1689 egli sosteneva, senza nominare Malpighi, che le ricerche moderne di anatomia microscopica e comparata, fondate su modelli costruiti a priori del corpo umano, non avevano alcuna utilità per il medico pratico, le cui diagnosi e terapie potevano più fruttuosamente fondarsi sulla sua esperienza personale e sul confronto con i casi clinici descritti dalla letteratura medica. Malpighi difese la concezione iatro-meccanica e il metodo sperimentale nella famosa Risposta pubblicata negli Opera postuma (Londra, 1697, Amsterdam, 1698). La morte dell'avversario non fermò Sbaraglia, che ormai era il riconosciuto caposcuola della corrente dei medici 'empirici'. Nel 1696 pubblicò un'opera contro le teorie moderne (di Malpighi, ma non solo) sulla generazione: De vivipara generatione scepsis, sive Dubia contra viviparum generatione ex ovo (Vienna, 1696 e Bologna, 1707). Nel 1704 uscì a Bologna un grosso volume intitolato Oculorum et mentis vigiliae, in cui egli cercò di rafforzare le sue critiche a Malpighi e alle contemporanee correnti atomistiche e meccaniciste della medicina con un ampio ricorso a citazioni di autori antichi e moderni. Gli attacchi di Sbaraglia non solo alle teorie, ma anche alla persona morale di Malpighi suscitarono numerosi contrattacchi dei fautori dei 'moderni'. La polemica andò avanti per diversi anni e non fu chiusa nemmeno dalla morte di Sbaraglia, avvenuta nel 1710. La pubblicazione postuma, a cura dell'allievo Stefano Danielli, dell'opera Entelechia, seu Anima sensitiva brutorum demonstrata contra Cartesium (Bologna, 1716) mostra la sua ambizione di andare oltre la problematica più strettamente medica per confutare una delle radici filosofiche della visione meccanicista degli organismi viventi espressa nella teoria cartesiana dell'animale macchina.
G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna, 1781-1794,
9 voll., IX, p. 332-341.
H.B. ADELMANN, Marcello Malpighi and the Evolution of Embryology,
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