(Bologna, ? - 1697)
Giovanni Battista Pellicani Sanuti nacque nel 1632 in una famiglia del ceto civile bolognese, dedita per tradizione agli studi giuridici. Lo stesso padre di Giovanni Battista, Alessandro, era stato lettore di giurisprudenza nel pubblico Studio dal 1627 al 1671. Prima di cominciare a studiare diritto all'università sotto la guida di G.B. Giovagnoni, il giovane Pellicani approfondì un ampio spettro di materie, dalla logica e dalla filosofia alla musica, all'astrologia e all'astronomia. Nel luglio 1651 conseguì la laurea in diritto civile e subito dopo venne aggregato al corrispondnte Collegio e a quello dei giudici e degli avvocati. Per completare la sua preparazione con un tirocinio pratico si recò a Roma, dove si aggregò allo studio dell'avvocato Zacchia e dove ottenne una cattedra di diritto pubblico all'Università della Sapienza. Nel 1661 tornò a Bologna, dove gli fu assegnata una lettura di istituzioni legali nello Studio e divenne coadiutore del Giovagnoni nell'ufficio di Difensore dei rei. Nel 1667 passò a leggere diritto canonico, poi nel 1670 tornò al diritto civile e infine nel 1673 gli venne affidata la nuova cattedra di pratica criminale, istituita proprio in quell'anno, e la tenne fino alla morte, nel 1697. Nel 1690, su segnalazione del Collegio dei dottori, il pontefice Alessandro VIII assegnò la carica di Difensore dei rei, vacante per la morte del suo maestro Giovagnoni, al Pellicani Sanuti, che si dedicò con impegno a questo incarico, profondendo in esso la sua esperienza e la sua dottrina e pubblicando diverse scritture collegate ai casi da lui difesi. Ebbe molte altre cariche e fu celebre come avvocato. Alcuni suoi scritti riguardanti il diritto civile furono inoltre inseriti nelle opere di altri illustri legali. Il vicentino Francesco Camarella gli dedicò il suo trattato De legatis et singulis rebus per Fideicommissum relictis (Venezia, 1684), in cui compare anche un suo ritratto con un distico che lo definisce giurisperito, poeta, musicista e astronomo. In effetti l'impegno didattico e professionale - fu più volte membro del magistrato degli Anziani, giudice del Foro dei mercanti, maestro della Scuola dei confortatori e promotore fiscale del tribunale del Sant'Uffizio - non lo distolse dalla poesia e dalla letteratura, tanto che le sue numerose pubblicazioni in prosa e in versi, spesso di soggetto devoto, gli guadagnarono l'ammissione a diverse accademie, in primo luogo a quella bolognese dei Gelati. Questa multiforme attività si interruppe nel 1697, quando morì, pochi mesi dopo la perdita improvvisa delle sue facoltà mentali.
G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna, 1781-1794,
9 voll., VI, p. 335-339.
S. MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni
della famosa Università e del celebre Istituto delle scienze di
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