(Parma, 1623-Padova,1692)
Vitale Terrarossa nacque nel 1623 in un centro del territorio parmense. Entrò molto presto nell'Ordine benedettino e divenne ancora giovane priore nell'Abbazia di Montecassino. Conseguita la laurea in teologia nello Studio di Parma, insegnò per un certo tempo questa materia nei monasteri benedettini della penisola. Nel 1655 fu chiamato a insegnare filosofia nello Studio pubblico di Bologna, dove acquistò una notevole fama, tanto che, quando nel 1674 il duca di Modena lo volle come precettore del figlio Rinaldo, il senato bolognese gli permise di assentarsi conservandogli la lettura. Ma dopo un quinquennio trascorso a Modena, il Terrarossa accettò l'offerta, economicamente molto vantaggiosa, di una cattedra di filosofia nell'Università di Padova. Solo nel 1689 ritornò a Bologna, dove passò alla cattedra di teologia scolastica che occupò fino a tutto il 1691-92. L'originalità (invero più di facciata che di sostanza) delle dottrine da lui insegnate colpì profondamente i suoi allievi (tra cui Anton Felice Marsili), abituati alla pedissequa osservanza aristotelica di molti degli altri docenti. Egli infatti sosteneva che il sistema atomistico di Democrito era conciliabile con la fisica e la metafisica di Aristotele e quindi poteva essere accettato dalla Chiesa cattolica. Queste idee destarono naturalmente l'interesse di coloro che vedevano nel legame esclusivo tra aristotelismo e religione un ostacolo insuperabile per l'affermazione della nuova scienza quantitativa e meccanicista. Il Terrarossa annunciò il progetto di scrivere un'opera per illustrare le sue tesi, ma non riuscì mai a realizzarlo. Pubblicò invece le Riflessioni geografiche circa le terre incognite (Padova, 1686), recensite nel "Giornale de' Letterati di Parma" dello stesso anno dal suo confratello Benedetto Bacchini, il quale lasciò trasparire il suo scetticismo sulle singolari tesi ivi sostenute, per esempio che tutte le nuove terre, incluse le Americhe, fossero state in realtà scoperte da patrizi veneziani. Questa fu forse una delle ragioni per cui il Terrarossa, divenuto molto potente nell'Ordine cassinense e abate di S. Giovanni Evangelista in Parma, divenne nemico e persecutore del Bacchini. Morì nel 1692, a Padova, dove si era recato nell'illusione di trovare là un rimedio al male incurabile che l'aveva colpito.
L. AFFO', Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, Parma,
6 voll., 1789-1827, V, pp. 254-260.
S. MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa
Università e del celebre Istituto delle scienze di Bologna, Bologna,
1848, p. 303.
Dizionario biografico degli Italiani , Roma, 1960…, V (1963),
p. 22-29 (voce Bacchini, Benedetto, a cura di A. MOMIGLIANO).
M. CAVAZZA, Settecento inquieto. Alle origini dell'Istituto delle scienze
di Bologna , Bologna, 1990, pp. 85-89.