(Roma 1611-1680)
Di famiglia principesca romana, Carlo Carafa si laureò in utroque iure nel 1629 e subito dopo entrò nell'ordine dei Teatini. Nel 1644 fu inviato a Bologna come vicelegato. Sempre nel 1644, in seguito alla morte dello zio suo omonimo, gli subentrò nella carica di vescovo di Aversa. In questa veste svolse un ruolo attivo nella sconfitta della rivolta di Masaniello. Grazie anche al favore degli spagnoli così conquistato ottenne nel 1653 la nomina a nunzio pontificio in Svizzera. I successi diplomatici ottenuti indussero nel 1654 il papa Innocenzo X a inviarlo come nunzio a Venezia, con il difficile compito di creare le condizioni per il ritorno nella Serenissima dei Gesuiti, espulsi nel 1606. Dopo la riammissione della Compagnia, ratificata dal senato veneziano nel 1656, Carafa fu ricompensato con la nomina a nunzio presso l'imperatore, uno dei vertici della diplomazia pontificia. Come tale egli lavorò per la costruzione di una lega di principi europei in funzione antiturca, progetto messo in crisi dalla decisione dell'Imperatore di concludere la pace di Vasvar (1664). In quello stesso anno il Carafa fu ordinato cardinale a Ratisbona. Nel 1665, tornato in Italia, fu inviato come legato a Bologna, dove c'era una situazione di grave instabilità politica e sociale. Il nuovo legato riportò l'ordine, esiliando i nobili e gli esponenti del clero implicati nella ribellione e incarcerando i vagabondi per poi inviarli come soldati in Dalmazia. Ricoprì la carica fino alla fine del 1669. Morì nel 1680 a Roma e fu sepolto nella chiesa del Gesù.
Dizionario Biografico degli Italiani
, Roma, 1960…, XIX (1976), p. 513-517 (voce a cura di M. RAFFAELI
CAMMAROTA).
CH. WEBER, Legati e governatori dello Stato pontificio (1550-1809)
, Roma, 1994, p. 551.