(Bologna, 1593-1661)
Nato a Bologna nel 1593, ma cittadino bolognese da una sola generazione (il padre era originario di Lucca), dopo la laurea in filosofia (e non anche in medicina, come dice Fantuzzi e come sarebbe da aspettarsi) conseguita nell'ottobre del 1618, Andrea Mariani per ottenere un insegnamento di logica nello Studio dovette chiedere al senato una speciale dispensa dalla norma che riservava le letture esclusivamente ai cittadini bolognesi da almeno due generazioni. Normalmente i lettori artisti dopo un triennio di logica passavano a insegnare filosofia. La 'promozione' a filosofia ordinaria fu invece concessa a Mariani solo nel 1625, con la motivazione che la sua preparazione logica lo rendeva insostituibile. Nel 1626 ottenne il permesso di assentarsi da Bologna conservando il diritto alla lettura, per accogliere l'offerta di una cattedra di medicina da parte del duca di Mantova. Nel 1629, a causa delle guerre che avevano investito il ducato, Mariani ritornò alla sua cattedra filosofica bolognese, ricompensato da un consistente aumento. Nel 1634 si assentò di nuovo, perché il granduca Ferdinando II di Toscana lo volle come lettore primario di medicina a Pisa, dove rimase un triennio. Quando nel 1637 ritornò a Bologna riprese la sua cattedra di filosofia ordinaria. Malgrado la grande rilevanza dei suoi insegnamenti per la medicina, rilevata anche dall'iscrizione in suo onore, Mariani non ebbe mai una cattedra medica a Bologna, anche se, a forza di aumenti successivi, il suo onorario divenne uno dei più alti dell'università. Nel 1659, dopo quarant'anni d'insegnamento fu dichiarato emerito ed ottenne la giubilazione. Come ricorda ancora l'iscrizione, soltanto allora, per intervento di Gregorio XV, divenne dottore collegiato. Morì nel 1661, dopo due anni dedicati alla meditazione religiosa. Nelle solenni esequie in S. Petronio l'elogio funebre fu pronunciato da Carlo Fracassati, esponente della nuova scienza atomista e galileiana, come l'altro e più famoso allievo del Mariani, Marcello Malpighi. Il grande anatomista nelle sue memorie si riconosce debitore a due soli maestri bolognesi, il Massari, per l'anatomia, e appunto il Mariani per la medicina teorica e pratica. A lui riconosce il merito da un lato di averlo introdotto alle dottrine dell'aristotelismo medico di Caspar Hofmann, Andrea Cisalpino, Francesco Bonamici e Cesare Cremonini, dall'altro di averlo convinto della necessità di ritornare ai metodi curativi ippocratici. Questi aspetti del suo insegnamento e in più il suo richiamo all'importanza dell'"esperimento dei sensi" sono sottolineati nell'iscrizione a lui dedicata nel 1660. I suoi orientamenti suscitarono però la violenta ostilità dei tradizionalisti fedeli a Galeno e alla medicina araba, che, non osando attaccare direttamente il maestro, osteggiarono in tutti i modi il giovane Malpighi. Dei quattro lavori a stampa di Mariani elencati da Fantuzzi solo uno è d'argomento medico, il De peste anni 1630, cuius generis fuerit, & an ab aere (Bologna, 1631), due rientrano nella letteratura devota, mentre i restanti due (Ruinarum Romae Epigrammata, Venezia 1625 e Bologna 1641 2; Statuarum Romae Epigrannatum libri tres, Venezia 1659) sono raccolte poetiche latine rivelatrici della sua adesione al gusto barocco e della sua passione per l'antiquaria. Il contributo di Mariani in questo campo è di una certa importanza ed è caratterizzato da una solida base erudita e da preminenti intenti apologetici che gli fanno rivolgere l'attenzione ai monumenti architettonici romani capaci di risvegliare i valori della romanità e dell'universalismo cattolico. I suoi interessi letterari e antiquari risalivano a prima della laurea, al periodo trascorso a Roma nell'ambiente della corte di Urbano VIII, ma egli continuò a coltivarli a Bologna nell'ambito dell'Accademia dei Gelati, fondata dal suo maestro di filosofia, Melchiorre Zoppio, alla quale fu aggregato fin dalla giovinezza e alle cui Memorie, Imprese e ritratti (Bologna,1672) dobbiamo molte notizie della sua vita.
G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna,
1781-1794, 9 voll., V, p. 261-264.
S. MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni
della famosa Università di Bologna e del celebre Istituto delle
scienze, Bologna, 1848, p. 200.
H. B. ADELMANN, Marcello Malpighi and the Evolution of Embriology,
Ithaca, New York, 1966, 5 voll., I, p. 124-136.
A.M. BRIZZOLARA, Per una storia degli studi antiquari nella prima
metà del Seicento: l'opera di Fortunio Liceti , "Studi e
memorie per la storia dell'Università di Bologna", n.s., 3, 1983,
p. 467-540.