Giovanni Girolamo Lomellini, legato a Bologna tra il 1652 e il 1658, nacque
a Genova nel 1609 (o forse nel 1607) in una illustre famiglia senatoriale
dalla quale fu destinato alla carriera ecclesiastica presso la curia
papale. Dopo gli studi nel Collegio Romano si laureò in utroque
iure a Perugia nel 1633. Tornato a Roma, iniziò una carriera ecclesiastica
brillante, favorita dagli stretti legami tra alcune importanti famiglie
di finanzieri genovesi e Urbano VII. Nel 1637 Lomellini ottenne la carica
di vie legato di Ferrara, dove tra l'altro dovette occuparsi dello straruipamento
del Po nel 1640. Nel 1642 passò con lo stesso incarico a Bologna che
proprio quell'anno fu invasa dalle truppe farnesiane nel corso della
cosiddetta guerra di Castro che oppose il ducato di Parma e lo Stato
della Chiesa. Sia durante la guerra sia dopo in occasione dell'imposizione
di una gravosa tassa ai sudditi dello stato pontificio da parte di Urbano
VIII, Lomellini riuscì a mediare con equilibrio tra le esigenze della
popolazione e le richieste della curia. Si meritò così nel 1644, in
un periodo di grandi tensioni, l'incarico di responsabile dell'ordine
pubblico nella città di Roma. Dopo la morte di Urbano VIII e la caduta
del potere dei Barberini, le sue doti di equilibrio e fermezza gli permisero
di mantenere tale incarico anche sotto il papato di Innocenzo X Pamphili,
che nel 1652 lo ordinò Cardinale. La stima per le sue capacità di amministratore
gli guadagnò la nomina a legato di Bologna. Qui riuscì a porre fine
alle attività banditesche del conte Bardazza che taglieggiava la popolazione
dell'Appennino bolognese, catturandolo, processandolo, bandendolo e
infine sequestrando, non senza contrasti legali, i suoi beni. Nel 1655
fu confermato al governo della legazione di Bologna dal nuovo papa Alessandro
VII Chigi, che aveva contribuito a far eleggere. Nel 1655 organizzò
i sontuosi festeggiamenti per l'accoglienza di Cristina di Svezia, l'ex
sovrana convertita al cattolicesimo che nel suo viaggio a Roma si fermò
tre giorni a Bologna. Nel 1658 il cardinale Girolamo farnese gli subentrò
come legato. Lomellini rientrò a Roma dove morì il 4 aprile 1659. Fu
sepolto nella chiesa dei Ss. Ambrogio e Carlo al Corso.
Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica,
Venezia, 1840-1861, 103 voll.
Massimo Carlo Giannini, Lomellini Giovanni Girolamo, in Dizionario
biografico degli italiani, 65, p.572-574