Annibale Marescotti, membro di una prestigiosa famiglia della nobiltà senatoriale, fu egli stesso senatore. Si laureò in diritto civile e canonico nell'aprile 1574 e subito dopo fu aggregato ai due collegi dei legisti e ottenne una cattedra di diritto civile nel pubblico Studio. Il suo insegnamento andò riscuotendo un crescente successo e il suo credito aumentando, tanto che il senato lo nominò avvocato camerale di Bologna. Inoltre dal 1584 al 1598 fu eletto diverse volte giudice del Foro dei mercanti. Le sue qualità di interprete delle leggi e di docente erano conosciute anche fuori Bologna, tanto che nel 1586 il vescovo di Fermo lo richiese al senato bolognese per impiantare su solide basi il nuovo Studio della città marchigiana. Dopo tre anni di assenza egli riprese la sua cattedra bolognese, con uno stipendio che, grazie a reiterati aumenti, raggiungeva ormai la cifra abbastanza straordinaria di duemila lire. La sua reputazione è attestata non solo dall'iperbolica iscrizione a lui dedicata nel 1593, ma anche dalle pressioni con cui nel 1600 il duca di Parma Ranuccio I riuscì a convincere il senato bolognese a concedergli di lasciare per la seconda volta la sua cattedra e di recarsi a Parma per gettare le basi di una nuova università. Non si sa con precisione la data del suo ritorno allo Studio di Bologna, ma è certo che nel 1619 successe al conte Alfonso Delfini Dosi come lettore primario di diritto civile. L'ultimo anno accademico in cui è menzionato nei rotuli è il 1626-27, durante il quale probabilmente morì. Oltre alle cariche precedentemente ricordate ricoprì quelle di protonotario apostolico e consultore del S. Offizio. I suoi biografi ricordano i titoli di alcune sue opere a stampa, trattati diars retorica (in collaborazione con il fratello Gianluigi) , e raccolte di consilia giuridici.
G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna, 1781-1794,
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S. MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni
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F. BORIS, Lo Studio e la Mercanzia: i "signori dottori cittadini"
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e/è potere. Discipline, dispute e professioni nell'università
medievale e moderna. Il caso bolognese a confronto , a cura di
L. AVELLINI, A. CRISTIANI, A. DE BENEDICTIS, Bologna, 1990, pp. 179-195.