(Bologna, 1573-1637)
Vincenzo Montecalvi apparteneva a una famiglia della nobiltà senatoriale bolognese. Contrariamente all'uso, conseguì separatamente la laurea in filosofia (novembre 1597) e quella in medicina (aprile 1611). Conseguentemente l'aggregazione ai due collegi dei dottori artisti avvenne in tempi diversi: nel 1608 fu accolto in quello dei filosofi e nel 1612 in quello dei medici. Sembra che dopo la laurea in filosofia si recasse a Pavia e a Padova per approfondire lo studio della filosofia aristotelica. Nel 1604 ebbe una lettura di logica, che tenne, come d'uso, per un triennio, quindi insegnò filosofia fino al 15 ottobre 1637, data della sua morte, con una sola interruzione nel 1614, in cui lesse medicina teorica. Fu considerato uno dei più autorevoli peripatetici del tempo, fama confermata dal grande numero di scolari (diversi dei quali divennero a loro volta docenti) e dal considerevole stipendio che gli pagava il senato (1050 lire nel 1635, con un aumento, due anni dopo, poco prima di morire, di ben 500 lire). E' autore di un'opera intitolata:De primis et secundis Intentionibus ad mentem Aristotelis. Metaphysicae Speculationes, (Bologna, 1638).
G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna, 1781-1794,
9 voll., VI, p. 72-74.
S. MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni
della famosa Università di Bologna e del celebre Istituto delle
scienze, Bologna, 1848, p. 216.
L. SIMEONI, Storia dell'Università di Bologna. L'età moderna,
Bologna, 1947, p. 94