Le memorie

Gabriele PALEOTTI

(Bologna, 1522-1597)

Gabriele Paleotti nacque nel 1522 in una famiglia dell'antica nobiltà bolognese dalla quale nei secoli XVI e XVII uscirono diversi personaggi rilevanti in campo letterario e religioso. Rimasto precocemente orfano del padre, Gabriele fu educato dalla madre e a dodici anni entrò, per compiere i suoi studi, nel Collegio Ancarano, dove ebbe come compagni diversi futuri cardinali, primo tassello di quell'ampio mosaico di relazioni eccellenti in ambito ecclesiastico che fece da sfondo alla sua vita. Dotato di una grande curiosità per tutti i campi del sapere, si indirizzò tuttavia in particolare al diritto: nel maggio 1546 conseguì la laurea in diritto civile e nell'ottobre dello stesso anno quella in diritto canonico. Nello stesso anno il senato gli conferì una lettura di diritto civile, che tenne fino a tutto il 1556. A questo periodo risale la sua prima opera giuridica, De Notis & Spuriis (Bologna, 1550), la cui ultima ristampa uscirà a L'Aia nel 1655. Paleotti lasciò la lettura quando ottenne il primo importante incarico della sua carriera ecclesiastica, quello di auditore di Rota a Roma (1556). In questa veste partecipò alla seconda fase del Concilio di Trento, svolgendovi un ruolo importantissimo di consulente giuridico, che continuò anche dopo la sua conclusione nel 1562. Nel 1565 il conferimento della porpora cardinalizia da parte del pontefice Paolo IV fu il meritato riconoscimento del prezioso lavoro da lui svolto. Nel 1566 il nuovo papa, Pio V Ghisilieri; lo nominò vescovo di Bologna. Il Paleotti lasciò un segno profondo nella città, dedicandosi con energia all'applicazione delle riforme tridentine, soprattutto per quanto riguarda i costumi del clero e la difesa dell'ortodossia. Modificò profondamente l'organizzazione della diocesi, introducendo severi sistemi di controllo disciplinare e dottrinale, regolamentando l'insegnamento del catechismo e istituendo l'uso delle visite pastorali in tutte le parrocchie. Nel 1582 il nuovo pontefice, il bolognese Ugo Buoncompagni, suo vecchio amico, fece diventare Bologna sede arcivescovile, sottraendola alla giurisdizione di Ravenna e dandole poteri di controllo su un gran numero di diocesi dell'Emilia e della Romagna. Anche come arcivescovo, il Paleotti si preoccupò in primo luogo di attuare i decreti del Concilio di Trento, in particolare convocando il Sinodo provinciale che comprendeva i rappresentanti di tutte le sedi vescovili poste sotto la sua giurisdizione. Un altro aspetto importante dell'attività del Paleotti, quello che più ha attirato l'attenzione degli studiosi, è rappresentato dai suoi interventi di politica culturale, relativi soprattutto alle arti figurative. Il suo Discorso intorno alle immagini sacre e profane, dove si scuoprono vari abusi loro e si dichiara il vero modo che cristianamente si doveria osservare nel porle nelle chiese, nelle case e in ogni altro luogo (Bologna, 1582) influenzò notevolmente l'arte sacra del tardo manierismo e del primo barocco, cui dettò canoni di osservanza dell'ortodossia religiosa e della convenienza morale, stabilendo altresì come unica maniera adeguata il decoro e il grandioso. Negli ultimi anni della sua vita il Paleotti, che era riuscito a far nominare suo coadiutore nell'arcivescovado di Bologna il cugino Alfonso, visse quasi sempre a Roma, dove continuò a impegnarsi nell'attuazione delle norme e dello spirito del Concilio tridentino e morì nel 1597. Nel 1614 le sue ossa vennero trasportate a Bologna e collocate nella cappella Paleotti della Metropolitana di S. Pietro. Pubblicò numerose opere, non solo su argomenti relativi al diritto canonico e su questioni legate alla sua attività pastorale, ma anche di riflessione filosofica e morale, come il De bono senectutis (Roma 1595). Lasciò anche molti manoscritti, conservati in parte nella Biblioteca dei Camaldolesi di Classe di Ravenna, in parte nella Biblioteca Universitaria di Bologna.

G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna, 1781-1794, 9 voll., VI, p. 242-259.
S. MAZZETTI, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa Università e del celebre Istituto delle scienze di Bologna, Bologna, 1848, p. 232.
P. PRODI, Il cardinale Gabriele Paleotti, Roma, 1959-1967, 2 voll..
ID., S. Carlo Borromeo e il cardinale Gabriele Paleotti: due vescovi della Riforma cattolica , "Critica storica", 1964, pp. 135-151.
ID., Ricerca sulla teorica dell'arte figurativa nella Riforma cattolica , Bologna, 1984.
A. ZACCHI, La figura dell'artefice cristiano nel discorso intorno alle immagini sacre e profane di Gabriele Paleotti , "Il carrobbio", 1985, pp. 339-347.