In tutto il Mediterraneo -
dall'Oriente greco alla Magna Grecia - nel periodo arcaico erano in
grande considerazione alcune figure femminili votate alla castità,
cui venivano attribuite straordinarie capacità divinatorie. Nel
periodo ellenistico si fissò definitivamente un catalogo di dodici
Sibille.
A due di queste figure della religiosità arcaica greca - alla
Sibilla Libyca e alla Sibilla Persica - in alcuni ambienti
cristiani del II o del III secolo vennero attribuite addirittura
delle profezie sulla nascita di Cristo, che ci sono testimoniate
per la prima volta dall'apologeta cristiano Lattanzio, precettore
dei figli di Costantino.
In questa tavola è raffigurata la Sibilla Persica - qui chiamata
Persea - con in mano un cartiglio contenente la frase fondamentale
della sua più diffusa profezia trascritta in calce alla
pagina:
Erit salus in gremio
virginis
La salvezza ci verrà dal grembo di una vergine
L'autore delle miniatura è stato individuato nel cosiddetto
Maestro delle Vitae Imperatorum,
un artista di cui non si conosce il nome,
ma ben documentato da importanti lavori di miniatura realizzati tra
Milano e Pavia per la cerchia del duca Filippo Maria
Visconti.
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