La più nota fra le sibille
dell'antichità classica è la Sibilla Cumana - di virgiliana e poi
dantesca memoria - che sarebbe vissuta nelle caverne del
promontorio di Cuma, presso Napoli, e che avrebbe profetato
soprattutto attraverso la disposizione delle foglie mosse dal vento
sul pavimento del suo antro. Famosa fu poi nel IV secolo d.C.,
anche a opera di Eusebio di Cesarea, la reinterpretazione in chiave
cristiana della profezia della Sibilla Cumana presente nella IV
Ecloga di Virgilio.
In questa tavola è raffigurata la Sibilla Libica la cui profezia
relativa all'incarnazione di Cristo è sintetizzata nel cartiglio
che reca le parole:
Tenebit illum in gremio domina gentium
La Signora delle genti - la Madonna - lo terrà in
grembo
L'autore delle miniatura è stato individuato nel cosiddetto
Maestro delle Vitae Imperatorum, un
artista di cui non si conosce il nome, ma ben documentato da
importanti lavori di miniatura realizzati tra Milano e Pavia per la
cerchia del duca Filippo Maria Visconti.
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