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SFOGLIA IL VOLUME
Frontespizio
di Ioachini abbatis Vaticinia circa apostolicos
viros & Eccle. R. Impressum in alma et inclita
civitate Bononiae per Hieronymum Benedictum civem
Bononiensem, 1515 die XV Iulii
Edizione curata a Bologna da Leandro Alberti
(BCABo, 16.Q.IV.31) |
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SFOGLIA IL VOLUME
Prophetia
dello abbate Ioachino circa li Pontifici et R.C.
Ne lalma et inclita citta di Bologna, per magistro
Hieronymo Benedicti, 1515, adi XV de Luio.
Frontespizio dell'edizione in volgare, parallela
a quella latina, nella traduzione di Filippo Fasanini.
(BCABo, 16.Q.II.18) |
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Il libro dei Vaticinia
è caratterizzato da una strettissima connessione
fra testo e immagine, dando vita a un caso abbastanza
raro nella storia della decorazione miniata del manoscritto.
In tutto il libro, simbolici ritratti di pontefici
e raffigurazioni emblematiche accompagnano testi profetici,
altrettanto allegorici ed enigmatici, come quello
che identifica in Urbano VI la bestia terribilis
dell'Apocalisse.
L'opera, incentrata su profezie
concernenti la successione dei Pontefici e sulle loro
responsabilità rispetto al destino della Chiesa,
ebbe grande fortuna, come testimoniano numerosi manoscritti
anche tardi e le edizioni a stampa, a partire da quella
bolognese del 1515. Il testo, che appartiene alla
tradizione della letteratura profetica medievale pseudo-gioachimita,
contiene profezie 'retroattive' riferite a papi reali
- nel caso del codice dell'Archiginnasio da Nicolò
III (1277-1280) a Eugenio IV (1431-1447) - e di pontefici
futuri senza rivelarne i nomi, ma per chi sapeva osservare
con attenzione le immagini e interpretare le parole
del testo era possibile indovinare cosa sarebbe successo
negli anni seguenti.
Le trenta profezie sono composte
secondo uno schema costituito da quattro elementi:
la rubrica con l'attribuzione a un pontefice (posta
in cima alla pagina, formata da poche parole e che
figura nelle tavole riferite a papi del passato);
l'immagine; il testo della profezia (canone) che ha
la dimensione di un paragrafo di lunghezza variabile;
una rubrica finale. Le illustrazioni occupano i due
terzi della pagina e il loro impatto visivo è
davvero notevole.
La storia dei Vaticinia
si snoda lungo il periodo della grande crisi religiosa
tra tardo Trecento e primo Quattrocento. In questo
periodo - che comprende i settant'anni del papato
avignonese, il grande scisma, i concili di Costanza
e Basilea, la crisi hussita - il principio della continuità
apostolica si trovò costantemente al centro
del dibattito europeo che auspicava una riforma della
Curia romana. La denuncia della mondanità,
della simonia e degli intrighi di potere del papato
forma gran parte del contenuto del libro che, dopo
aver messo in risalto le responsabilità dei
pontefici rispetto al destino della Chiesa, sviluppa
l'aspettativa di un rinnovamento delle istituzioni
ecclesiali per opera di uno o più 'papi angelici'.
Per accrescerne il prestigio,
il testo è stato falsamente attribuito al monaco
ed eremita calabrese "di spirito profetico dotato"
Gioacchino da Fiore (ca. 1132 - 1202). Le ultime quindici
profezie sono state ascritte anche ad Anselmo, lo
pseudo vescovo di Marsico Nuovo, che avrebbe ricevuto
le sue rivelazioni nel 1278. Questa doppia attribuzione
è in qualche modo motivata dal fatto che i
Vaticinia - nella forma tramandata nel codice
dell'Archiginnasio - furono messi a punto attorno
al 1415, assemblando due serie precedenti di quindici
profezie ciascuna.
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