Accademia Filarmonica
Anfiteatro San Lorenzo
Arena del Pallone
Arena del Sole
Arena della Fenice
Casa Bottoni
Giardini della Montagnola
Liceo Musicale
Società del Casino
Teatro Brunetti
Teatro Comunale
Teatro della Concezione, detto
dei Dilettanti
Teatro Contavalli
Teatro del Corso
Teatro Felicini
Teatro Formagliari, poi Zagnoni
Teatro Loup
Teatro Marsigli
Teatro di via Nosadella
Teatro della Sala del palazzo
del Podestà
Teatro San Gabriele
Sala in palazzo Legnani
Piazza Maggiore
Teatro Taruffi
Accademia filarmomica
L'istituzione sorse a Bologna nel 1666 per iniziativa
di Vincenzo Maria Carrati sia come associazione professionale
sia come scuola di perfezionamento musicale per i giovani
intenzionati ad esercitare la professione musicale. L'Accademia
elesse a protettore Sant'Antonio da Padova e sin dalla sua
istituzione ebbe sede presso il palazzo del suo fondatore,
di cui ne ebbe la piena proprietà nel 1853.
Anfiteatro San Lorenzo
L'anfiteatro, in legname, venne costruito nel 1809 sul
terreno del monastero delle suore di San Lorenzo, posto
all'angolo tra via Castiglione e via Castellata, ed inaugurato
nel giugno dello stesso anno. Si affiancò all'Arena
del Sole nella produzione di spettacoli diurni a prezzi
popolari. Fu gravemente danneggiato nel 1814 da un incendio
scoppiato in una adiacente vetreria. Intorno al 1820 fu
demolito e sullo stesso terreno venne eretta l'Arena della
Fenice .
Il materiale relativo all'anfiteatro, indicato anche come
arena, è costituito da un unico fascicolo facente
parte del nucleo originario.
Arena del Pallone
Nel 1822 fu costruita a spese del Comune di Bologna,
su progetto di Giuseppe Tubertini, ingegnere capo dell'ufficio
tecnico, un'arena per il gioco del pallone su uno spiazzo
erboso adiacente ai giardini della Montagnola, quello che
attualmente viene ancora definito dai bolognesi Sferisterio.
Costituita da una vasta sala circondata per tre lati da
gradinate e priva di copertura, fu costruita appositamente
per uso sportivo, ma venne in seguito utilizzata anche per
spettacoli equestri.
Arena del Sole
Fatta costruire in muratura da Pietro Bonini, proprietario
di una parte dell'ex monastero di Santa Maria Maddalena,
su progetto del milanese Carlo Aspari, l'Arena del Sole
venne aperta nel luglio del 1810. Divenne da subito un teatro
"popolare" per spettacoli in gran parte diurni
di prosa, ma anche esibizioni equestri e balli. Ospitò
per più di un secolo, durante l'estate, le migliori
compagnie d'attori, quindi spettacoli di varietà,
fino a quando non venne trasformata in cinematografo. Di
recente è stata completamente ristrutturata e riportata
all'antica funzione di teatro.
Arena della Fenice
L'Arena della Fenice sorse quasi nello stesso luogo
in cui sorgeva l'Arena San Lorenzo che, per usura, era stata
abbattuta intorno al 1820. Dopo l'Arena del Sole, divenne
il secondo anfiteatro per spettacoli diurni attivo a Bologna,
rimanendo in funzione dal 1827 al 1830. Danneggiata dalle
intemperie, non venne più riaperta.
Casa Bottoni
La casa era adiacente al teatro del Corso, in via Santo
Stefano, con una sala utilizzata per esibizioni artistiche
di vario genere. Vi si tenevano anche veglioni e feste da
ballo.
Giardini della Montagnola
I giardini pubblici designati con il nome di Montagnola
devono l'attuale sistemazione ad un progetto di Giovanni
Battista Martinetti del 1806. La vasta area fu ed è
stata più volte utilizzata per spettacoli pubblici.
Liceo Musicale
Venne istituito nel 1805 con l'assegnazione da parte
del Comune dell'ex convento degli Agostiniani di San Girolamo
quale sede della scuola di musica.
Società del Casino
La Società del Casino era un circolo esclusivo
che, fra le altre cose, organizzava manifestazioni culturali
e musicali; dal 1809 al 1822 ebbe sede al primo piano di
palazzo Lambertini di via Santo Stefano e dal 1823 al 1866
a palazzo Bolognini Amorini, in piazza Santo Stefano. Dal
1841 la Società venne dotata di un funzionale teatrino,
ricavato all'interno del grande salone da ballo.
Teatro Brunetti
Nel 1822 la famiglia Brunetti acquistò uno stabile
in via Cartoleria Vecchia, sede in passato del collegio
dei Nobili di San Saverio dei Gesuiti, dove già,
dalla fine del Seicento, si svolgevano rappresentazioni
teatrali nel teatrino dei convittori. Antonio Brunetti costruì
il teatro a proprie spese, con una vasta sala a pianta rettangolare,
dotato di palchetti e gallerie. Venne inaugurato nel gennaio
del 1831, ma, non avendo ottenuto la licenza per dare spettacoli
pubblici a pagamento, ospitò per anni solo marionettisti
e dilettanti. La licenza venne concessa nel 1860 e dopo
poco tempo il locale venne completamente ristrutturato,
usando impiantistica e materiali d'avanguardia per i tempi.
Con il nome di "Nuovo Teatro Brunetti" fu riaperto
nel 1865 e da allora entrò nel novero dei teatri
bolognesi più amati e frequentati. Nel 1898 venne
intitolato ad Eleonora Duse, in occasione di una serata
trionfale in onore della celebre artista, nome che tuttora
conserva.
Teatro Comunale
Realizzato su progetto dell'architetto Antonio Galli
Bibiena, il Teatro Comunale fu inaugurato nel 1763. Fino
dal 1747 un gruppo di nobili bolognesi pensò di costruire
un nuovo teatro a Bologna. Dal 1750, ottenuta l'approvazione
di Benedetto XIV, una commissione promotrice della costruzione
del nuovo teatro cominciò con l'individuare il terreno
su cui far sorgere il nuovo edificio e ad effettuare gli
espropri necessari, ad allargare la società di persone
per la realizzazione del progetto stesso, a presentare pubblicamente,
tramite notificazione, il lavoro per il quale nel 1754 il
Bibiena presentò la propria candidatura.
Il progetto del Bibiena, cui il Senato Bolognese commissionò
definitivamente il lavoro nel 1756, venne però fortemente
criticato e messo in discussione al momento della realizzazione.
Il lavoro, sia dell'architetto sia del maestro muratore
Michele Angelo Galletti, fu sottoposto a giudizio pubblico
dietro richiesta degli Assunti e, di fronte alle giustificazioni
scritte, si scatenò una accesa polemica che coinvolse
nomi noti dell'architettura e della scienza bolognese, quali
Carlo Francesco Dotti e Alfonso Torreggiani, Gabriello Manfredi
ed Eustachio Zanotti.
Antonio Bibiena si difese a più riprese, ma fu infine
costretto a ridurre e modificare il modello originale.
Già intorno al 1818 iniziarono lavori di restauro
e ammodernamento, ed è del 1820 la realizzazione
del meccanismo per il sollevamento della platea ad opera
del macchinista Filippo Ferrari.
Teatro della Concezione, detto
dei Dilettanti
Si trattava di un teatro privato della famiglia Privat,
ricavato da una chiesa sconsacrata di via Saragozza. Venne
aperto nel 1808 su richiesta di alcune formazioni di attori
dilettanti e rimase in funzione fino al 1823, quando venne
chiuso e destinato ad uso commerciale.
Fu utilizzato, fino al 1818 circa, dall'Accademia dei Filergiti,
poi Filodrammaturgi, accademia costituita da dilettanti,
il che fece sì che il teatro fosse denominato anche
Teatro dei Dilettanti.
Teatro Contavalli
Il teatro fu costruito tra il 1812 e il 1814 da Antonio
Contavalli su un terreno dell'ex complesso monastico dei
Carmelitani di San Martino, del quale era divenuto proprietario.
Aveva accesso da via Cavaliera, con una pianta molto originale
disegnata da Giovanni Battista Martinetti e Giuseppe Nadi.
Fu inaugurato nell'ottobre del 1814, fatto chiudere nell'agosto
del 1815 e riaperto nel luglio del 1816. Prese lentamente
il posto del Teatro Marsigli, che nel tempo era andato deteriorandosi,
divenendo il teatro prediletto della piccola e media borghesia,
assai frequentato anche dagli studenti della vicina Università.
La produzione si rivolse al teatro cantato (punto di forza
fu la musica rossiniana) ma anche il teatro recitato vi
trovò posto, soprattutto quando divenne, dal 1818,
sede preferita per le rappresentazioni dell'Accademia dei
Filodrammaturgi e, dal 1826, sede provvisoria dell'Accademia
dei Concordi. Rimase in funzione per più di un secolo
come teatro, quindi fu trasformato in cinematografo e, in
anni recenti, abbattuto.
Teatro Felicini
Il teatro si trovava al piano nobile del palazzo Felicini
di via Barbaziana. Fu restaurato e aperto al pubblico nel
1763, con l'estinzione della famiglia che ne era stata proprietaria.
Per anni venne utilizzato soprattutto da compagnie di dilettanti
e per accademie vocali e strumentali. In particolare, dal
1804 vi trovò ospitalità l'Accademia dei Felicini,
gruppo di dilettanti che si mosse attivamente e con una
certa continuità e regolarità a Bologna. Nella
primavera del 1809 vi recitò la Compagnie Impériale
d'Acteurs Français, con madame Raucourt, amica di
Napoleone, in qualità di prima attrice. Il teatrino
venne chiuso definitivamente nel 1826, salvo una temporanea
riapertura nel 1870 per ospitare le recite di un gruppo
denominato Filodrammatici Esordienti.
Il materiale relativo al Teatro Felicini è costituito
da un unico fascicolo, frutto dell'unione di due fascicoli
precedenti, di cui uno comprendeva solamente gli avvisi
relativi ad uno spettacolo "di figure musicali e teatro
pittoresco meccanico con gran burrasca di mare di Sachatzeck
di Vienna professore di meccanica", tenuto al Felicini
dal gennaio all'agosto 1815.
Teatro del Corso
Giuseppe Badini, unitamente ad una società di
contribuenti, lo fece costruire su un terreno di sua proprietà,
già occupato dal palazzo senatorio Rossi Turrini
in via Santo Stefano. Progettato dall'architetto Francesco
Santini in stile neoclassico, con sala a pianta ellittica,
quattro ordini di palchi, loggione, ampio palcoscenico attrezzato
e saloni di rappresentanza, il teatro venne inaugurato nel
maggio del 1805. Nel 1903 fu ristrutturato per aumentarne
la capienza mediante la sopraelevazione della copertura,
la trasformazione degli ultimi ordini dei palchi in ampia
galleria con soprastante loggione, e il rifacimento del
boccascena. Rimase in funzione fino al 1944, allorché
venne distrutto da un bombardamento aereo e non fu mai più
ricostruito.
La parte di raccolta che lo riguarda è costituita
da avvisi teatrali sia di opere in musica sia recitate,
cui sono stati anteposti i progetti presentati da Giuseppe
Badini e Pellegrino Torri in data 21 agosto 1802 e 6 aprile
1803. Si tratta del nucleo più cospicuo di avvisi
teatrali della presente raccolta.
Teatro Formagliari, poi Zagnoni
Il teatro, uno tra i più antichi a Bologna, situato
nelle adiacenze di via Miola, venne aperto al pubblico nel
1630 inizialmente sotto il nome di Guastavillani. Passato
in séguito alla famiglia Formagliari, così
fu denominato per circa un secolo finché, dopo il
1770, prese il nome di Zagnoni dagli ultimi proprietari,
che ne curarono un radicale restauro prima di riaprirlo.
Il teatro venne poi distrutto completamente da un incendio
nel settembre del 1802.
Teatro Loup
È il tipico caso di teatro che si identifica
col suo ideatore e unico proprietario: approntato a partire
dal 1824 da Emilio Loup, utilizzando il teatrino gentilizio
al piano nobile del palazzo già Ghisilieri, in piazza
Calderini, da lui acquistato agli inizi dell'Ottocento,
fu dato inizialmente in gestione a successive accademie
di dilettanti. Completato, dal 1827 fu autorizzato a dare
spettacoli pubblici, continuando a funzionare con una certa
regolarità fino alla metà del secolo, ma venne
chiuso nel 1858 con la morte del Loup.
Teatro Marsigli
Di proprietà della famiglia Marsigli, il teatro
fu costruito già nel 1710, all'interno di quello
che attualmente è palazzo Guidalotti Alberani Marsigli,
collegato tramite androne e cortile a Strada Maggiore, e
venne utilizzato soprattutto per l'opera buffa. Dal 1797
ebbe un notevole impulso per merito di Angelo Marsigli Rossi,
suo proprietario, che lo mise a disposizione delle rappresentazioni
dei dilettanti, aperto a tutti. Nel 1798 venne concesso
in uso ad una società patriottica, che lo trasformò
in Teatro Civico Nel 1800, ristrutturato, riaprì
al pubblico e riprese la normale programmazione, dedicandosi
soprattutto all'attività musicale, ma non rompendo
i legami con le compagnie dilettanti e con la prosa. Dall'autunno
del 1809 al 1812 accolse, dopo il Felicini, la tourné
cultural-propagandistica della Compagnie Impériale
d'Acteurs Français. Nel 1825 il teatro venne demolito,
in quanto ormai inagibile.
Teatro di via Nosadella
Si trattava di un locale ricavato all'interno della
chiesa sconsacrata dell'ex monastero di Santa Maria Egiziaca
di via Nosadella, al n. 672, con una capienza massima di
trecento posti. Vi erano tenuti spettacoli soprattutto di
marionette e balli. Entrò in funzione nel 1818 e
decadde rapidamente entro la metà del sec. XIX.
Teatro della Sala del palazzo
del Podestà
Si trattava del più antico teatro pubblico di
Bologna, allestito nella grande sala del primo piano del
palazzo del Podestà dal 1581 al 1767, quando fu deciso
di dismetterlo per le condizioni assai precarie. Di proprietà
del Reggimento di Bologna, veniva dato in appalto di volta
in volta ad impresari con l'obbligo di renderlo libero in
occasione di cerimonie pubbliche o eventi eccezionali, quali
i tornei. Tra il 1615 e il 1636, lungo le pareti, venne
costruita una struttura a palchetti e, sul fondo, un vasto
palcoscenico dotato di attrezzerie per la rappresentazione
di drammi in musica.
Il materiale documentario è costituito solamente
da una memoria del 1766, relativa anche all'utilizzo del
teatro.
Teatro San Gabriele
Il teatro fu ricavato in un piccolo oratorio appartenuto
alla Congregazione di San Gabriele, con accesso su via dei
Giudei, al n. 2613, da Pellegrino Coralli, suo proprietario.
Dal 1810 al 1815 ospitò "compagnie comiche,
magari scadenti, e operette malcantate, senza comunque avere
la debita autorizzazione. Poiché si trattava di un
teatro assai popolare, frequentato prevalentemente dalla
truppa e che non godeva di buona fama, alle prime avvisaglie
della Restaurazione al San Gabriele venne ordinata la chiusura
e ridotto ad uso di magazzino" (Marina Calore).
Sala in palazzo Legnani
Si trattava di un locale annesso al palazzo Legnani,
con accesso indipendente su via San Mamolo. Venne trasformato
in teatro attorno al 1760 dal conte Girolamo Legnani e qualche
anno dopo aperto al pubblico. Ebbe come destinazione esclusiva
gli spettacoli di marionette, per lo più in musica.
Nei primi anni dell'Ottocento, finì per accogliere
anche diverse formazioni di dilettanti e venne utilizzato
come sala da concerto fino alla chiusura, avvenuta poco
dopo il 1820.
Piazza Maggiore
La piazza più famosa di Bologna, una delle più antiche,
belle e vaste d'Italia, cuore pulsante urbano e testimonianza
dello splendore raggiunto già durante l'età comunale, raccoglie
intorno a s´ i più importanti edifici, civili e religiosi,
della città medievale, e poi rinascimentale e seicentesca.
Con o senza apparati e addobbi, fornì adeguata scenografia
alle cerimonie pubbliche, alle feste e ai tornei della tradizione,
nonché ad eventi straordinari, come l'incoronazione imperiale
di Carlo V nel 1530, e, nel secolo scorso, al più umile
mercato delle verdure e delle merci ambulanti. Era quindi
la naturale deputata per tutti i tipi di spettacoli ai quali
era previsto un ampio concorso di popolo, dalle tombolate
agli alberi delle cuccagne, dai burattini alle esibizioni
ginniche, acrobatiche, e persino pirotecniche.
Teatro Taruffi
Alla metà del sec. XVIII i fratelli Taruffi acquistarono
il palazzo Lambertini, situato in via del Poggiale. Nel
1797 vi costruirono un teatrino in legno al primo piano,
che rimase aperto fino al 1803, allo scopo di rappresentarvi
drammi giocosi.