Marchese, figlio di Luigi (1820-1904), deputato di Castel San Pietro
all'Assemblea delle Romagne, senatore dal 1861, studioso fra i maggiori
del suo tempo di cose agrarie e autore della relazione riguardante
il bolognese nell'inchiesta agraria del Jacini. Giuseppe Tanari,
in gioventù ufficiale di marina, seguì poi la carriera
degli affari come consigliere delegato della Fondiaria. Eletto consigliere
comunale di Bologna nel 1899, fu assessore col Dallolio che, quando
volle attuare l'allargamento della cinta daziaria, si valse dei
dati elaborati dal Tanari in un accurato studio sulla potenzialità
contributiva del forese. Sconfitti i popolari nelle elezioni parziali
del 1904 dalla coalizione di liberali e cattolici, il Tanari divenne
sindaco di Bologna (1905-1911). "Fra le sue benemerenze
come sindaco, una delle maggiori è l'impulso da lui dato
alla costruzione di case popolari nelle nuove zone periferiche della
Bolognina, dei Crociali, delle Lame. Promosse la fondazione dell'Istituto
autonomo per le case popolari e lo presiedette dalla fondazione
avvenuta nel 1906 fino al 1913. All'edilizia cittadina contribuì
con quattordici edifici scolastici; con due nuovi acquedotti, quello
di Borgo Panigale e quello di S. Ruffillo; coll'apertura del viale
XII giugno, l'isolamento di San Francesco, il nuovo mercato frigorifero
di via Ugo Bassi, l'allargamento di via Rizzoli (che diventò
la più moderna e centrale arteria della nostra città);
con l'isolamento del palazzo del Podestà, col completamento
di via Irnerio, con l'inizio del monumento al Carducci, con la formazione
della piazza Umberto I, demolendo il panificio militare; con la
sistemazione della piazza della Montagnola, con l'apertura di via
Dante. Dette contributi al Comitato per Bologna storico-artistica,
i quali permisero i restauri al palazzo di Re Enzo, a quello dei
Notai, al salone del Podestà, al palazzo d'Accursio, che
fu isolato dalle vecchie botteghe che gli erano addossate in via
Asse. L'incremento delle entrate e la cura costante nel frenare
le spese permisero di compiere la maggior parte di questi lavori
con avanzi di bilancio, senza creare nuovi debiti, cioè senza
gravare i contribuenti futuri." (Ghigi). Giuseppe Tanari
fu anche il sindaco della Convenzione universitaria del 1911 che
assicurò il riordinamento, lo sviluppo e l'incremento della
nostra Università. E all'Università elargì
di persona cinque milioni e seicentomila lire, particolarmente in
favore della Facoltà di Agraria: il più cospicuo donativo
che sia pervenuto al nostro Ateneo in otto secoli e mezzo di vita.
Eletto deputato di Castelmaggiore nel 1905, confermato nel 1909
per Bologna I, fu nominato senatore nel 1914. Durante la guerra
mondiale, tenne la presidenza del Comitato di azione civile, del
Comitato bolognese per l'assistenza agli invalidi e storpi di guerra
e - dopo Caporetto - del Comitato per l'assistenza ai profughi.
Fonti bio-bibliografiche
Agostino Bignardi, Dizionario biografico dei liberali bolognesi.
1860-1914, Bologna, Bandiera, 1956, pp. 50-51.
Alessandro Ghigi, Giuseppe Tanari, Bologna, Zanichelli, 1937. |