Il governo di Bologna

 

sindaci e podestà dall'unità alla liberazione

Queste pagine si propongono come un primo contributo allo studio della storia cittadina e, in particolare, dell'Amministrazione del Comune di Bologna offrendo l'elenco completo dei sindaci e dei podestà che si sono succeduti dalla caduta del dominio pontificio (1859) alla Liberazione (1945). Lo scopo è quello di poter rintracciare, per ogni periodo, chi fosse a capo dell'Amministrazione comunale: non solo sindaci (e podestà durante il regime fascista), ma anche commissari di governo, assessori anziani e altre figure che hanno retto per periodi più o meno brevi il Comune.
Il punto di partenza per questo lavoro è rappresentato dal seguente contributo: Podestà, senatori e sindaci di Bologna dal 30 novembre 1807, in "La vita cittadina", a. III, gennaio - febbraio 1917 pp. 15 - 20.
Per tutti i personaggi sui quali è stato possibile rintracciare notizie abbiamo inoltre costruito una breve scheda che contiene, oltre ai dati anagrafici e ai dati relativi al mandato e alla carica, una breve nota biografica seguita dall'indicazione delle fonti utilizzate per redigerla.
Alcuni link guidano alle segnalazioni bibliografiche contenute nel Catalogo Frati - Sorbelli della Biblioteca dell'Archiginnasio e nel catalogo in linea del Servizio Bibliotecario Nazionale, mentre un altro link collega alle immagini eventualmente presenti nella banca dati della collezione di ritratti dell'Archiginnasio. Si dà anche conto della presenza all'Archiginnasio di fondi librari, manoscritti o altra documentazione archivistica relativa al personaggio.

I sindaci
Il 12 giugno 1859, in seguito all'abbandono di Bologna da parte degli Austriaci e del cardinale legato Giuseppe Milesi, terminava il governo pontificio sulla città. Il Municipio nominò una Commissione provvisoria di governo che resse la città fino all'insediamento dell'inviato commissario regio Massimo D'Azeglio. Dal 3 novembre 1859 il marchese Luigi Pizzardi assunse la carica di senatore. Il 27 marzo 1860 il Consiglio venne rinnovato in applicazione della legge comunale e provinciale in vigore nel Regno di Sardegna estesa alle nuove provincie e il 6 aprile Pizzardi comunicò di essere stato nominato dal Re sindaco di Bologna, carica che sostituiva quella di senatore. In base all'ordinamento sabaudo, confermato nella legge n. 2248 del 1865 il sindaco era di nomina regia ed era scelto fra i consiglieri comunali. Con le riforme del 1889 e del 1890 i consigli comunali elessero direttamente il sindaco. Il sindaco rimaneva in carica 4 anni ed era rieleggibile a patto che mantenesse la carica di consigliere. Al momento dell'unificazione del Regno avevano diritto di voto i cittadini maschi in possesso di determiati requisiti di età, censo e istruzione. Nel 1912 venne introdotto il suffragio universale maschile per tutti i cittadini di età superiore ai 30 anni e al termine del primo conflitto mondiale il limite di età venne posto a 21 anni.

Principali riferimenti legislativi:

· Nuovo ordinamento comunale e provinciale del Regno. 23 ottobre 1859 (pubbl. "Gazzetta Piemontese" del 1 novembre 1859)
· Legge 20 marzo 1865, n. 2248, Allegato A, Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia
· Legge 30 dicembre 1888, n. 5865, Legge portante modificazioni alla legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865, n. 2248, Allegato A
· T.U. 10 febbraio 1889, Legge comunale e provinciale, n. 5921
· Legge 29 luglio 1896, n. 346
· T.U. approvato con R.D. 4 maggio 1898, n. 164
· T. U. approvato con R.D. 21 maggio 1908, n. 269
· Legge 30 giugno 1912, n. 666
· T. U. approvato con R.D. 4 febbraio 1915, n. 148
· Legge 16 dicembre 1918, n. 1985

I podestà del periodo fascista
L'ordinamento comunale fu profondamente trasformato durante i primi anni del regime fascista.
Tra il 1925 e il 1928 una serie di provvedimenti governativi istituirono la figura del podestà, crearono la consulta, ridefinirono la figura del segretario comunale, con lo scopo di indebolire l'autonomia locale e rafforzare il ruolo centralizzatore dello Stato, trasformando il Comune da organo di autogoverno a ente ausiliario dello Stato per la gestione dell' ordinaria amministrazione.
La figura del sindaco, eletto da un consiglio comunale a sua volta eletto dai cittadini, venne abolita insieme alla giunta e al consiglio comunale.
Il sindaco fu sostituito dal podestà che veniva nominato con decreto reale in forza della Legge 4 febbraio 1926, n. 237 (Istituzione del podestà e della consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti), e del Regio decreto legislativo 3 settembre 1926, n. 1910 (Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno).
La consulta, organo consultivo delle amministrazioni comunali fu istituita dagli stessi provvedimenti legislativi che istituirono il podestà. Aveva funzioni esclusivamente consultive, in quanto solo il podestà poteva deliberare. I pareri della consulta, a volta facoltativi e in altri casi obbligatori, non erano mai vincolanti per il podestà e si configuravano come un elemento ausiliario dell'attività podestarile.
I membri della consulta erano scelti dalle associazioni sindacali riconosciute e nominati, nelle grandi città come Bologna, dal ministro dell'Interno.

Bibliografia:

Loreto di Nucci, Podestà, in Dizionario del fascismo, Torino, Einaudi, 2003, v. II, pp. 395-398, con bibliografia.
Sulla consulta cfr. la voce curata da Emilio Bonaudi, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, XI, 1949, pp. 223-224
Informazioni biografiche sui podestà bolognesi, oltre che nella fondamentale rivista del Comune di Bologna si trovano in:
Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale dell'amministrazione civile, Divisione affari generali e riservati
Archivio storico del comune di Bologna, Gabinetto del podestà

I sindaci e i podestà di Borgo Panigale
Nel 1832 Borgo Panigale da appodiato (comunità con amministrazione e sindaco, ma dipendente dal comune di Bologna), divenne comune, fino al 1937, quando il podestà di Bologna Cesare Colliva avanzò la richiesta di ampliamento del comune di Bologna.
Il governo di Roma decise l'aggregazione di Borgo Panigale a Bologna con procedura d'urgenza, in forza della legge 31 gennaio 1926, n. 100, il 5 novembre del 1937 (Regio decreto n. 1973, convertito nella legge n. 2441 del 30 dicembre 1927).
Come fonte principale per l'elenco dei sindaci e dei podestà di Borgo Panigale si è utilizzato un dattiloscritto conservato presso l'Archivio storico del comune di Bologna redatto da un funzionario intorno alla fine degli anni '30.

freccia  Cronotassi dei sindaci di Borgo Panigale

Bibliografia:
Borgo Panigale nella storia : studi e testimonianze, testi di Luigi Arbizzani ... [et al.], Bologna, Banca popolare dell'Emilia, [1987?]
Dattiloscritto degli anni trenta del Novecento conservato presso l'Archivio storico comunale.
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