Ferroviere, sindacalista, membro della corrente comunista del Partito
socialista. Fu eletto sindaco, succedendo a Francesco Zanardi il
21 novembre 1920, lo stesso giorno dell'eccidio di Palazzo d'Accursio,
in cui, a seguito dell'uccisione di Giulio Giordani (del gruppo
di minoranza nazionalista) e dell'aggressione fascista in piazza
del Nettuno contro i cittadini accorsi a festeggiare l'elezione
del nuovo sindaco, perirono undici socialisti e altri cinquanta
furono feriti. Il sindaco Gnudi rimase in carica due ore, poi fu
la fine della libera amministrazione eletta dal popolo. Perseguitato
dal fascismo fu esule in vari paesi. Dirigente dell'Internazionale
sindacale, rientrò in Italia nel 1945 e fu eletto Segretario
generale del Sindacato ferrovieri italiani.
Fonti bio-bibliografiche
Luigi Arbizzani, Enio Gnudi, in Franco Andreucci, Tommaso
Detti, Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico,
Roma, Editori riuniti, v. II, pp. 512-514
Mario Fanti, Le vie di Bologna. Saggio di toponomastica storica
e di storia della toponomastica urbana, Bologna, Istituto per
la storia di Bologna, 1974. |