Il governo di Bologna

Casarini Camillo

 Sindaci (1859 - 1926) 
Casarini Camillo Nato: Bologna 8/8/1830
Morto: Bologna 21/4/1874
Mandati: Sindaco dal 6 aprile 1870 al 5 febbraio 1872. Nominato con Regio decreto del 6 aprile 1870 si dimise dalla carica.
Figlio di Giuseppe Casarini e Rosa Sarti Pistocchi. Partecipò alla difesa di Bologna nel 1849 e successivamente si distinse per la sua miltianza contro il potere pontificio, rimanendo però sostanzialmente estraneo al movimento mazziniano e militando in un gruppo liberale che lo avvicinò a Cavour col quale collaborò direttamente fra il 1859 e il 1860. Laureato in giurisprudenza, scrisse poesie anticlericali che gli valsero l'allontanamento temporaneo dall'Università e articoli sul giornale letterario "L'Incoraggiamento". Ebbe un ruolo di primo piano, insieme a Luigi Tanari e Pietro Inviti, nella costituzione del Comitato segreto di Bologna della Società nazionale italiana che guidò fino al 1859 dando un notevole contributo alla realizzazione del disegno cavouriano. Come ministro della guerra partecipò alla Giunta provvisoria di governo che si formò il 12 giugno, dopo che gli Austriaci e il cardinal Milesi abbandonarono Bologna, e che offrì la dittatura a Vittorio Emanuele II. Dopo il periodo del commissariato regio di D'Azeglio col quale Casarini ebbe difficili rapporti, Leonetto Cipriani assunse la carica di governatore e convocò l'Assemblea delle Romagne, alla quale Casarini fu eletto, che votò la fine del governo pontificio e l'annessione al Regno di Sardegna. Nel 1860 partecipò all'assalto della guarnigione pontificia di Urbino, da quella data inoltre si dedicò alla politica cittadina divenendo assessore nel 1861, impegno che mantenne fino al 1865 quando venne eletto al Parlamento nazionale. In quel periodo maturò un progressivo allontananmento dalla Destra e aderì alla nascente Sinistra costituzionale auspicando la nascita di un grande partito nazionale progressista. Nel 1868, in occasione delle rivolte contro la tassa sul macinato, che Casarini attribuiva al malcontento sociale, capeggiò un comitato che prendeva il nome dal Liceo Galvani per richiedere profonde riforme sociali. Nel luglio del 1869 vinse le elezioni amministrative a Bologna e diventò sindaco a capo di una coalizione di forze che prese il nome di Partito degli azzurri. Nella sua politica amministrativa difese nettamente la laicità delle istituzioni statali, si occupò della riforma delle scuole, delle biblioteche (a lui si deve la riapertura della Biblioteca comunale), dei musei, dei progetti urbanistici, degli aiuti alle Società operaie. Lasciò la carica nel 1872 in seguito allo scandalo Guadagnini, nel quale fu coinvolto ma dal quale uscì senza addebiti.

Fonti bio-bibliografiche:
Francesco Saverio Trincia, Casarini Camillo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1978, v. 21, pp. 186-190

Catalogo Frati - Sorbelli dell'Archiginnasio
freccia Opere di Camillo Casarini
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Catalogo del Polo bolognese SBN
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Iconografia
freccia FACIES - La collezione dei ritratti dell'Archiginnasio

Fonti archivistiche
Bologna, Museo civico del Risorgimento: Carte Casarini.

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