Il governo di Bologna

Leandro Arpinati

 Podestà 
Leandro Arpinati  Nato: Civitella di Romagna (FC) 29/2/1892
Morto: Malacappa (BO) 22/4/1945
Mandati: Nominato podestà con Regio decreto del 16 dicembre 1926, fu acclamato cittadino onorario il 23 dicembre 1926. Si insediò come podestà il 26 dicembre 1926. Nominato sottosegretario agli Interni (Decreto reale del 12 settembre 1929), lasciò la carica di podestà il 12 settembre 1929.

Arpinati fu una delle figure di maggior spicco del fascismo bolognese e per molti versi la sua vicenda umana e politica è emblematica di molte fasi cruciali del ventennio fascista. Iniziò la militanza politica tra i socialisti, quindi tra gli anarchici interventisti. Allo scoppio della guerra fu militarizzato come ferroviere elettricista e le sue posizioni interventiste lo avvicinarono a Mussolini.
Fu tra i fondatori del secondo Fascio di combattimento di Bologna nel 1920, ed in breve divenne uno dei principali organizzatori delle feroci spedizioni punitive fasciste contro il movimento operaio e socialista non solo in Emilia, ma anche in città di altre regioni, da Ancona a Milano. Dopo la vittoria del fascismo divenne uno degli esponenti di spicco del Pnf a livello nazionale, ricoprendo numerose cariche, da segretario federale di Bologna a vice segretario generale del Pnf, oltre ad essere eletto deputato dal 1921 al 1934.
Ricoprì anche molti incarichi in ambito sportivo: Arpinati fu presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio dal 1926 al 1932, della Federazione Italiana di Atletica Leggera dal 1927 al 1929, del Comitato Olimpico Nazionale Italiano dal 1931 al 1933.
A Bologna fu l'artefice della costruzione del complesso polisportivo del Littoriale, lo stadio cittadino, inaugurato nel 1926.
Dal 1929 fino al 4 maggio 1933 fu sottosegretario di Stato agli Interni, ma fu costretto a dimettersi per profondi dissidi con Mussolini e per la forte avversione di Achille Starace, segretario del Pnf. Già nel 1926 Arpinati era stato accusato di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato al duce avvenuto a Bologna.
Nella notte tra il 26 e il 27 luglio 1934 fu arrestato con l'accusa di avere tramato contro il regime e condannato a 5 anni di confino a Lipari. Dopo 2 anni fu autorizzato a ritirarsi nella sua tenuta di Malacappa, nei pressi di Bologna, sotto controllo della polizia.
Rifiutò di aderire alla Repubblica sociale italiana, benchè richiestogli dallo stesso Mussolini, ed anzi prese contatti con gli ambienti della Resistenza e dell'antifascismo, ma fu ucciso da un gruppo di partigiani il 22 aprile 1945, il giorno dopo la liberazione di Bologna.

Fonti bio - bibliografiche:
Edoardo Savino, La nazione operante. Profili e figure, Milano, Esercizio Stampa Periodica, 1928 (biografia del periodo in cui era in auge)
Edoardo Savino, La nazione operante. Profili e figure, Milano, Vicolo Pattari, 5, 1934, p. 377 (biografia del periodo in cui era caduto in disgrazia).
Arpinati Leandro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, v. 4, 1962, pp. 297-299.
Agostino Iraci, Arpinati, l'oppositore di Mussolini, Roma, Bulzoni, 1970.
Marco Missori, Gerarchie e statuti del Pnf Gran consiglio, Direttorio nazionale, Federazioni provinciali: quadri e biografie, Roma, Bonacci, 1986, p. 162.
Pier Paolo D'Attore, Il fascismo di Arpinati e Grandi, in Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale, 1990, v. IV, pp. 181-200,
Pier Paolo D'Attore, Bologna "imperiale", in Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale, 1990, v. IV, pp. 201-220.
Mauro Grimaldi, Leandro Arpinati : un anarchico alla corte di Mussolini, Roma : Società Stampa Sportiva, [1999]
Brunella Dalla Casa, Attentato al duce : le molte storie del caso Zamboni, Bologna, Il mulino, 2000.
Stefano Pivato, Arpinati Leandro, in Dizionario del fascismo, a cura di Victoria de Grazia e Sergio Luzzatto, Torino, Giulio Einaudi, 2002, v. 1, pp. 103-104.
Nazario Sauro Onofri, Il triangolo rosso. La guerra di liberazione e la sconfitta del fascismo 1943-1947, Roma, Sapere 2000, 2007.
Brunella Dalla Casa , Squadrista, podesta, sottosegretario agli interni: la carriera esemplare di Leandro Arpinati tra intransigenza e normalizzazione. In Fascismo e antifascismo nella valle padana, a cura dell'Istituto mantovano di storia contemporanea, Bologna, CLUEB, 2007, p. 401-426.
Per ricostruire le complesse vicende della vita di Arpinati, si veda in particolare Brunella dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Bologna. Il Mulino, 2013

Catalogo Frati - Sorbelli dell'Archiginnasio
freccia Opere su Leandro Arpinati

Iconografia
freccia Foto su "Il Comune di Bologna"

Catalogo del Polo bolognese SBN
 Opere su Leandro Arpinati

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