Cesare Albicini |
Sindaci (1859 - 1926) | ||
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Figlio del conte Antonio e dalla marchesa Violante Albergati-Capacelli, si laureò in giurisprudenza nel 1847. Amico di Saffi e Minghetti fece parte della Società Nazionale. Fu professore di diritto pubblico e costituzionale all'Università di Bologna e dal 1861 fu incaricato anche di altri insegnamenti fra i quali diritto internazionale. Nel giugno del 1859 fece parte della commissione che offrì la dittatura a Vittorio Emanuele II e successivamente venne eletto deputato di Forlì all'Assemblea costituente delle Romagne. Dal dicembre 1859 al marzo 1860, sotto la dittatura di Farini, ricoprì l'incarico di ministro senza portafoglio con la reggenza interinale delle Finanze e si occupò delle riforme delle Opere pie, dell'Università di Bologna e dell'insegnamento pubblico e privato. Partecipò alla commissione legislativa per l'assimilazione delle leggi pontificie a quelle sarde. Eletto deputato di Forlì per la destra nella VII e VIII legislatura (aprile-dicembre 1860 e febbraio 1861) lasciò la carica quando fu nominato professore universitario. Rieletto nel 1865 risultò fra i professori universitari sostituiti per sorteggio e non entrò alla Camera. Nel 1872 fu eletto consigliere comunale di Bologna diventando sindaco fra il 1873 e il 1874. Fu tra i fondatori della Deputazione di storia patria per le province di Romagna della quale fu anche segretario dal 1881 per dieci anni, inoltre fu presidente della Commissione araldica e membro del Consiglio superiore degli archivi. Morì a Bologna il 28 luglio 1891. | |||
Fonti bio-bibliografiche: |
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Catalogo Frati - Sorbelli dell'Archiginnasio |
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Iconografia |