La documentazione conservata nel fondo Antonio Baldacci
L'archivio personale di Antonio Baldacci, adempiendo ad una sua disposizione
testamentaria, è stato donato all'Archiginnasio nell'anno 2000
dai nipoti Lorenzo e Maria Teresa Arus, insieme con i libri appartenuti
alla biblioteca dello studioso (circa 4.000 unità tra libri ed
opuscoli, attualmente già tutti catalogati nell'ambito del Servizio
Bibliotecario Nazionale).
La documentazione spettante al fondo archivistico è costituita
dall'insieme delle carte prodotte, ricevute e utilizzate da Baldacci nel
corso di un'attività protrattasi per sessantacinque anni, dal 1885
al 1950, anno della morte. Il nucleo più consistente è rappresentato
dalla Corrispondenza (oltre 38.900 lettere ricevute, 2.799 cartoline e
altra corrispondenza, anche a carattere familiare); sono inoltre presenti
carte e documenti personali (diplomi, passaporti, ricordi vari), minute
e bozze di stampa per pubblicazioni, raccolte di materiali particolari
(6.092 biglietti da visita, fotografie, giornali e periodici, carte geografiche)
acquisite e conservate come materiali di lavoro, a fini di studio e di
autodocumentazione.
Il fondo è di notevole interesse non solo per la sua consistenza
quantitativa, ma anche per la sostanziale continuità ed integrità
della corrispondenza ricevuta, e più in generale per la ricchezza
e la varietà della documentazione presente. Il particolare ambito
di attività di Baldacci, e cioè gli studi sui paesi dell'area
balcanica - a quell'epoca in gran parte ancora poco conosciuti - condotti
sotto l'aspetto di svariate discipline (botanica, geografia, storia, etnografia,
economia), concorre ad accentuare l'originalità dell'insieme e
le potenzialità informative del fondo.
> Il materiale fotografico e cartografico
> Scheda
del fondo su Fondi nel web
|