A un secolo dalla Marcia su Roma
Mentre sono in fase conclusiva le innumerevoli iniziative legate alla
memoria della Grande guerra, si avvicina il centenario di un altro evento
fondamentale per la storia italiana: la Marcia su Roma e la presa del
potere da parte di Mussolini. Anche per questo anniversario verranno allestite
mostre, organizzati convegni, pubblicati centinaia di articoli e chissà
quanti libri, per un argomento che sarà probabilmente in grado
di creare, a distanza di cento anni, dibattiti, polemiche e scontri ideologici
mai sopiti.
Cogliendo l'occasione di anniversari significativi della storia bolognese
o nazionale per far meglio conoscere il proprio patrimonio documentario,
la Biblioteca dell'Archiginnasio ha voluto contribuire alla memoria della
Grande guerra con la realizzazione di progetti non effimeri, mettendo
online, a disposizione di studiosi e lettori, materiale documentario
(periodici, opuscoli, cartoline, manifesti, canzoni etc.) di grande interesse
storico: da tutti i numeri de «Il Resto del Carlino» dal 29
giugno 1914 al 31 dicembre 1918, pubblicati giorno per giorno, a centinaia
di documenti del Fondo Guerra Europea raccolto in diretta
durante il primo conflitto mondiale, per documentare non solo gli avvenimenti
bellici, ma soprattutto la vita quotidiana degli italiani.
Avvicinandosi il centenario della Marcia su Roma, la Biblioteca dell'Archiginnasio
realizza ora la riproduzione digitale di una fonte rara e poco nota per
la ricostruzione degli avvenimenti bolognesi dall'estate del 1921 a quella
del 1922, un periodo cruciale contraddistinto dallo spiegamento ai massimi
livelli e senza più ostacoli della violenza delle squadre d'azione
fasciste, in preparazione della Marcia su Roma e della presa definitiva
del potere.
Bologna 1921-1922: la cronaca locale dell'«Avanti!»
Sull'«Avanti!» del 12 luglio 1921 compare per la prima volta
una pagina dedicata alla cronaca di Bologna, che verrà pubblicata
con ogni probabilità fino a primi di agosto del 1922. La cronaca bolognese è da ricondurre all'edizione di Milano, mentre altre due importanti edizioni con varie cronache locali erano pubblicate a Roma e a Torino.
«Avanti! Giornale del Partito Socialista», a. XXV, n. 166,
martedì 12 luglio 1921, p. 4, collocazione 19/9 G.S.
Su questo numero del quotidiano socialista comparve per la prima volta
la pagina con la cronaca di Bologna.
La data esatta di cessazione della pagina redatta dai socialisti bolognesi
non è nota, a causa delle lacune presenti nelle raccolte giunte
fino a noi, ma è con ogni probabilità legata alla distruzione
della redazione avvenuta per mano dei fascisti la sera del 6 agosto 1922,
dopo che il 4 agosto era stata data alle fiamme la sede principale dell'«Avanti!»,
a Milano: l'ultima pagina locale conservata in Archiginnasio è
del 13 luglio 1922, il giorno successivo al primo anniversario.
La Biblioteca dell'Archiginnasio possiede una rara raccolta dell'«Avanti!»
dove è presente la pagina bolognese, purtroppo molto lacunosa e
non sempre in buono stato di conservazione, motivo per cui si è
deciso di effettuare una riproduzione digitale di tutte le pagine disponibili
e di renderle consultabili online sul sito della Biblioteca.
Grazie alla collaborazione della Biblioteca dell'Istituto Storico Parri
di Bologna, che conserva una copia dell'«Avanti!» con la cronaca
bolognese del 1921, è stato possibile colmare le lacune presenti
nell'esemplare dell'Archiginnasio per quell'anno, ma rimangono purtroppo
molto ampie per l'anno 1922, in particolare per i mesi di febbraio, giugno
e luglio.
Gli avvenimenti degli anni 1921 e 1922 sono fondamentali per ricostruire
la strategia e le tappe che permisero al Fascismo di giungere al potere,
e la cronaca locale bolognese del quotidiano socialista risulta preziosa
nel fornire il punto di vista degli oppositori di Mussolini, mentre gli
altri quotidiani bolognesi, «Il Progresso», «Il Resto
del Carlino» e l'«Avvenire d'Italia», avevano spiccate
simpatie per il Fascismo oppure lo sostenevano senza riserve, e non perdevano
l'occasione per attaccare duramente le posizioni dei socialisti e delle
organizzazioni a essi legate.
Bologna ebbe un ruolo di primo piano nelle vicende che portarono all'ascesa
del Fascismo. Basti pensare ai fatti di palazzo d'Accursio del 21 novembre
1920, quando l'assalto squadrista alla sede del Comune impedì l'insediamento
del sindaco socialista Enio Gnudi, causando una strage che portò
al commissariamento del Comune. Con questa azione Leandro Arpinati, leader
dei fascisti bolognesi, dimostrava agli squadristi di tutto il paese che
la lotta violenta e senza tregua contro i socialisti era la strada giusta,
e vincente, da percorrere.
Benito Mussolini e Leandro Arpinati a Bologna, 29 ottobre
1923.
Il Decennale. Primo decennale della rivoluzione delle camicie nere.
Numero speciale edito dalla rivista municipale «Il comune di Bologna»,
Bologna, Stab. poligrafici riuniti, 1932, collocazione 4.KK.I.26. Riprodotto
integralmente in: http://badigit.comune.bologna.it/codibo/reader/32O13.htm#page/1/mode/1up
La dettagliata cronaca quotidiana della violenza fascista narrata dagli
stessi socialisti tramite la pagina bolognese dell'«Avanti!»,
attraverso un'impressionante serie di aggressioni, uccisioni e devastazioni,
può rappresentare per gli studiosi delle origini del Fascismo una
fonte di notevole importanza e interesse, che rischiava di non poter più
essere consultata a causa dell'inarrestabile degrado della carta dei quotidiani
dell'epoca.
«La Conquista»: il progetto non realizzato di un quotidiano
dei socialisti bolognesi
Il giornale più importante pubblicato dai socialisti bolognesi,
«La Squilla», era stato fondato nel maggio del 1901 ed ebbe
quasi sempre cadenza settimanale, ma come ricorda Marco Poli, che ne ha
ricostruito le principali vicende (cfr. in Bibliografia, Marco Poli, Per
una storia de «La Squilla», p. 231-232, ma anche Luigi
Arbizzani, La stampa periodica socialista e democratica nella provincia
di Bologna, 1860-1926, p. 243-260), l'idea di trasformarlo in quotidiano
si presentò diverse volte, a partire dal 1909.
Verso la fine del 1918 i socialisti iniziarono a progettare la pubblicazione
di un nuovo giornale quotidiano che avrebbe dovuto chiamarsi «La
Conquista», abbandonando l'idea di trasformare «La Squilla»
in quotidiano.
Già nel 1911, quando l'«Avanti!» venne trasferito da
Roma a Milano, i socialisti bolognesi avevano proposto, senza successo,
che fosse Bologna la nuova sede principale del giornale (cfr. Nazario
Sauro Onofri, I giornali bolognesi nel Ventennio fascista, p. 52).
Tra i tanti ostacoli che impedirono l'uscita del nuovo quotidiano, oltre
alle continue distruzioni delle sedi socialiste, delle redazioni e delle
tipografie operate dalle squadre fasciste, vi furono probabilmente i dissidi
tra le varie anime del Partito socialista e la difficile situazione politica
creatasi dopo i tragici fatti di palazzo d'Accursio del novembre 1920,
insieme ai problemi di natura economica che impedirono la realizzazione
del sogno di un quotidiano socialista bolognese.
Su «La Squilla» del 16 aprile 1921, tutti questi elementi
negativi vengono ribaditi con chiarezza per spiegare ai lettori i motivi
che ritardavano l'uscita del quotidiano: i contrasti politici interni,
il gravoso impegno del Partito socialista e delle organizzazioni sindacali
nel sostenere la lunga e dura vertenza dei lavoratori della terra che
l'anno prima aveva portato al Concordato Paglia-Calda, e le continue distruzioni
operate dai fascisti.
«La Squilla», a. XXI, n. 16, 16 aprile 1921,
p. 3.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
Dal 1919 al 1920 i socialisti si impegnarono a fondo nella raccolta della
somma necessaria per la creazione del loro quotidiano, indicando fin dal
novembre del 1919 la necessità di raggiungere la cifra non indifferente
di un milione di lire. Venne appositamente creato un Comitato per il giornale
socialista, mentre dalle pagine de «La Squilla» si fecero
appelli alle Cooperative di consumo e di lavoro per l'acquisto di azioni.
Il 25 luglio 1920 venne organizzato un Convegno interprovinciale dal titolo
Il quotidiano socialista e il 31 luglio 1920 la Camera del Lavoro
e il Comitato per il quotidiano organizzarono a Bologna una prima Giornata
rossa Pro quotidiano, allo scopo di raccogliere fondi per il nuovo
giornale: tutti i socialisti furono invitati a devolvere la loro paga
di un giorno per la sottoscrizione. Circa 30.000 persone aderirono all'iniziativa
di raccolta fondi.
Un grande disegno di Lorenzo Viani dedicato a «La Conquista»
occupava tutta la prima pagina de «La Squilla» del 31 luglio,
mentre la seconda pagina era interamente dedicata al tema del nuovo giornale.
«La Squilla», a. XX, n. 34, 31 luglio 1920.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
L'iniziativa della Giornata rossa venne ripetuta a livello provinciale
il 20 settembre 1920.
«La Squilla», a. XX, n. 41, 11 settembre 1920.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
Finalmente il 23 ottobre su «La Squilla» si confermò,
come già in precedenza annunciato, che il nuovo giornale sarebbe
uscito nel febbraio del 1921:
«La Squilla», a. XX, n. 48, 23 ottobre 1920.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
Il 18 dicembre 1920, poche settimane dopo la grande vittoria socialista
alle elezioni amministrative e i fatti di palazzo d'Accursio, su «La
Squilla» vennero pubblicate la Relazione dei Sindaci della
Società cooperativa tipografica proletaria di Bologna, a cui erano
stati affidati i fondi per il quotidiano socialista e un dettagliato Rendiconto
cassa della gestione "Quotidiano socialista", che attestò spese
per circa 860.000 lire, per l'acquisto dei macchinari tipografici e l'allestimento
dei locali per la redazione del nuovo giornale. Pochi giorni prima, sempre
su «La Squilla», erano state riportate e stigmatizzate le
accuse dell'«Avvenire d'Italia» di irregolarità amministrative.
Tutto sembrava pronto per la tanto attesa uscita del primo numero de «La
Conquista» nel febbraio del 1921, e invece il 15 gennaio 1921 uscì
«La Squilla» nella nuova versione di quotidiano:
Di fronte al triplice quotidiano attacco della stampa antiproletaria
bolognese [«Il Progresso», «Il Resto del Carlino»
e l'«Avvenire d'Italia»] la Federazione Socialista della provincia
di Bologna è venuta nella decisione di pubblicare la nostra vecchia
e gloriosa Squilla, tutti i giorni.
«La Squilla», a. XXI, n. 3, 15 gennaio 1921.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
La redazione de «La Squilla» quotidiano, che offriva un'ampia
cronaca bolognese, era in via d'Azeglio n. 41, dove aveva sede anche la
nuova Camera del Lavoro; il giornale veniva stampata presso lo Stabilimento
Poligrafici Riuniti, in piazza Calderini n. 4.
I nemici dei socialisti, ma forse anche molti loro sostenitori, si saranno
forse chiesti come mai invece de «La Conquista», di cui si
parlava ormai da un paio d'anni, uscisse «La Squilla» in versione
quotidiano: forse si stava rodando la redazione per il lancio del nuovo
quotidiano? Oppure, stanchi dell'attesa del nuovo giornale che non arrivava,
una parte dei socialisti aveva deciso che non si poteva aspettare ulteriormente,
in una situazione in cui avevano a disposizione un solo settimanale e
i quotidiani antiproletari bolognesi erano addirittura tre? Probabilmente
anche i contrasti interni al Partito, sempre più diviso tra riformisti
e massimalisti, furono all'origine di lotte per il controllo della stampa
socialista, e lo stesso progetto de «La Conquista» potrebbe
testimoniare dell'affermazione dei massimalisti rivoluzionari all'interno
della Federazione provinciale del Partito socialista (cfr. Marco Poli,
Per una storia de «La Squilla», p. 231-234).
L'esperimento de «La Squilla» quotidiano durò però
pochi giorni: la sera del 24 gennaio 1921 i fascisti assaltarono e incendiarono
la Camera del lavoro di via d'Azeglio, causando gravi danni anche alla
sede della Società tipografica proletaria e alla redazione:
La tipografia è pure stata gravemente danneggiata specialmente
nel reparto dei caratteri di composizione
(«Avvenire d'Italia», a. XXVI, n. 22, 26 gennaio 1921, p.
2).
«La Squilla», a. XXI, n. 11, 2 febbraio 1921,
p. 1.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
«La Squilla», a. XXI, n. 12, 19 marzo 1921,
p. 2.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
I fascisti assaltarono anche lo Stabilimento Poligrafici Riuniti, dove
veniva stampata «La Squilla», lanciando pietre contro le vetrate
della tipografia, che dopo questo attacco si rifiutò di continuare
a stampare il quotidiano socialista. Solo il 2 febbraio «La Squilla»
tornò a fatica in edicola, ma come settimanale, dopo aver trasferito
la stampa in una tipografia fuori Bologna.
Le distruzioni operate dai fascisti causarono non soltanto la fine de
«La Squilla» quotidiano, ma dettero forse anche il colpo finale
al progetto del nuovo giornale: la raccolta dei fondi si fece sempre più
complessa, perché andavano ricostruite le numerosi sedi di partito
e sindacali distrutte, con un notevole impegno finanziario, e prima di
tutto doveva ripartire «La Squilla» di cui andava ricostruita
la redazione, in un contesto sempre più difficile per i socialisti
bolognesi che vedevano le loro sedi sistematicamente attaccate, con enormi
danni economici, mentre i fascisti erano totalmente impuniti e liberi
di saccheggiare a loro piacimento.
A complicare ulteriormente la situazione, il 19 marzo 1921 su «La
Squilla» venne pubblicato un comunicato della Società Editrice
L'Avanti!, che aveva deliberato la creazione di una edizione speciale
dell'«Avanti!» per la provincia di Bologna:
«La Squilla», a. XXI, n. 12, 19 marzo 1921,
p. 1.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
Al termine del comunicato si faceva riferimento alla possibilità
che l'edizione bolognese dell'«Avanti!» potesse rappresentare
un esperimento per valutare in seguito la possibilità di pubblicare
«La Conquista», ma probabilmente in molti capirono che il
sogno di un quotidiano socialista bolognese era ormai svanito.
Pochi giorni dopo su «La Squilla» si pubblicò un altro
rendiconto della Società cooperativa tipografica proletaria di
Bologna, a cui erano stati affidati i fondi per il quotidiano socialista.
Il rendiconto, aggiornato al 31 marzo 1921, era accompagnato da un laconico
commento:
[...] l'iniziativa [del quotidiano socialista] per il momento non
ha libertà di realizzarsi. [...] i nostri avversari riuscirono
a toglierci l'ottima sede del quotidiano [...] in tali condizioni non
ci è possibile organizzare una pronta uscita del giornale sulla
base preventivata.
«La Squilla», a. XXI, n. 16, 16 aprile 1921,
p. 3.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
La speranza di pubblicare «La Conquista» sembrava essere ancora
viva, nonostante tutte le avversità, anche dopo la comparsa della
pagina bolognese dell'«Avanti!», se il 30 luglio 1921 si poteva
leggere su «La Squilla»:
Avanti!-La Conquista.
I nemici, e molti compagni abboccano con impressionante ingenuità,
hanno sparso la voce che «La Conquista» non uscirà
più, sostituita ormai definitivamente dall'edizione bolognese dell'Avanti!
La balla è ben compiuta; ma è una balla [...]. La Casa editrice
«La Conquista», che si sta trasformando in accomandita, lavora
attivamente per mettersi in piena efficienza e per raccogliere i fondi
mancanti che, insieme a quelli già versati e dei quali si dovrebbero
conoscere i pubblicati bilanci, le permetteranno di stampare a Bologna
il così necessario e giustamente desiderato quotidiano socialista.
«La Squilla», a. XXI, n. 33, 30 luglio 1921,
p. 3.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
I fascisti bolognesi, che tanto avevano contribuito al fallimento del
progetto, ironizzarono pesantemente sulla mancata uscita de «La
Conquista», diffondendo in occasione del Carnevale del 1923 un foglio
intitolato La Conquista della "Nettezza cittadina", con il testo
di una zirudèla in bolognese in cui si esaltava la "pulizia"
della città ottenuta a forza di bastonature degli avversari politici,
usando él mandg dla granà, il manico della scopa.
La conquista della nettezza cittadina. Bologna, carnevale
1923. Bologna, Tip. Mignani, [1923], collocazione
Misc. BB. 2962.
Sul retro del foglio compare la pubblicità della Ditta Old England
di via Indipendenza n. 6-8, di proprietà dello squadrista bolognese
Giuseppe Ambrosi, fornitore anche di divise per le varie organizzazioni
fasciste. Dopo l'attentato a Mussolini del 31 ottobre 1926 avvenuto a
pochi metri dalla sede della Old England, nelle
vetrine del negozio venne esposta la fascia dell'Ordine Mauriziano indossata
da Mussolini, con le tracce del proiettile che l'aveva sfiorata.
La nascita della pagina bolognese dell'«Avanti!»
Il 19 marzo 1921 su «La Squilla» era stato pubblicato un comunicato
della Società Editrice L'Avanti!, che aveva deliberato la creazione
di una edizione speciale dell'«Avanti!» per la provincia di
Bologna; la pagina bolognese, che sostituiva la pagina della cronaca di
Milano presente nell'edizione milanese, fece la sua comparsa il 12 luglio
1921.
Prima di questa data i socialisti bolognesi avevano potuto raccontare
gli eventi cittadini solo dalle pagine de «La Squilla», il
settimanale della Federazione provinciale socialista, ma era evidentemente
sentita con forza la necessità di disporre di un mezzo d' informazione
in grado di fornire tempestivamente notizie quotidiane sulla città
e sulla provincia, adeguato al peso e ai successi dei socialisti bolognesi,
forti di un consenso elettorale che aveva già espresso nel 1914
un sindaco come Francesco Zanardi, e di una rete di associazioni e strutture
capillarmente diffusa su tutto il territorio provinciale:
A noi manca un organo che quotidianamente sorregga, vivifichi, sproni
e incoraggi le lotte del lavoro e ponga il proletariato tutto di seguire
con una cronaca estesa e sincera tutte le sue battaglie.
(«La Squilla», a. XIX, n. 59, 29 novembre 1919, p. 3).
La pagina locale pubblicata su l'«Avanti!» era una prima risposta
a questa esigenza, dopo la rapida fine de «La Squilla» quotidiano
e in attesa di portare a termine il progetto de «La Conquista».
La redazione bolognese della nuova pagina locale era formata da Libero
Zanardi, figlio dell'ex sindaco socialista Francesco Zanardi, da Antonio
Lorenzini e da Edmondo Montanari (cfr. Nazario Sauro Onofri, I giornali
bolognesi nel Ventennio fascista, p. 52). Lorenzini, il più
anziano dei tre, aveva maturato una discreta esperienza dirigendo per
alcuni periodi sia «La Squilla» che «La Lotta»,
il giornale dei socialisti imolesi, e collaborando ad altre testate di
area socialista.
La redazione si trovava in via d'Azeglio n. 41, dove era ubicata anche
la nuova sede della Camera del Lavoro e le sedi di altre associazioni
socialiste, ricostruite dopo l'assalto fascista del 24 gennaio 1921.
Bologna, via d'Azeglio n. 41, dove si trovava la nuova
sede della Camera del Lavoro e la redazione della pagina locale dell'«Avanti!».
Libero Zanardi nella redazione bolognese dell'«Avanti!». La
fotografia fu pubblicata dopo la morte di Zanardi, avvenuta il 9 giugno
1922.
«La Squilla», a. XXII, n. 26, 1 luglio 1922, p. 2.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
A partire dai primi di luglio del 1921, su «La Squilla» iniziarono
a comparire numerosi annunci sull'imminente uscita della nuova pagina
locale:
Non più di una settimana per avere notizie nostre e le smentite
alle quotidiane calunnie dei giornali borghesi.
Da martedì 12 luglio l'«Avanti!» avrà una quotidiana
abbondante cronaca di Bologna e Provincia.
«La Squilla», a. XXI, n. 29, 2 luglio 1921,
p. 1.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
«La Squilla», a. XXI, n. 30, 9 luglio 1921,
p. 3.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
La pagina locale di solito conteneva, ma ci potevano anche essere variazioni,
un articolo di fondo, sul lato sinistro, che commentava i fatti locali
e nazionali, di una o due colonne; la Cronaca di Bologna e provincia
era al centro pagina, su più colonne; vi erano poi le notizie in
breve, spesso di cronaca nera, ma comparivano anche notizie di fatti mondani
o recensioni di spettacoli teatrali; nella Cronaca giudiziaria,
se presente, venivano trattati i frequenti processi legati ai numerosi
scontri politici che caratterizzarono il periodo. Sul lato destro, l'ultima
colonna conteneva inserti pubblicitari, mentre la penultima colonna riportava
notizie riguardanti l'attività del Partito socialista in altre
province: i socialisti bolognesi avevano finalmente la possibilità
di ribattere colpo su colpo agli attacchi dei giornali antiproletari.
La morte prematura di Libero Zanardi, avvenuta a Rimini il 9 giugno 1922,
rappresentò un duro colpo per la redazione bolognese dell'«Avanti!»,
ma furono i drammatici eventi dell'estate del 1922 a determinare, con
ogni probabilità, la fine dell'esperienza giornalistica iniziata
solo un anno prima.
«La Squilla», a. XXII, n. 23, 10 giugno 1922,
p. 1.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
A partire dal 1° agosto l'Alleanza del Lavoro, che riuniva movimenti
politici e sindacali di sinistra, organizzò uno Sciopero legalitario
contro le violenze fasciste. La reazione delle squadre d'azione fu violentissima
in tutta Italia, e il 4 agosto la sede principale dell'«Avanti!»,
in via Settala a Milano, venne incendiata e completamente distrutta. Era
il terzo attacco fascista alla sede del giornale, che era stata da poco
ricostruita e inaugurata il 9 ottobre 1921.
Imperturbabile, un uomo che potrebbe rappresentare la
fede socialista, resiste alle fiamme.
Il numero unico fu realizzato dopo la distruzione della sede dell'«Avanti!»
di Milano del 4 agosto 1922.
«Pro Avanti! Numero unico», Milano, Tip. società editrice
Avanti!, [1922], collocazione Fondo Fabbri 173.
La sede dell'«Avanti!» di Milano distrutta
e incendiata dai fascisti il 4 agosto 1922.
«Pro Avanti! Numero unico», Milano, Tip. società editrice
Avanti!, [1922], p. 8-9, collocazione Fondo Fabbri 173.
In tutta Italia gli squadristi misero in atto centinaia di aggressioni,
uccisioni e devastazioni di sedi socialiste e sindacali. A Bologna il
6 agosto, in seguito all'uccisione di un fascista, si scatenò una
durissima rappresaglia: vennero assaltate e date alle fiamme le due sedi
della Camera del Lavoro, quella vecchia di porta Lame e quella nuova di
via d'Azeglio, dove si trovava anche la redazione bolognese dell'«Avanti!»,
che venne completamente distrutta.
La redazione bolognese dell'«Avanti!», in
via d'Azeglio n. 41, distrutta dai fascisti il 6 agosto 1922.
«La Squilla», a. XXII, n. 34, 2 settembre 1922, p. 1.
(Biblioteca Universitaria, Bologna).
Sull'edizione torinese dell'«Avanti!» (l'edizione
milanese non poteva ancora uscire a causa della distruzione della sede
del 4 agosto), compare la notizia degli assalti fascisti a Bologna del
6 agosto 1922.
«Avanti! Giornale del Partito Socialista», a. XXVI, n. 187,
8 agosto 1922, p. 1. (https://avanti.senato.it/index.php)
«Il Resto del Carlino» riporta i fatti del
6 agosto, descrivendo gli assalti e le distruzioni operate dalla "fulminea
reazione fascista" come rappresaglia alle violenze dei socialisti. Nel
riquadro evidenziato con matita blu si fa riferimento al lancio di una
bomba incendiaria contro l'abitazione del segretario della locale sezione
comunista, certo Dozza: si tratta di Giuseppe Dozza (1901-1974),
futuro sindaco di Bologna.
«Il Resto del Carlino», a. XXXVIII, n. 189, 8 agosto 1922,
p. 4, collocazione 19/1.
Con ogni probabilità dopo l'incendio del 6 agosto la redazione
bolognese non fu più in grado di risollevarsi e riprendere l'attività,
anche se si ipotizza che la cronaca locale fosse pubblicata fino alla
fine di settembre del 1922 (cfr. Francesco Nicita, I quotidiani a Bologna,
p. 426), ma la conferma potrà venire solo dal ritrovamento di altre
raccolte dell'«Avanti!» che hanno conservato la pagina cittadina.
Certo è che su «La Squilla» iniziarono ad essere pubblicate,
proprio a partire dall'agosto del 1922, notizie riguardanti vicende accadute
a Bologna e provincia, in particolare nella rubrica Dalle Torri all'officina,
come accadeva prima della nascita della pagina locale dell'«Avanti!»;
questo ritorno de «La Squilla» a occuparsi ampiamente dei
fatti bolognesi avrebbe forse dovuto rappresentare una soluzione temporanea
per ovviare alla distruzione della redazione di via d'Azeglio, ma in realtà
tornò a essere l'unico strumento a disposizione dei socialisti
locali per narrare le vicende del loro territorio.
Sfumava così definitivamente, a pochi mesi dalla Marcia su Roma
e dalla presa del potere del Fascismo, il sogno dei socialisti bolognesi
di pubblicare un proprio quotidiano, mentre si creavano le condizioni
che avrebbero portato nel giro di pochi anni alla dittatura fascista e
alla chiusura definitiva di tutti i giornali di opposizione, tra cui «La
Squilla socialista», che si richiamava a «La Squilla»,
chiusa nel 1923, che cessò le pubblicazioni il 17 gennaio 1925,
dopo ulteriori incendi e persecuzioni.
La realizzazione della banca dati con la pagina bolognese dell'«Avanti!»
(1921-1922)
La Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini ha realizzato, con il contributo
di numerosi enti e istituzioni culturali, una straordinaria banca dati
comprendente le annate del quotidiano socialista dal 1893 al 1894, dal
1896 al 1940 e dal 1943 al 1993.
Sono consultabili le edizioni di Roma, di Milano, di Torino, di Firenze
e della Toscana, di Livorno e Pisa, della provincia di Roma, l'edizione
Centromeridionale e di Parigi, rispettivamente dell'«Avanti!»
(dal 1926 al 1938) e del «Nuovo Avanti!» (dal 1934 al 1940).
La banca dati è consultabile all'indirizzo: https://avanti.senato.it/index.php
La pagina con la cronaca bolognese, nota solo a un ristretto numero di studiosi, forse
perché conservata in pochissime biblioteche, si aggiunge quindi
alle tante edizioni già disponibili online nella banca dati
della Biblioteca del Senato.
Oltre alla raccolta principale dell'«Avanti!» da cui sono
state tratte le pagine locali qui riprodotte, la Biblioteca dell'Archiginnasio
conserva sei numeri del quotidiano dal 1° ottobre al 16 ottobre 1921,
con la cronaca bolognese, nel Fondo Luigi Fabbri (collocazione Fabbri
106).
Dalla raccolta posseduta dalla Biblioteca dell'Istituto storico Parri
provengono sedici numeri mancanti in Archiginnasio, usciti tra il luglio
e il novembre 1921, e tutto il mese di dicembre dello stesso anno, di
cui l'Archiginnasio possedeva pochi numeri in precario stato di conservazione.
I numeri della raccolta dell'«Avanti!» posseduti dall'Archiginnasio
per gli anni 1921-1922 presentano accanto al titolo della testata il timbro
circolare della Biblioteca popolare comunale, fondata nel 1909 da Albano
Sorbelli, direttore dell'Archiginnasio dal 1904 al 1943.
Il timbro della Biblioteca popolare comunale di Bologna
di via Castiglione n. 40, dove il giornale era a disposizione dei lettori.
Ora è conservato in Archiginnasio.
«Avanti! Giornale del Partito Socialista», a. XXV, n. 166,
martedì 12 luglio 1921, collocazione 19/9 G.S.
La Biblioteca popolare, creata da Sorbelli per andare incontro alle esigenze
di un nuovo pubblico, fatto di operai, commessi e impiegati, fino ad allora
esclusi dalla cultura e dalle biblioteche, riscosse un grande successo.
La nuova biblioteca, situata in via Castiglione n. 40, era dotata di 5.000
volumi in buona parte ammessi al prestito a domicilio, di un'ampia dotazione
di quotidiani e giornali e di un orario di apertura invernale fino alle
ore 22 pensato per andare incontro alle esigenze dei lettori.
Sulla Biblioteca popolare si veda il sito 100 anni per tutti:
http://badigit.comune.bologna.it/mostre/pubblica_lettura/bacheca2.htm
http://badigit.comune.bologna.it/mostre/pubblica_lettura/bacheca3.htm
La lettura dei quotidiani e dei periodici era uno dei servizi più
apprezzati dai frequentatori della Biblioteca popolare. Per volere di
Arpinati, primo podestà di Bologna dal 1926 al 1929, la Biblioteca
venne trasferita presso la Biblioteca della Casa del Fascio nel dicembre
del 1929, ma una parte dei libri e dei periodici della Popolare ritornò
in Archiginnasio, tra cui anche le annate dell'«Avanti!»,
a cui certamente la Biblioteca della Casa del Fascio non era interessata.
Sulla Biblioteca della Casa del Fascio si veda 100 anni per tutti: http://badigit.comune.bologna.it/mostre/pubblica_lettura/bacheca4.htm
Il clima di tensione politica e di duro scontro tra fascisti e socialisti
è testimoniato anche da alcune frasi antisocialiste scritte a matita
sulle pagine dell'«Avanti!» che era a disposizione dei lettori
presso la Biblioteca popolare.
Chi legge questo giornale è un idiota
«Avanti! Giornale del Partito Socialista», a. XXV, n. 285,
domenica-lunedì, 27-28 novembre 1921, p. 2; collocazione 19/9 G.S.
Sul giornale del 28 settembre 1921 una scritta, sempre a matita, qualificava
i socialisti come porci.
W tutti i fascisti
«Avanti! Giornale del Partito Socialista», a. XXVI, n. 25,
domenica-lunedì, 29-30 gennaio 1922, collocazione 19/9 G.S.
Biografie dei redattori della pagina bolognese dell'«Avanti!»
Edmondo Montanari nacque a Bologna il 29 gennaio 1900. Dal 1922
al 1926 fu corrispondente dell'«Avanti!» da Bologna. Diresse
dal 1924 alla chiusura, nel 1925, «La Squilla socialista»,
che si richiamava a «La Squilla», cessata nel 1923. Subì
dure persecuzioni dai fascisti e dopo il 1926 venne escluso dall'Albo
dei pubblicisti perché non era iscritto al P.N.F.
Nel 1933 si trasferì a Milano e nel 1938 espatriò clandestinamente
in Francia, dove divenne uno dei dirigenti del P.S.I. a Parigi; il Governo
fascista emise un mandato di cattura nei suoi confronti. Fu controllato
dalle autorità consolari sino al 18 febbraio 1943.
Libero Zanardi (Bologna, 17 maggio 1900-Rimini, 9 giugno 1922),
figlio di Francesco Zanardi.
Giornalista, iscritto al P.R.I. e poi al P.S.I. Volontario e decorato
nella I Guerra mondiale, nel 1919 aderì al P.S.I. ed entrò
nella redazione del settimanale socialista «La Squilla», facendo
poi parte della redazione bolognese dell'«Avanti!». Rifugiatosi
nel 1922 a Rimini per sfuggire alle persecuzioni fasciste, morì
per malattia il 9 giugno 1922. Al suo funerale parteciparono migliaia
di antifascisti.
Antonio Lorenzini (pseudonimo Grifo) nacque il 10 marzo
1883 a Perugia. Pubblicista, si iscrisse al P.S.I., divenendo direttore
di vari settimanali socialisti. Corrispondente de «Il Lavoro»
e della «Giustizia», del «Paese» e del «Mondo»,
esordì nel 1904 all'«Avanti!». Diresse «La Lotta»
di Imola e per alcuni mesi, nel 1914, «La Squilla», durante
la campagna elettorale che portò i socialisti alla conquista del
Comune di Bologna. All'epoca rivestiva la carica di Segretario della Federazione
provinciale del P.S.I. Corrispondente da Bologna dell'«Avanti!»,
fu radiato dall'Associazione stampa emiliana nel 1927, insieme ad altri
giornalisti antifascisti. Sottoposto a continui controlli di polizia,
nel dopoguerra poté riprendere la professione di giornalista.
(Biografie in parte tratte da Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 6 v., 1985-2005).