Il fondo iconografico dell'architetto e ingegnere Filippo Antolini (Roma,
1787 - Bologna, 1858), fu acquistato dal sindaco Carlo Pepoli nel 1863
e donato all'Archiginnasio accompagnato da un elenco di consistenza suddiviso
in 33 nuclei grafici. Ai rischi di dispersione legati ai trasferimenti
della documentazione da un deposito all'altro (compresa la Sala Giordani,
ubicazione che valse per anni alla raccolta il nome di Cartella Giordani),
si aggiunsero negli anni Quaranta i danni dovuti agli eventi bellici,
che oltre alle pesanti perdite innescarono il grave e complesso problema
dello scompaginamento dei fondi librari e delle raccolte documentarie.
Con la costituzione del Gabinetto dei disegni e delle stampe nel 1981,
quanto della Cartella Antolini fu individuato nei depositi e fra
gli accumuli di fogli, entrò a far parte della nuova sezione della
Biblioteca, dove tutt'oggi è conservato, accresciuto dalle recenti
integrazioni di materiale rinvenuto frammisto alla raccolta Disegni
di autori vari.
Allo stato attuale, dopo le opportune integrazioni, la raccolta Antolini
consta di 307 elaborati (vergati anche sul verso dei fogli) suddivisi
in 30 cartelle (sono mancanti le cartelle numerate 2, 4 e 10 dell'elenco
del 1863) relativi ad altrettanti progetti di architettura civile, religiosa
e industriale e di ingegneria stradale e idraulica, riferentisi soprattutto
a Bologna e al territorio provinciale, eseguiti fra l'inizio dell'Ottocento
e i primi anni Cinquanta del XIX secolo. Essi testimoniano ogni tappa
della parabola di Antolini dagli anni della formazione presso la bottega
del padre Giovanni Antonio, architetto di punta dell'entourage
artistico di Napoleone, alla piena maturità, quando egli è
ingegnere assunto dal Comune di Bologna e docente di Architettura presso
la locale Accademia di Belle Arti.
Gli elaborati sono solo in parte firmati da Antolini (anche in collaborazione con altri progettisti
come Giovanni Bassani) o attribuibili alla sua mano, poiché oltre a diversi fogli anonimi, sono
presenti tavole di Giovanni Battista Martinetti e Giuseppe Tubertini, raccolte da Antolini quali utili
precedenti per l'esecuzione di interventi su progetti da essi avviati; si conservano anche
elaborati sottoscritti da altri autori (ingegneri e artisti) che a vario titolo furono coinvolti nei
cantieri antoliniani. I lavori di cui restano testimonianze interessarono sia edifici pubblici
(Palazzo Apostolico e portico del Pavaglione), che privati (Casa Martinetti) e religiosi (chiesa di
San Giuseppe dei Cappuccini); alcuni furono effettivamente realizzati, altri rimasero solo sulla
carta (ciborio di San Petronio); in alcuni casi documentano nuove costruzioni (chiesa di San
Giuseppe dei Cappuccini e Porta Santo Stefano), in altri invece adattamenti e
rifunzionalizzazioni di fabbricati preesistenti (conventi soppressi in età napoleonica e convertiti
in nuove attività di pubblica utilità come San Giovanni in Monte, San Michele in Bosco, Santa
Maria Nuova).
Antolini,
cartella 1
"Mappe dei locali destinati a Sedi dei Governatorati nella Provincia
di Bologna come alla Notificazione 18 Settembre 1816, con due Topografiche
della Legazione"
Il volume consta di 100 fogli ripiegati e rilegati su cui Filippo Antolini
e Giovanni Bassani nel 1816 firmano 49 mappe, che ripropongono la situazione
delle sedi di Governo al termine del periodo napoleonico, prima dell'insediamento
a Bologna del cardinale legato Alessandro Lante (29 settembre 1816 - 14
luglio 1818). Il volume fu trasferito alla Sezione manoscritti e rari
con collocazione B. 4351, poi ricondotto alla Cartella Antolini, n. 1
conservata presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe nel 2002.
Antolini,
cartella 3
"Piante e Prospetti delli Ponti, e Chiaviche da riformarsi, esistenti
su la Via Reggia Postale Flaminia"
Il volume consta di 43 fogli contenenti 41 tavole non firmate, che illustrano
il piano per l'adattamento e la manutenzione della via regia postale Flaminia
risalente con ogni probabilità al 1807. Il volume fu trasferito
alla Sezione manoscritti e rari con collocazione B. 4352, poi ricondotto
alla Cartella Antolini, n. 3 conservata presso il Gabinetto dei disegni
e delle stampe nel 2002.
Antolini,
cartella 5
"Sezioni, che dimostrano lo stato del tratto di via Regia postale
Flaminia nel principio del corrente secolo, dalla porta Napoleone al ponte
di Reno, non che lo stato (delineato in rosso) a cui deve essere ridotta,
che è conforme alla normale sezione".
Fascicolo di 5 fogli non firmati e databili al sec. XIX, ricondotto a
Cartella Antolini, n. 5 da raccolta Disegni di autori vari, cart. 9, n.
1319/1-5 nel 2020.
Antolini,
cartella 6
"Progetto di allargamento del ponte Reno nella via Emilia, uno rappresentante
la pianta, il secondo il prospetto, ed il terzo le sezioni".
I 3 disegni, redatti da Antolini intorno al 1820, sono relativi al rifacimento
del ponte sul fiume Reno lungo la via Emilia. Il ponte, più volte
danneggiato dalle piene, venne sostituito dal Ponte Nuovo, successivamente
detto Pontelungo, realizzato fra il 1878 e il 1880 su progetto di Adriano
Panighi.
Antolini,
cartella 7
"Porta laterale al Palazzo Pubblico di Bologna sulla via Volto dei
Pollaroli, volgarmente chiamato Dogana Vecchia fatto dal prof. Filippo
Antolini per ordine di S. Em. il Card. Bernetti"
La porta, realizzata su disegno di Antolini, fu inaugurata il 12 ottobre
1830. Fu fatta aprire dal cardinale legato Tommaso Bernetti lungo il lato
nord del Palazzo comunale in occasione del trasferimento delle carceri
dalla torre d'angolo, che svettava fra le attuali vie Ugo Bassi e Venezian,
a San Giovanni in Monte.
Antolini,
cartella 8
"Facciata, pianta, e spaccato dell'Ospitale di Castel San Pietro"
I 2 elaborati possono essere assimilati a quelli eseguiti da Antolini
negli anni Quaranta, quando realizza le sue più importanti proposte
in stile neorinascimentale. A quell'epoca inoltre era in costruzione il
Palazzo del Comune di Castel San Pietro (1845), con il quale questo progetto
condivide elementi formali di rilievo.
Antolini,
cartella 9
"Chiesa stata eseguita nelle vicinanze di Rimini [...]"
Dell'edificio non è stata trovata traccia sul territorio. Lo stile
ancora fortemente accademico induce a collocare il progetto nei primi
anni di attività di Antolini, intorno al 1820. I 4 fogli sono stati
ricondotti al nucleo di provenienza da raccolta Disegni di autori vari,
cart. 12, nn. 95-98 nel 2013.
Antolini,
cartella 11
"Matrici di piante del locale di San Giovanni in Monte, ora ad uso
di carceri"
Progetto di Antolini in 3 fogli relativo alla riorganizzazione negli anni
Trenta dell'Ottocento degli spazi dell'ex convento di San Giovanni in
Monte, da cui gli Olivetani erano stati allontanati nel 1797, in vista
del trasloco delle carceri criminali dal Torrone del Palazzo apostolico.
Fino ad allora i locali erano stati sede del Tribunale speciale e delle
relative carceri.
Antolini,
cartella 12
"Piante del convento e chiesa di San Francesco portante la data 18
ottobre 1828; nel qual tempo apparteneva alla R.C.A. ed ora ad uso di
Dogana"
3 schizzi attribuiti ad Antolini delle piante della chiesa e del convento
tracciate nel 1829 a seguito dell'ordinanza emessa dalla Tesoreria Generale
di Roma il 15 ottobre 1828 (le piante definitive si conservano preso l'Archivio
di Stato di Roma). All'epoca l'area era devoluta a uffici, magazzini,
stalle e camerate dei doganieri, che qui avevano trovato alloggio sin
dal 1801 a seguito delle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi.
I locali furono riconsegnati ai frati minori nel 1841-1842.
Antolini,
cartella 13
"Piante del locale degli Abbandonati situato in Bologna nella strada
del Frassinago [...]"
12 fogli, solo in parte attribuibili ad Antolini, con progetti di manutenzione
e ampliamento dell'ospedale militare trasferito nell'ex ospedale degli
abbandonati in via Frassinago dalla metà degli anni Trenta dell'Ottocento.
Antolini,
cartella 14
"Piante delle carceri criminali, politiche e di correzione, come
esistevano nell'anno 1845 [...]"
6 piante delle carceri esistenti intorno al 1845 presso gli ex conventi
dell'Abbadia, di San Giovanni in Monte, della Carità e presso il
Palazzo apostolico, redatte con ogni probabilità da Antolini in
occasione della riforma del sistema penitenziario dello Stato pontificio
promulgata dal nuovo papa Pio IX (1846-1878).
Antolini,
cartella 15
"Piante del locale denominato dell'Abbadia posto nella città
di Bologna in piazza via dell'Abbadia [...]"
I rilievi nn. 35, 36, 37 furono realizzati intorno al 1820, quando l'ex
ospedale carcerario dell'Abbadia fu convertito in reclusorio. Nel 1849,
riconosciuta ormai l'inefficacia degli istituti correzionali, i locali
furono nuovamente adibiti a ospedale carcerario: i disegni nn. 38, 39,
40 e 41, nonché il fascicolo ms. allegato, fanno riferimento all'intervento
resosi necessario in occasione dell'ennesimo cambio di destinazione d'uso.
I 7 elaborati sono solo in parte redatti da Antolini; i più antichi
furono da lui riutilizzati e modificati in base alle nuove esigenze di
servizio degli ambienti dell'Abbadia.
Antolini,
cartella 16
"Piante e spaccati dimostranti una parte del locale anticamente chiamato
Santa Maria Nuova sulla via Ripa di Reno, ora ad uso della Cameral Fabbrica
di Tabacchi in Bologna [...]"
Progetto in 5 fogli di riconversione del monastero di Santa Maria Nuova,
che sorgeva sull'attuale via Riva di Reno, in Manifattura Tabacchi, firmato
da Giuseppe Tubertini e databile fra il 1801 e il 1802.
Antolini,
cartella 17
"Pianta della Fabbrica dei Tabacchi in Bologna [...]"
Progetto di ampliamento dei locali e di ammodernamento della Manifattura
Tabacchi. Gli 11 fogli, in parte eseguiti da Giuseppe Tubertini nel 1801-1802
e in parte attribuibili ad Antolini, accompagnavano la relazione del 1850
e il preventivo dei costi per l'ampliamento della fabbrica.
Antolini,
cartella 18
"Piante del locale della regia Università di Bologna [...]"
2 dei 5 fogli che costituiscono la cartella (nn. 57 e 59) è databile
al 1805, anno in cui Martinetti ridisegnò l'intera area appena
dentro porta San Donato, a seguito del trasferimento dell'Orto Botanico
da porta Santo Stefano alla Palazzina della Viola e dell'Università
dal Palazzo dell'Archiginnasio a Palazzo Poggi, e da qui l'Accademia di
Belle Arti ai locali dell'ex convento di Sant'Ignazio. Altre tavole (nn.
58, 60, 61) si riferiscono a un secondo intervento di Martinetti, risalente
al 1827, quando fu acquistata la Ca' Grande dei Malvezzi per ottenere
gli spazi necessari a garantire nuove aule agli studenti.
Antolini,
cartella 19
"Pianta generale dei reali stabilimenti della Botanica, dell'Agraria,
della Chimica e dell'Accademia di Belle Arti in Bologna, nell'antico convento
di Sant'Ignazio [...]"
I 7 fogli sono databili fra il 1802 e il 1805, anni in cui Martinetti
riprogettò l'intera area appena dentro porta San Donato, a seguito
del trasferimento dell'Orto Botanico da porta Santo Stefano alla Palazzina
della Viola e dell'Università dal Palazzo dell'Archiginnasio a
Palazzo Poggi, e da qui l'Accademia di Belle Arti ai locali dell'ex convento
di Sant'Ignazio.
Antolini,
cartella 20
"Piante, facciate e spaccati risguardanti il Palazzo governativo
di Bologna [...]"
20 elaborati contenenti progetti di riorganizzazione dei locali che interessarono
il Palazzo comunale in occasione dell'instaurazione del Regno napoleonico
nel 1807, del successivo rientro del Legato pontificio, in particolare
dei cardinali Lante (1816-1818), Spina (1818-1824) e Albani (1824-1829),
e infine a seguito di un crollo avvenuto il 29 agosto 1841 che coinvolse
l'Aula delle udienze del Tribunale civile al primo piano.
Antolini,
cartella 21
"Pianta e spaccato, disegni a lapis del Magazzino del Sale al Porto
Navile di Bologna. Lettera dell'Amministrazione in data 18 marzo 1842"
Progetto di adattamento del nuovo magazzino del sale costruito presso
il porto sul Navile, vergato da Antolini in 2 fogli. Il lavoro fu condotto
parallelamente al restauro dei vecchi depositi di sale in San Francesco
liberati per consentire la restituzione dei locali ai frati minori.
Antolini,
cartella 22
"Piante a penna del pianterreno, piano superiore e quello dei granari
nel locale ad uso di Caserma denominato di San Gervasio posto in Bologna
da San Felice [...]"
Filippo Antolini e Giovanni Bassani eseguirono su 21 fogli vergati anche
al verso, il progetto di trasformazione dei locali della chiesa e del
convento benedettino dei Santi Gervasio e Protasio in dogana nel 1842,
al fine di liberare gli ambienti del complesso di San Francesco e consentire
il rientro dei frati minori conventuali. Nel 1798 le suore benedettine
di San Gervasio erano state costrette a lasciare il monastero per far
posto dapprima a una sartoria militare delle truppe francesi, poi dal
1799 a una caserma. Gli uffici e i magazzini della dogana avevano trovato
alloggio sin dal 1801 presso la chiesa e il convento di San Francesco.
Antolini,
cartella 23
"Progetto di una nuova raffineria della Zecca di Bologna da sostituirsi
a quella esistente nel locale delle Convertite, da costruirsi nell'ex
convento di San Gervasio. Porta la data 18 marzo 1834 [...]"
Progetto di trasformazione dei locali della chiesa e del convento benedettino
dei Santi Gervasio e Protasio in raffineria della zecca pontificia eseguito
da Giovanni Bassani e Filippo Antolini in 7 fogli, di cui uno vergato
anche al verso, nel 1834. Nel 1798 le suore benedettine di San Gervasio
erano state costrette a lasciare il monastero per far posto dapprima a
una sartoria militare delle truppe francesi, poi dal 1799 a una caserma.
La raffineria della zecca invece era stata trasferita nel 1815 dal palazzo
omonimo risalente al secolo XVI, entro le mura dell'ex convento delle
convertite dei Santi Filippo e Giacomo.
Antolini,
cartella 24
Progetti per l'altare maggiore della chiesa di San Petronio a Bologna
Il progetto di restauro della chiesa approvato dal Consiglio provinciale
il 17 marzo 1846, fra le altre risoluzioni, condannava all'eliminazione
il ciborio ritenuto non confacente allo stile del tempio e auspicava la
costruzione di una tribuna "più alta, con molti trafori, di
proporzioni sveltissime e in istile ogivale conforme a quello che regna
nelle parti più antiche della fabbrica [...] in ferro fuso e dorato
a guisa di bronzo" e il presbiterio antistante più ampio con
la ridefinizione delle gradinate. Ad Antolini, già autore di una
proposta di restauro presentata nel 1843, fu affidato il prestigioso incarico
che sviluppò su 15 fogli, di cui uno vergato anche al verso, con
la collaborazione di altri progettisti.
Antolini,
cartella 25
Progetto per l'altare maggiore della chiesa di Santa Maria della Carità
a Bologna
Nel 1851, in occasione della decennale eucaristica di Santa Maria della
Carità, Antolini ottenne la regia dei restauri della chiesa e firmò
i 13 fogli qui conservati, disegnati anche al verso. Il rifacimento dell'altare
maggiore fu eseguito in collaborazione con Carlo Vidoni.
Antolini,
cartella 26
"Raffetti della facciata di San Giovanni in Monte"
Progetto per il rifacimento della facciata della chiesa in 3 fogli, vergati
anche al verso, redatti presumibilmente nel 1844 da Antolini.
Antolini,
cartella 27
"Pianta dell'ex convento di San Michele in Bosco nelle vicinanze
di Bologna [...]"
Nel 1797 l'ordine degli Olivetani fu soppresso e i monaci furono costretti
a lasciare il convento di San Michele in Bosco, che servì da caserma
per truppe polacche fino al 1804, poi da carcere penale fino al 1824,
subendo gravi danni e deturpazioni. Nel 1829 il cardinale Bernetti ne
iniziò il recupero, completato nel 1841 dal cardinale Ugo Spinola
(1841-1844) che promosse il restauro finalizzato alla realizzazione di
una villa legatizia. Gli interventi di Antolini, testimoniati da diversi
rilievi in pianta stesi su 5 fogli, di cui alcuni con ogni evidenza riferiti
alla casa di forza (disegni nn. 132 e 135) e altri a una residenza (nn.
133, 134 e 136), si collocano presumibilmente in entrambi i momenti cruciali
del recupero del complesso avviato nel 1829 da Bernetti, che sarà
poi suo committente nel Palazzo apostolico e in San Giovanni in Monte
(1830), e proseguito nel 1841 da Spinola.
Antolini,
cartella 28
"Prospetto del fabbricato posto a ponente della piazza Pavaglione
col progetto di riduzione delle botteghe, con nuove serraglie. Altro foglio
con prospetto delle botteghe sotto il portico del Pavaglione col progetto
della nuova sistemazione delle medesime, fatto nel 1844 [...]"
Progetto di riorganizzazione delle botteghe di piazza del Pavaglione,
sotto e dirimpetto all'omonimo portico redatto su 3 fogli, di cui uno
disegnato anche al verso, databili fra il 1839 e il 1844 e attribuibili
alla mano di Antolini.
Antolini,
cartella 29
"Pianta di un Predio posto fuori della porta di Galliera, fra il
vicolo detto dell'Arcoveggio ed il Canale navile, che credesi già
di ragione Brusa"
Rilevo di un podere posto fra il canale Navile, nel tratto sostegno del
Landi - sostegno Grassi, e via dell'Arcoveggio con annotazione di mano
anonima delle coltivazioni e degli edifici rurali presenti fra il 1817
e il 1821.
Antolini,
cartella 30
Via Flaminia
2 fogli anonimi contenenti piante, sezioni e profili di livellazioni della
via Flaminia compresa fra Castelfranco e il fiume Panaro. In particolare
le tavole che illustrano il Forte Urbano nei pressi di Castelfranco in
cui è segnato il nuovo corso della via Flaminia, si riferiscono
alle modifiche che l'edificio subì nel 1805, una volta annesso
al Regno d'Italia, per volontà di Napoleone che lo disarmò
e fece aprire dei varchi nelle fortificazioni per ripristinare il tratto
rettilineo della via Flaminia.
Antolini,
cartella 31
"Profilo di livellazione dei due rampari della città di Bologna
compresi fra porta Napoleone, Lamme e Galliera portante la data 12 giugno
1808 [...]"
3 fogli contenenti piante, sezioni e profili di livellazioni dei terrapieni
compresi fra le porte Napoleone e Galliera eseguiti per l'ingegnere capo
Giovanni Battista Martinetti presumibilmente da Giuseppe Tubertini, architetto
pubblico dal 1803, con cui collaborò nella definizione di "les
quatre allées autour les ramparts", ovvero i viali lungo le
mura destinati al pubblico passeggio (1809).
Antolini,
cartella 32
Rilievi e piante di porta Santo Stefano e di via Toscana
Progetto di sistemazione di porta Santo Stefano della via postale Flaminia,
arteria stradale nevralgica per le comunicazioni con Firenze e la Toscana.
L'antica e angusta porta fu sostituita nel 1843 da una poderosa barriera
daziaria detta "gregoriana" in onore del papa regnante Gregorio
XVI. Dei 22 fogli, di cui uno disegnato anche al verso, in gran parte
attribuibili alla mano di Antolini, 8 (nn. 160-167 con particolari decorativi
della cancellata di porta Santo Stefano) erano inseriti in raccolta Disegni
di autori vari, cart. 12, nn. 35-42. Sono stati ricondotti a Cartella
Antolini, n. 32 nel 2022.
Antolini,
cartella 33
Casa Martinetti
Le 4 opere grafiche, anonime e databili al 1816, sono riferibili al celeberrimo
progetto della casa-salotto che Martinetti allestì per sé
e la giovane moglie Cornelia Rossi, reinventando il complesso delle monache
benedettine chiuso nel 1796 e acquistato all'asta nel 1815: del monastero
fece il proprio sontuoso palazzo, dell'annessa cripta romanica dei Santi
Vitali e Agricola, una grotta con stalattiti artificiali, e dell'orto
delle monache un giardino all'inglese con arredi di gusto neoclassico,
che divenne parte integrante di uno dei salotti alla moda tra i più
prestigiosi d'Europa, animati dalle colte e raffinate frequentazioni della
giovane moglie Cornelia Rossi.