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Enrico Sacchetti (Roma, 1877 - Firenze, 1967), pittore, caricaturista
e scrittore, fu un protagonista di prima grandezza dell'illustrazione
italiana, che, dopo aver esercitato con successo per gran parte
della vita, abbandonò poi per la pittura e la letteratura
alla fine degli anni Trenta.
A Parigi, dove si era recato nel 1912, dopo aver collaborato ai
principali periodici illustrati italiani, ad esempio "Bruscolo"
di Vamba (1901) e "Verde e Azzurro" di Umberto Notari
(Milano, 1903-1904), viene sollecitato dal famoso attore Lucien
Guitry ad abbandonare lo spirito polemico che lo contraddistigueva
per avere più facile accesso all'ambiente dei salotti, unici
dispensatori di successo.
a Parigi dovetti accorgermi che quella mia
curiosità per ogni individuo, sempre così desta,
era meglio ch'io la mettessi in sordina. "Pour avoir du succés
il faut être de bonne compagnie", mi aveva detto un
giorno Lucien Guitry; perché s'era accorto che capivo troppo
la gente e non lo sapevo nascondere. E fu così che decisi
di occuparmi soltanto dei vestiti; e siccome quelli delle donne
eleganti sono i più vari e divertenti, diventai, senza
nemmeno volerlo, uno specialista della Moda e fui accolto nella
famiglia parigina dei dessinateurs de la femme.
(E. SACCHETTI, Vita d'artista (Libero Andreotti), Milano,
Fratelli Treves Editori, 19362, p. 152).
Incomincia così la sua vita mondana nella capitale francese,
insieme con lo scultore Libero Andreotti e il commediografo Sem
Benelli. Si fa ricercato interprete del più remunerativo
mondo della moda e del costume, pubblicando tavole illustrative
sul settimanale "La Vie Parisienne".
Riportato in Italia dallo scoppio della prima guerra mondiale, continua
il fruttuoso lavoro intrapreso, e disegna modelli per la rivista
di moda torinese "La Donna", ma recupera verso la fine
del conflitto la vena caricaturistica e sferzante, con le vignette
per la "La Tradotta", il "Giornale della Terza Armata"
diretto dall'amico critico teatrale Renato Simoni.
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