BCABo, GDS, Raccolta piante e vedute della città di Bologna, Cartella 6, n. 55.

Giacomo Leopardi fu a Bologna quattro volte:
1) dal 17 al 27 luglio 1825 alloggiò al convento di San Francesco;
2) dal 29 settembre 1825 al 3 novembre 1826 alloggiò all'ingresso del Teatro del Corso in casa Badini, presso Vincenzo Aliprandi;
3) dal 26 aprile al 20 giugno 1827 alloggiò alla Locanda della Pace;
4) dal 3 al 9 maggio 1830 alloggiò alla Locanda della Pace.

Questi sono i luoghi che frequentò, come risulta dall'Epistolario e dalle altre testimonianze dell'epoca:

1) Convento di San Francesco
2) Palazzo Pepoli
3) Via Castiglione (A e B)
4) Teatro del Corso
5) Palazzo Malvezzi de' Medici
6) Via San Vitale
7) Accademia di Belle Arti (A e B)
8) La Società del Casino e l'Accademia dei Felsinei in Palazzo Bolognini Amorini (A e B)
9) Via Santo Stefano e Via Remorsella (A e B)
10) Locanda della Pace (A e B)
11) Teatro comunale (A e B)

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BCABO, GDS, Cartella Gozzadini 48, n. 37

Gaetano Ferri dis. ; Francesco Franceschini inc., Altra Parte Della Seliciata Di S. Fran.co In Bologna, incisione all'acquaforte, in Collezione Di Cinquanta Vedute Della Città E Contorni Di Bologna, n. 37, In Bologna, Si spacciano nella Calcografia dell'Editore Pietro Guglielmini nella Piazza della Pace detta del Pavaglione al prezzo di Scudi V, [1820-1828]

Nel convento di San Francesco Leopardi alloggiò durante il suo primo soggiorno a Bologna (17-25 luglio 1825).
«Io sono stato e sono ancora alloggiato ai Frati Conventuali, cioè al convento del mio compagno di viaggio» (lettera al padre, Bologna, 22 giugno 1825).

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BCABo, GDS, Cartone Panfili c. 95

Pio Panfili, Palazzo Pepoli da Sant'Agata, disegno a penna con inchiostro bruno e acquerello grigio su carta avorio, fine sec. XVIII - inizio sec. XIX

Di fronte ad esso, dall'altro lato di via Castiglione, al numero 6, si vede di scorcio Palazzo Pepoli Vecchio (nell'immagine, a destra): è l'abitazione di Carlo Pepoli, al quale Leopardi dedica l'epistola in versi scritta nel marzo del 1826, dopo quasi due anni di interruzione del suo lavoro poetico.

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, c. 58

Pio Panfili, Voltone in strada Castiglione andando verso la porta della città, disegno a penna con inchiostro bruno e acquerello grigio su carta avorio, 1810 [prima del 5 maggio]

In via Castiglione abitava Pietro Brighenti (1775-1846), avvocato, cultore di musica, amico di Leopardi e suo editore.
In via Castiglione abitava inoltre Carlo Pepoli, l'amico a cui Leopardi indirizza l'Epistola pubblicata nei Versi del 1826.

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, c. 59

Pio Panfili, Veduta del voltone in strada Castiglione venendo verso la chiesa di Santa Lucia, disegno a penna con inchiostro bruno e acquerello grigio su carta avorio 1810 [prima del 5 maggio]

In via Castiglione abitava Pietro Brighenti (1775-1846), avvocato, cultore di musica, amico di Leopardi e suo editore.
In via Castiglione abitava inoltre Carlo Pepoli, l'amico a cui Leopardi indirizza l'Epistola pubblicata nei Versi del 1826.

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BCABo, GDS, Cartella Gozzadini 3, n. 172/8

Pauline Sartori habitante a Bologne d'Italie rue cours dite S:te Etienne n. 93, incisione all'acquaforte, [Bologna, 1810]

L'Albergo del Corso si trovava in via Santo Stefano (all'attuale n. 35) accanto al Teatro del Corso (via Santo Stefano nn. 31 e 33). Al suo secondo soggiorno bolognese, (29 settembre 1825 - 3 novembre 1826) Leopardi prese alloggio nell'appartamento all'ingresso del teatro che apparteneva a Giuseppe Badini. Stava presso la famiglia di Vincenzo Aliprandi, tenore a riposo, che ospitava a pensione. Il poeta fu cliente abituale del Caffè del Teatro, dove faceva la prima colazione ogni giorno.

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, n. 103

Pio Panfili, Veduta del palazzo Malvezzi e piazza di San Giacomo in Bologna, disegno a penna con inchiostro bruno e acquerello grigio su carta avorio, fine sec. XVIII - inizio sec. XIX

Leopardi frequentò spesso palazzo Malvezzi de' Medici (oggi sede della Provincia), dopo che era cominciata l'amicizia con la contessa Teresa Carniani Malvezzi, forse conosciuta attraverso Raimondo Mosca, parente dei Leopardi, che abitava in un appartamento del palazzo.

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, c. 57

Pio Panfili, Voltone da San Vitale andando verso porta Ravegnana, disegno a penna con inchiostro bruno e acquerello grigio su carta avorio, 1810 [prima del 5 maggio]

Accanto al voltone, al numero 56 era l'ingresso della sontuosa e stravagante dimora di Giovan Battista e Cornelia Martinetti (nota anche a Leopardi), uno dei più famosi salotti letterari d'Europa. Da qui si aveva accesso all'enorme e fastoso giardino con statue neoclassiche, fontane, colonne, tempietti immersi in una ricca vegetazione, che si estendeva lungo l'antica via dei Pellacani (ora Giuseppe Petroni) fin quasi a via San Donato (ora Zamboni).
Il medico e letterato Giacomo Tommasini, di cui Leopardi era paziente e amico, acquistò nel 1824 una casa in via San Vitale n. 58. Qui il poeta si recò assiduamente divenendo amico anche di sua moglie Antonietta Ferroni, che intratteneva un salotto letterario e fu sempre per lui affettuosa corrispondente ed amica.

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, c. 31

Pio Panfili, Veduta della chiesa di Sant'Ignazio nel Borgo detto della Paglia in Bologna, incisione all'acquaforte, prima del 1803

Leopardi aspirò nell'ottobre 1825 ad un lavoro stabile come segretario dell'Accademia di Belle Arti di Bologna (che aveva ed ha sede nel convento di S. Ignazio nel cosiddetto Borgo della Paglia, ora via Belle Arti), cui sperava di giungere con la mediazione di Pietro Giordani e di Karl Bunsen.

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BCABo, GDS, Stampe per soggetto, Cart. C, n. 566/64

Antonio Basoli dip. 1826 ; Luigi e Francesco Basoli dis. e inc., Torrazzo Nel Locale Della Pontificia Accademia Di Belle Arti In Bologna, acquatinta in Vedute pittoresche della Città di Bologna n. 64, Bologna, Si trovano presso l'Autore in Borgo Paglia N. 2815 e presso li principali Negozianti di libri e stampe in Italia, 1833

L'agognato incarico di Segretario dell'Accademia di Belle Arti, che avrebbe assicurato a Leopardi uno stipendio stabile, fu invece affidato a Francesco Tognetti, uomo politico, letterato e docente. Probabilmente il poeta era sospettato di idee politiche non conformi al regime pontificio (era papa Leone XII e cardinal legato a Bologna Carlo Oppizzoni).

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BCABo, GDS, Cartella Gozzadini 48, n. 19

Gaetano Ferri dis. ; Camillo Lambertini inc., Chiesa Di S. Stefano In Bologna, incisione all'acquaforte, in Collezione Di Cinquanta Vedute Della Città E Contorni Di Bologna, n. 19, In Bologna, Si spacciano nella Calcografia dell'Editore Pietro Guglielmini nella Piazza della Pace detta del Pavaglione al prezzo di Scudi V, [1820-1828]

Palazzo Bolognini Amorini era la sede della Società del Casino, in cui dal 1819 si era costituita l'Accademia de' Felsinei.

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BCABo, GDS, Stampe per soggetto, Cart. H, 11

Giuseppe Meloni inv. e dis., Festa di Ballo con vestimento in costume data dalla Nobile Società del casino di Bologna nella nuova Gran Sala di 20 Genn., Bologna, Litografia Zannoli, 1839

All'Accademia dei Felsinei in palazzo Bolognini Amorini il 27 marzo 1826, lunedì di Pasqua, Leopardi lesse l'Epistola indirizzata al conte Carlo Pepoli.
La litografia raffigura una festa della Società del Casino organizzata tredici anni dopo l'evento a cui partecipò Leopardi nel 1826.

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, n. 7

Pio Panfili dis. e inc. 1785, Veduta della piazza di San Biagio, palazzo Lambertini e strada Santo Stefano in Bologna, incisione all'acquaforte, [In Bologna, per Lelio Dalla Volpe, 1786]

In questo tratto di via Santo Stefano, sulla sinistra, si innesta via Remorsella, dove nell'autunno del 1825 Leopardi incontrò Angelina Iobbi, cameriera della famiglia a Recanati, sposa al cuoco Giuseppe Parmeggiani, che vi abitava al numero 488 (ne scrive alla sorella Paolina il 9 dicembre). L'invito alla «ghiotta tavola» di quella famiglia giunge a Leopardi qualche giorno più tardi, per «la terza festa di Natale» e in altre successive occasioni. Leopardi tenne poi a battesimo il figlio della coppia il 21 settembre 1826.

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, c. 100

Pio Panfili, Strada Santo Stefano e palazzo oggi Zambeccari già Odorici [Palazzo Zani, poi Odorici, poi Zambeccari, poi Biagi, poi Pallavicini, poi Rossi è ora dal 1948 sede della Bonifica Renana] (via Santo Stefano, 56), disegno a penna con inchiostro bruno e acquerello grigio su carta avorio, fine sec. XVIII - inizio sec. XIX

Non lontano da via Remorsella, al civico 76 di via Santo Stefano, era ubicata la Stamperia delle Muse, presso la quale Leopardi pubblicò l’edizione d’insieme delle sue poesie intitolata Versi che comprende l'Infinito e l'Epistola al conte Carlo Pepoli.

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BCABo, GDS, Cartella Gozzadini 48, n. 21

Gaetano Ferri dis.; Camillo Lambertini inc., Strada Di S. Stefano In Bologna, incisione all'acquaforte, in Collezione Di Cinquanta Vedute Della Città E Contorni Di Bologna, n. 37, In Bologna, Si spacciano nella Calcografia dell'Editore Pietro Guglielmini nella Piazza della Pace detta del Pavaglione al prezzo di Scudi V, [1820-1828]

In questa piazza si innestava a sinistra via Cartoleria Nuova (l'attuale via Guerrazzi). Nell'isolato delimitato all'angolo tra questa strada e vicolo Posterla si trovava la Locanda della Pace (nell'immagine l'edificio a sinistra in angolo). Qui alloggiò Leopardi durante gli ultimi due soggiorni (26 aprile - 20 giugno 1827 e 3-9 maggio 1830).

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BCABo, GDS, Stampe per Soggetto C, n. 533

Gasthof della Pace von Gebrudern Dorner - Albergo della Pace tenuto dai fratelli Dorner in Bologna, incisione in acciaio, [sec. XIX]

La Locanda della Pace, che offriva «de' bagni caldi e freddi a comodo di chiunque», fu molto apprezzata dai forestieri in visita alla città (cfr. «Giornale del Dipartimento del Reno», 30 maggio 1830).

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BCABo, GDS, Cartone Panfili, c. 9

Pio Panfili, Piazza e veduta esteriore del nuovo Teatro pubblico di Bologna, incisione all'acquaforte, ante 1769

Mentre nel precedente soggiorno del 1825-1826 Leopardi trascura il teatro, perchè gli spettacoli lo «seccano mortalmente», nel successivo soggiorno (26 aprile - 20 giugno 1827), il 13 maggio Giacomo Leopardi assistette alla prima della Semiramide di Rossini (interpretata dalla cantante Luigia Boccabadati), e vi ritornò anche per successive rappresentazioni.

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BCABo, GDS, Stampe per Soggetto C, n. 566/46;

Antonio Basoli dip. ; Gaetano Dallanoce dis., Luigi e Francesco Basoli inc., Portici circondanti la Piazza del Teatro Comunale a Bologna, acquatinta, 1831, in Vedute pittoresche della Città di Bologna, n. 64, Bologna, Si trovano presso l'Autore in Borgo Paglia N. 2815 e presso li principali Negozianti di libri e stampe in Italia, 1833

«La stagione anche qui è ottima e io mi diverto veramente un poco di più del solito, perchè grazie a Dio mi sento bene; e perchè gli amici mi tirano. Sono stato all'opera già due volte (l'opera si è avuta finora tre sere), e non mai in platea» (lettera a Paolina Leopardi, Bologna, 18 maggio 1827).

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