Soggetti produttori
Asilo pei bambini lattanti di Bologna, 1881-1931
ID Soggetto produttore: ITBO0304SP439
Tipologia: Ente
Forma autorizzata del nome: Asilo pei bambini lattanti di Bologna, 1881-1931
Altre forme del nome: Asilo dei bambini lattanti <Bologna> (SBN)
Date di esistenza: 1881-1931
Funzioni, occupazioni e attività: Ente di assistenza all'infanzia
Storia istituzionale: Nel 1881 la Società artigiana femminile di Bologna istituì un Asilo per i bambini lattanti «per custodire e curare i bambini in quelle ore della giornata nelle quali le loro madri lavoravano fuori casa». I bambini erano ammessi per il periodo dell'allattamento e oltre, fino al passaggio all'asilo d'infanzia, con una permanenza per che non superasse i tre anni. La madre aveva l'obbligo di recarsi quotidianamente all'asilo per l'allattamento, ad ore fisse e, nel caso non potesse allattare, veniva somministrato l'allattamento artificiale, oltre ai pasti che, in riferimento all'età, venivano indicati dal medico interno. I bimbi erano dotati di culla, pagliericci e coperte e di tutto ciò che poteva occorrere alla loro igiene e benessere. Una volta svezzati, ai bimbi venivano forniti una divisa e il necessario nutrimento. L'Asilo era mantenuto con i fondi assegnati dalla Società artigiana femminile e dalla Società artigiana maschile di Bologna e con oblazioni, con gratuite prestazioni d'opera, con piccoli contributi annui che la madre doveva pagare, con redditi patrimoniali, con rendite annuali di benefattori. Ogni anno veniva convocata dal presidente del Consiglio di amministrazione una Assemblea generale di oblatori e benefattori per la comunicazione e approvazione dei conti preventivi e consultivi e per decidere sulle proposte del Consiglio di amministrazione, delle ispettrici e del comitato dei medici, oltre a quelle dell'Assemblea stessa. L'Amministrazione era affidata a un Consiglio composto da un presidente, da due vicepresidenti e otto consiglieri, e di cui obbligatoriamente facevano parte il presidente della Società artigiana femminile e il presidente della Società artigiana maschile. Un comitato di quindici signore, che si rinnovava ogni anno e rieleggibile, con il titolo di ispettrici, sorvegliava sull'asilo per il buon esito dei fini statutari. Un comitato di quindici medici, anche questo da rinnovarsi ogni anno ma rieleggibile, prestava poi la propria opera nella cura e nel controllo del mantenimento della salute e dell'igiene dei bambini. Un comitato di tre censori che si rinnovava ogni anno e rieleggibile, vigilava sull'andamento amministrativo. La gestione dell'asilo era affidata a una direttrice e a custodi e badanti, tutte stipendiate; l'attenzione all'igiene e alla pulizia era particolarmente sentita. La prima Commissione che ebbe incarico della fondazione e apertura dell'Asilo per bambini lattanti in Bologna era composta dal presidente Giovanni Malvezzi, dal vicepresidente Giovanni Vincenzo Lodi, dai segretari Deicolo Liverani e Francesco G. Cavazza e dal tesoriere Antonio Scarselli. Malvezzi mantenne la sua carica fino alla morte (1892), venendo poi sostituito da Giovanni Vincenzo Lodi. Nel luglio 1881 venne inaugurata la prima sede in via Lame 57, nella casa ex Facchini. Nel luglio 1882 venne aperta una ulteriore sala in Casa Bosisio, sempre in via Lame 57, al primo piano. Nel 1891 fu inaugurata una nuova sala di custodia in via Arienti 27 (denominata «Asilo Marianna» in onore di Marianna Davia Zucchini) che cessò però di funzionare già il 20 aprile 1895 per motivi economici. Dal luglio 1891 l'Asilo di via Lame 57 fu spostato in via Lame 33, in locali più ampi, e venne intitolato alla fondatrice Augusta Malvezzi. Nel 1906 considerato che l'asilo aveva bisogno di grossi lavori di ristrutturazione e di adeguamento e che i locali erano in affitto si decise per una nuova sede in via del Porto, in un edificio appositamente costruito su un'area concessa gratuitamente dal Comune. Con l'inizio della prima guerra mondiale si passò anche da un'assistenza solo diurna ad una anche notturna, in locati individuati in Viale Panzacchi, lasciati poi nel 1924, per tornare ad un'unica sede in via del Porto. Nel 1916 l'Asilo divenne Ente Morale sotto il controllo dell'Ente Comunale di assistenza bolognese, funzionando verosimilmente fino al 1931. Per interessamento di Giovanni Vincenzo Lodi l'Asilo si presentò a diverse esposizioni, tra cui, nel 1886 e nel 1900, l'Esposizione operaia di Bologna.
Fondo archivistico/raccolta: Carte Giovanni Vincenzo Lodi
Date di redazione/revisione: 2022