Soggetti produttori
Tambroni, Giuseppe, 1773-1824
ID Soggetto produttore: ITBO0304SP435
Tipologia: Persona
Forma autorizzata del nome: Tambroni, Giuseppe, 1773-1824
Altre forme del nome: Tambroni, Giuseppe <1773-1824> (SBN)
Date di esistenza: Bologna, 8 settembre 1773 - Roma, 19 gennaio 1824
Funzioni, occupazioni e attività: Studioso d'arte e di archeologia, diplomatico
Biografia: Giuseppe Tambroni, figlio di Paolo, e di Maria Rosa Muzzi, fratello minore di Clotilde Tambroni, fu archeologo, critico d'arte e diplomatico italiano al servizio del Regno Lombardo Veneto. Nel 1793 iniziò la sua carriera pubblica quando fu incaricato, in qualità di paleografo e di ispettore, di riorganizzare gli archivi della città, sotto la protezione di Floriano Malvezzi e Lodovico Savioli. Nel 1797, a seguito del trattato di Tolentino dovette recarsi a Milano a servizio della Repubblica. In realtà dopo l'invasione francese dell'Italia settentrionale, nel 1796 aderì al nuovo regime per il quale svolse varie missioni, e per le quali nel 1808 Napoleone gli conferì il titolo di cavaliere della Corona di ferro. Si recò prima a Milano poi, dal 1799 in Francia e a Chambéry dove sposò Teresa Couty. Tornò a Milano nel 1805 come addetto del Ministero degli affari esteri del Regno d'Italia, mentre nel 1807 fu chiamato dal principe Eugène de Beauharnais a lavorare per la determinazione dei confini tra l'Italia e l'Austria. Dal 1809 venne nominato prima console del Regno Italico a Livorno, e nel marzo del 1811 a Civitavecchia, con la residenza a Roma in palazzo Venezia, dove ebbe occasione di conoscere e di ospitare Antonio Canova. Appunto con Canova, Tambroni fu impegnato nel 1812 nella costituzione dell'Accademia Italiana in palazzo Venezia, intesa a fornire ai giovani artisti del Regno Italico l'equivalente dell'Accademia di Francia in Roma. Con la caduta dell'Impero Francese e la fine, nel luglio del 1814, del Regno d'Italia, Tambroni perse la carica di console e fu costretto a lasciare la direzione dell'Accademia d'Italia e palazzo Venezia. Spogliato di tutti gli incarichi pubblici, si occupò di cultura, fondando il «Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti», dove pubblicò numerosi articoli sulle belle arti e dalle colonne del quale tentò, invano, di realizzare un'accademia per i giovani artisti del Regno Lombardo-Veneto. Si occupò di topografia antica e di archeologia, compiendo ricerche e scavi, in particolare, nella Campagna romana e fu socio onorario di diverse Accademie italiane e straniere. Alla sua prematura morte fu il cugino Leopoldo Armaroli ad occuparsi, quale esecutore testamentario, della sistemazione dei beni Tambroni e dei suoi figli. Armaroli, senza prole, lasciò in seguito a Ernesto Tambroni (morto a Macerata il 24 ott. 1887) la sua eredità - compresa la villa di Appignano - e il suo cognome. Si costituì così la casata Tambroni Armaroli.
Fondo archivistico/raccolta: Carte Armaroli Tambroni
Date di redazione/revisione: 2022