SOGGETTI PRODUTTORI
Armaroli, Leopoldo, 1766-1843
ID Soggetto produttore: ITBO0304SP434
Tipologia: Persona
Forma autorizzata del nome: Armaroli, Leopoldo, 1766-1843
Altre forme del nome: Armaroli, Leopoldo (SBN)
Date di esistenza: Macerata, 4 maggio 1766 - Appignano, 9 giugno 1843
Funzioni, occupazioni e attività: Avvocato, procuratore del principe Luigi Napoleone
Biografia: Leopoldo Armaroli, figlio di Gaetano Armaroli e Maddalena Muzi, originari di Bologna, si laureò in Diritto civile e canonico all'Università di Macerata ottenendo poi nel medesimo ateneo la cattedra di Diritto civile. Nominato magistrato, lasciò Macerata per Orvieto nel 1794, passando poi nel 1796 all'Uditorio civile della Sacra Rota della Repubblica di Lucca, cui dovette poi rinunciare per la giovane età. Tornò quindi all'avvocatura e si trasferì a Roma. Nel 1798, dopo la proclamazione della Repubblica romana, tornò a Macerata come presidente del Tribunale criminale del Dipartimento francese del Musone. Dopo la caduta della Repubblica romana, riprese la sua professione di avvocato sino al 1808 quando le Marche vennero annesse al Regno d'Italia ed egli venne nominato presidente della Corte di giustizia civile e criminale del Dipartimento del Tronto. Nell'elezione del 19 febbraio 1809 Armaroli divenne senatore per il dipartimento del Musone nel Collegio dei commercianti, e ottenne il titolo di conte. Si trasferì allora a Milano, dove prese parte attiva, anche se non di primo piano, alla vita politica, pur senza tralasciare quella del suo dipartimento. Nel 1815, crollato il governo napoleonico, Armaroli si ritirò a vita privata nella sua villa di Appignano - ex convento agostiniano soppresso nel 1810 e incamerato dal Demanio - acquistata nel 1811, dedicandosi alla ricerca storica e a studi di suo interesse. Solo in occasioni straordinarie si lasciò indurre a riprendere la toga; le sue arringhe furono più volte date alle stampe. Ritornò a occuparsi della vita pubblica e politica nel 1831, partecipando ai moti di quegli anni nelle Legazioni delle Marche e dell'Emilia. Il 4 marzo 1831 venne eletto ministro della Giustizia del nuovo governo delle Provincie unite italiane dall'Assemblea dei delegati dei governi provvisori. Trasferitosi subito a Bologna, non ebbe però il tempo di prendere possesso dell'ufficio per il precipitare degli avvenimenti. Ritornato ad Appignano, nel novembre del 1931 fu nominato consigliere del comune di Appignano e nel 1832 ne venne eletto priore. Negli stessi anni si dedicò alla stesura della sua opera più conosciuta di cui pubblicò a Venezia nel 1838 il primo volume
Ricerche storiche sulla esposizione degli infanti presso gli antichi popoli e specialmente presso i Romani. Colpito lo stesso anno da una paralisi, morì nel 1843 ad Appignano.
Fondo archivistico/raccolta:
Carte Armaroli Tambroni
Date di redazione/revisione: 2022