Enrico Sacchetti, Robes et femmes |
L'artista però non vuol fare una rassegna di modelli di
abiti alla moda: è distaccato e nelle sue raffigurazioni
il segno aggressivo fa riaffiorare la vena del caricaturista.
È ironico nei confronti di queste creature contratte e inarcate
alla maniera delle esotiche silhouettes delle geishe
raffigurate nella stampe giapponesi allora in gran voga, ma qui
talvolta 'consumate' dalla coazione ad apparire più che a
essere: sembrano tutte donne fragili e bizzose abbigliate con un
travestimento esibizionistico dal quale affiora un sortilegio di
seduzione.
Lo sguardo di Sacchetti è ora ammiccante, ora severo, e il
suo repertorio grafico assume stili e inclinazioni espressioniste
come nelle fisionomie di volti troppo sorridenti e giulivi, o contraddistinti
da sguardi obliqui, ambigui e predatorii, o nell'atteggiarsi della
corpulenta signora che sbircia malignamente con l'occhialino una
più giovane e snella rivale. Una contraffazione della femme
fatale.
Del resto la curiosità e l'ironia con cui Enrico Sacchetti
guardava il mondo femminile ci sono testimoniate anche dalla sua
prosa: valga per tutte la descrizione di una signora incontrata
a Parigi in quegli anni, come riemerge dai suoi ricordi di bohémien
nella capitale francese:
Blanche era la Panthère des Ternes
[
]. Una donnona alta, molto elegante, tutta fasciata in
un tailleur grigio di grande stile che le serrava i fianchi
stretti lasciando libera l'esuberanza del seno su cui un enorme
jabot di seta bianca allargava i suoi petali. La testa
piccolissima fieramente eretta in cima ad un gran collo era affogata
in un cappellone a cloche. E mi ricordo che lì per
lì non seppi risolvere un curioso problema che subito si
presentò al mio spirito: se cioè quella testa fosse
così eretta per fierezza o per il bisogno di liberare lo
sguardo dalla tesa vastissima del cappello. Anche il nasino dritto
che pareva un martelletto pronto a battere, durava fatica a uscire
di sotto a quella tettoia. (E. SACCHETTI, Vita d'artista (Libero
Andreotti), Milano, Fratelli Treves Editori, 1936, p. 126).
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