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La "Belle Époque" è - come dice il termine,
coniato in Francia a posteriori, verso il 1919 - l'epoca
bella, i bei tempi, durati pochi decenni tra il 1880 (per alcuni
dal 1871, dopo la fine della guerra franco-prussiana) e il 1914,
inizio della prima guerra mondiale: un'età felice pervasa
da un euforico entusiasmo per il progresso.
Dalla fine dell'Ottocento in poi le invenzioni e i progressi della
tecnica erano stati infatti all'ordine del giorno. I benefici che
queste scoperte avevano portato nella vita delle persone erano diventate
sempre più visibili: l'energia elettrica, i servizi igienici,
la minore paura di affrontare le malattie e l'ignoto. Tutto questo
aveva determinato un profondo ottimismo sulle possibilità
dell'uomo, a cui niente sembrava precluso.
L'illusione termina invece bruscamente con lo scoppio della Grande
Guerra.
In questa definizione c'è quindi un fondo di verità
(l'espansione, economica e non solo, l'assenza di preoccupazioni
o, meglio, una certa forma di noncuranza, il periodo di pace finalmente
instauratosi tra la Francia e i suoi vicini europei, la fede in
un futuro di irreversibile miglioramento in tutti i campi, scientifico,
politico, sociale, umano ...) e una parte di nostalgia, tipica della
disillusione seguente. La realtà era stata in effetti abbellita,
anche per non risentire troppo dei traumi postbellici.
In ogni caso, lo stile di vita, il mondo delle classi sociali elevate
di quegli anni costituiranno, nel ricordo, il momento più
alto di quel modello europeo, fondato sull'esperienza liberale e
sull'avanzamento scientifico.
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