«... Poiché è proprio della clemenza imperiale
accogliere le preghiere dei fedeli per il merito della loro devozione,
concedendo benefici, prendiamo sotto la nostra speciale protezione
e difesa i cittadini bolognesi, le loro persone e i loro beni
mobili e immobili, acquisiti e da acquisirsi, dovunque essi si
trovino, in modo che nessuno presuma di molestare le loro persone
e recare danno alle loro cose. Concediamo loro tutte le vie pubbliche
tanto terrestri che fluviali e soprattutto la navigazione sul
Po, all'ingiù verso Venezia e all'insu verso la Lombardia, in
modo che nessuno osi impedire i loro viaggi e molestarli. Nessuno
inoltre osi costringerli a pagare il banno e il ripatico soprattutto
in Ferrara e nel suo territorio, tranne i nostri rappresentanti,
che sono soliti esigere queste gabelle secondo le leggi e le usanze.
Ordiniamo che [i cittadini bolognesi] conservino illese le loro
antiche consuetudini, come il pascolo nella foresta dalla pieve
di Buda alle paludi a Cento [di Budrio]. Nessuno poi procuri di
peggiorare la navigazione nel corso del Reno; i mercanti toscani
non passino per il territorio bolognese se non due volte all'anno,
per il mercato delle olive e per quello di San Martino [in Ferrara].
[I nostri rappresentanti] non esigano più di 100 lire di denari
veronesi per la parata e il fodro e nessun conte osi richiedere
nulla ai cittadini, ai loro coloni o affittuari per l'albergarìa,
chiamata mansionatico. Ordiniamo inoltre che nessuno li chiami
in giudizio intanto che si trovano nella nostra spedizione, se
non per quello che avranno commesso in questa stessa occasione
...» «Lo stesso imperatore perdonò al popolo bolognese ogni offesa
da lui commessa, soprattutto la distruzione della rocca, e perdonò
anche coloro che lo avevano aiutato. Queste richieste furono presentate
da Alberto Grasso e Ugo di Ansaldo, mentre al ricevimento del
precetto [di perdono] furono presenti Azzo figlio di Azzone, Witerno
figlio di Carbone e suo nipote Rolando, Bononio di Tegerio e suo
figlio Dondidio, Guido di Beatrice, Pietro di Leone, Pietro chierico
del Serraglio ...» (Traduzione italiana di P. Foschi)