I morti della provincia di Bologna
nella guerra 1915-1918
Ufficio per notizie alle famiglie dei militari
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L’idea di costituire un Ufficio per notizie alle famiglie dei militari nacque a Bologna su iniziativa privata, nell’intento di supplire alle carenze del sistema di informazioni alle famiglie gestito dall’Esercito. Modello di riferimento erano le analoghe esperienze avviate nel 1914 in Francia e in altri paesi già coinvolti nel conflitto.
L’Ufficio notizie venne riconosciuto ufficialmente nell’ottobre del 1915, quando i Ministeri della Guerra e della Marina assegnarono ufficiali di collegamento per agevolarne l’operato, mentre la Prefettura di Bologna ne riconobbe la capacità giuridica.
I fondi per il funzionamento dell’intero ufficio arrivarono direttamente dal Ministero della Guerra e la Società bolognese di elettricità elargì gratuitamente l’illuminazione all’Ufficio Centrale per tutto il periodo di attività, la Cassa di Risparmio e la Camera di Commercio di Bologna si adoperarono generosamente a favore dell’Ufficio, le Poste offrirono temporaneamente i propri locali oltre alla parziale franchigia postale.
L’Ufficio raccolse informazioni dal giugno 1915 sino al luglio 1919.
L’Archivio della Sezione bolognese dell’Ufficio per notizie alle famiglie dei militari è conservato presso il Museo civico del Risorgimento di Bologna, e consultabile su richiesta.
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La pubblicazione
Dal luglio 1919 iniziarono le operazioni di smantellamento, di consegna degli archivi agli enti preposti di riordino e in alcuni casi, di pubblicazione delle informazioni.
La sezione dell’Ufficio che si occupava della provincia di Bologna raccolse circa 74.000 schede con informazioni varie sui soldati del bolognese e poco più di 14.000 schede relative ai caduti, oltre ad altri materiali (lettere, certificati, foto).
Da questo materiale furono probabilmente tratte le informazioni utilizzate poi per il volume I morti della provincia di Bologna nella guerra MCMXV-MCMXVIII, edito a Bologna dalla Tipografia Paolo Neri nel 1927.
Il volume raccoglie le sintetiche biografie di oltre 10.700 caduti residenti nella provincia di Bologna al momento della chiamata alle armi. Non sono registrati coloro che, nati nella provincia di Bologna, erano emigrati altrove; sono state rilevate imprecisioni in alcuni tra i frequenti casi di omonimia e individuati nominativi non registrati. I recenti lavori di riordino e incrocio dei dati hanno messo in luce tutto ciò, senza però consentire di giungere ad un risultato “definitivo”.
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