Commemorazione di Alfonso Rubbiani promossa dal Comitato per Bologna Storica-Artistica, dalla Commissione pei restauri di S. Francesco e dal Comitato per la difesa del paesaggio e dei monumenti italici.
Bologna, XI aprile MCMXV, Bologna, Tip. P. Neri, 1915. Collocazione SORBELLI, Caps. 41 op.2
La manifestazione si articolò in vari discorsi: quello del conte Francesco Cavazza mise in luce il percorso di formazione del cenacolo di artisti che si raccolsero attorno al Rubbiani, a partire da quella prima impresa di restauro della chiesa di S. Francesco, e da uno studiolo appollaiato in un solaio della chiesa stessa. Corrado Ricci, da storico dell'arte quale era, mise in evidenza in Rubbiani il rivivere degli intenti estetici rinascimentali, ma anche una profonda conoscenza della città. Egli scriveva: "Conoscere una città significa possederne l'anima storica ed artistica, così da comprendere la ragione intima e profonda della sua vita e del suo spirito a traverso i secoli, la ragione delle sue vicende, del suo aspetto, de' suoi costumi, de' suoi splendori quindi e de' suoi decadimenti, delle sue preferenze e delle sue avversioni, de' suoi trionfi e delle sue sconfitte". Nel suo desiderio di far rivivere la Bologna medievale egli lo accomuna ad altri artisti che da essa si sentirono ispirati, da Giosue Carducci a Giovanni Pascoli, a Luigi Serra.
Oltre al bello e mesto ritratto fotografico, nel libretto fu pubblicato anche il testo dell'epigrafe incisa sulla lapide ad Alfonso Rubbiani, murata nel cortile del Palazzo del Podestà e corredata della sua immagine scolpita da Giuseppe Romagnoli.