GIUSEPPE CAVAZZA. Porta di Via Mazzini.
Esterno, 1902
La fotografia fa parte della serie Mura
e porte di Bologna, cartella III, n. 43. Fotografia (gelatina
a sviluppo) incollata su cartoncino, 165x228. BCABo, GDS, Fotografie
Bologna n. 386
La porta che immette in Bologna attraverso
Strada Maggiore, la quale continua fuori le mura come via Mazzini,
è qui ritratta esternamente ed internamente da Giuseppe Cavazza
(1852-1942), fotografo dilettante e impiegato del Comune di Bologna,
pochi anni prima che Alfonso Rubbiani ne trasformasse l'aspetto
con il restauro del 1907. Furono allora eliminate le sopraedificazioni
progettate da Carlo Dotti nel 1770, e riadattata l'intera architettura,
così da farla corrispondere ad un supposto precedente aspetto
in stile gotico (a cominciare dall'arcone d'ingresso a sesto acuto).
Il reportage di Giuseppe Cavazza, di cui si conservano
alcune copie anche in altri Istituti culturali cittadini, in 60
fotografie documenta metodicamente l'aspetto esterno ed interno
delle mura e delle porte di Bologna prima che venissero abbattute
tra il 20 gennaio 1902 e il 1905. Esso costituisce un' interessantissima
testimonianza storica anche perché l'obiettivo fissa, come un'istantanea,
la popolazione dell'epoca intorno a quelle costruzioni in procinto
di essere abbattute, ivi inclusi i picconatori all'opera intorno
alle mura in procinto di essere quasi completamente demolite.
Lungo il loro perimetro esterno corrono oggi i viali di circonvallazione.
Tra le motivazioni delle demolizioni, contrastate solo da Alfonso
Rubbiani e pochi altri "conservatori", sono una maggiore circolazione
d'aria e salubrità per la città, la costruzione di nuove abitazioni
decorose, l'opportunità di lavoro per i disoccupati del settore
edilizio. L'operazione è definita "igiene farisaica" da Rubbiani:
la città è infatti ancora priva di un sistema fognario decente.