Jean Louis Protche. Un protagonista

Nato a Metz il 19 marzo 1818 dal colonnello dell'esercito francese Jean Protche e da Anne Marie François, crebbe e studiò nella città lorenese. Come il padre e il nonno, erano stati militari anche molti avi di Jean Louis, la cui famiglia, di origine slava, si era stabilita in Lorena al tempo dei duchi di Guisa. A Parigi fu ammesso a seguire con il fratello minore i corsi dell'Ecole Polytechnique, la sede più prestigiosa per una formazione tecnica, della quale il fratello sarebbe poi diventato direttore. La frequentò con ottimi risultati: il 20 novembre 1838 era promosso allievo di Ponts et Chaussées, il 2 agosto 1843 "ingegnere ordinario" di seconda classe e il 12 aprile 1851 di prima classe.
Nel 1841 aveva avviato la pubblicazione della rivista "Annales des Ponts et Chaussées. Lois, décrets et autres actes", cui si dedicò anche durante i trent'anni di permanenza in Italia. Al termine degli studi fu assunto dall'Amministrazione francese e destinato alla sede di Clermont, poi alla costruzione del canale laterale della Garonna. Lavorò ad alcune fra le realizzazioni ingegneristiche più significative dell'epoca: le strade della Mosella, di Rouen, di Le Havre, di Perpignan. Curò diverse manutenzioni fluviali e diresse nel nord della Francia la costruzione di vari tronchi ferroviari.
Giunse in Italia all'età di 38 anni, chiamato dalla società a cui il governo austriaco aveva affidato la costruzione della Strada Ferrata Centrale, in convenzione con i Ducati di Parma e Piacenza e di Modena, il Granducato di Toscana e lo Stato pontificio. Nell'ottobre 1856 Protche si trasferì a Bologna con la famiglia e assunse la qualifica di ingegnere-capo presso la direzione ferroviaria di Bologna.
Si dedicò alla costruzione di ponti, acquedotti, gallerie e strade ferrate: la Bologna-Ancona, la Bologna-Ferrara, la Bologna-Piacenza, la Bologna-Pistoia e altre. Fra tutte le ferrovie di cui curò la progettazione, la Porrettana fece di Protche una celebrità mondiale e gli valse la cittadinanza bolognese e la presidenza dell'Accademia di Belle Arti, dove l'influenza della sua cultura tecnica fu fortissima sugli allievi delle generazioni successive.
Morì a Bologna il 31 marzo 1886.

(testo liberamente tratto da Norma e arbitrio: architetti e ingegneri a Bologna 1850-1950, a cura di GIULIANO GRESLERI, PIER GIORGIO MASSARETTI, Venezia, Marsilio, 2001, p. 402 e ALBANO SORBELLI, I manoscritti Protche, in "L'Archiginnasio", IV, 1909, p. 177-179)